Lineeguida2002.pdf
lega italiana per la lot a contro la malatia di parkinson le sindromiextrapiramidali e le demenze
Linee Guida per il Trattamento
della Malattia di Parkinson 2002
Guest Editor: Prof. B. Bergamasco (Torino)
Prof. Giovanni Abbruzzese (Genova)
Prof. Alberto Albanese (Milano)
Dr. Angelo Antonini (Milano)
Dr. Paolo Barone (Napoli)
Dr. Vincenzo Bonifati (Roma)
Prof. Ubaldo Bonuccelli (Pisa)
Prof. Fulvio Bracco (Padova)
Prof. Giovanni Corsini (Pisa)
Prof. Paolo Lamberti (Bari)
Dr. Michele Lanotte (Torino)
Prof. Leonardo Lopiano (Torino)
Prof. Emilia Martignoni (Novara)
Prof. Letterio Morgante (Messina)
Prof. Stefano Ruggieri (Roma)
Prof. Massimo Scerrati (Ancona)
Prof. Mario Zappia (Catanzaro)
Con il contributo di
Bristol-Myers Squibb S.p.A.
Neurological SciencesSupplement Volume 23September 2002
Linee Guida per il Trattamento
della Malattia di Parkinson 2002
La diagnosi di malattia di Parkinson
La terapia della malattia di Parkinson
Glossario delle manifestazioni cliniche della malattia di Parkinson
Neurol Sci (2002) 23:S1
Springer-Verlag 2002
Questa seconda edizione (2002) delle "Linee Guida per il
preclinica con le sopradette indagini, non vi sarebbero conse-
Trattamento della Malattia di Parkinson" nasce dalla necessità,
guenze pratiche, in quanto non vi è alcun dato provato sul van-
dopo due anni, di un aggiornamento dell'atteggiamento che il
taggio della terapia precoce e dell'eventuale neuroprotezione
Neurologo deve avere nei confronti della diagnosi e delle pro-
(vedi citato lavoro di Morrish su Movement Disorders). Le
spettive terapeutiche. Il trattamento di questa malattia, com'è
recenti Linee Guida ribadiscono con l'accordo di tutti gli
noto, deve durare per l'intera vita del paziente e modificarsi con
Autori, la complementarietà di questi esami onde evitare spre-
l'evoluzione naturalmente e inesorabilmente progressiva del-
chi, "misuse" o "abuse".
Altro punto di novità è la parte dedicata alla terapia chirur-
Si è voluto per questo ampliare i criteri diagnostici, che
gica della malattia di Parkinson ed in particolare alla stimola-
come esposto sono praticamente clinici anche se possono avere
zione del nucleo subtalamico (DBS), ormai con casistiche mon-
un certo margine di errore: dai dati attendibili e recenti di
diali assai consistenti. Si è voluto indicare Linee Guida sulla
Jankovic et al. [1] basati su un follow-up di circa 6 anni ed in
selezione dei pazienti candidati a questo intervento, sulla proce-
alcuni casi reperti autoptici, si evince che solo nel 8,1% la dia-
dura chirurgica e sull'indispensabile follow-up. Nello stesso
gnosi clinica non è stata confermata. Questo accurato studio (su
Capitolo sono indicate anche le modificazioni della terapia
800 pazienti reclutati per una precedente indagine svolta un
medica post-intervento e gli eventuali effetti collaterali.
decennio fa) fa giustizia di numeri in libertà (è stato riferito
La preziosa collaborazione della Dott.ssa E. Torre della
recentemente che il 45% delle diagnosi sono errate). Tali affer-
Clinica Neurologica I dell'Università di Torino ha facilitato
mazioni non corrette sono suggerite probabilmente a scopo
l'opera di fusione dei vari contributi. A Lei va il mio ringra-
commerciale, e indicano che solo la SPECT con il radiotrac-
ziamento; alla Bristol-Myers Squibb il nostro grazie per il
ciante Ioflupane è in grado di fornire una diagnosi sicura di
contributo fornito alla realizzazione di questo importante
malattia di Parkinson; asserzione assolutamente erronea (tutt'al
più utile nella diagnosi differenziale tra malattia di Parkinson etremore essenziale), in quanto il gruppo severo di parkinsonismi(MSA, PSP, etc.) non viene identificato, poiché il radiotraccian-te informa sulla funzionalità dei neuroni dopaminergici della
substantia nigra e non dice se c'è perdita dei neuroni striatali(come infatti succede nei vari parkinsonismi). Recentemente
Jankovic J, Rajput AH, McDermott MP, Perl DP (2000) for
Morrish pubblica su Movement Disorders [2] un paper dal tito-
the Parkinson Study Group. The evolution of diagnosis in
lo "Is it time to abandon functional imaging in the study of neu-
early Parkinson disease, Arch Neurol 57:369–372
Morrish P, (2002) Is it time to abandon functional imaging in
the study of neuroprotection? Mov Disorders 17(2):229–232
Tali informazioni errate tendono, tramite giornali forse sen-
sibilizzati da case produttrici di strumenti e traccianti, a stimo-lare medici, pazienti e l'opinione pubblica a richiedere questi
Prof. Bruno Bergamasco
tipi di esami come routine, facendo carico al SSN del loro ele-
Past President LIMPE
vatissimo costo (oltre 3.300.000 di vecchie lire per fiala di
Editor in Chief "Linee Guida
radiotracciante), senza evidente proporzionale utilità. Anche
per il Trattamento della
come conseguenze terapeutiche nella eventualità di diagnosi
Malattia di Parkinson 2002"
Neurol Sci (2002) 23:S3–S10
Springer-Verlag 2002
La diagnosi di malattia di Parkinson
I criteri clinici
(69–100% dei casi), pur essendo riscontrabile anche inaltri quadri clinici extrapiramidali;
La diagnosi di malattia di Parkinson (MP) è comunemen-
rigidità: segno comune a molte condizioni cliniche, ma
te ritenuta una diagnosi semplice. In realtà solo il 75%
presente in una percentuale elevata di casi di MP
delle diagnosi cliniche di MP sono confermate dai riscon-
tri autoptici [1–2]; ciò è dovuto al fatto che i segni carat-
bradicinesia: si manifesta nel 77–98% dei casi, ma non
teristici della malattia parkinsoniana (segni extrapiramida-
può considerarsi carattere esclusivo della MP;
li) possono riscontrarsi frequentemente anche in altre con-
esordio asimmetrico: costituisce la più frequente moda-
dizioni cliniche, nosograficamente inquadrate come
lità di distribuzione iniziale della sintomatologia
"parkinsonismi atipici" (atrofia multisistemica, paralisi
(72–75% dei casi), pur essendo anch'esso un carattere
sopranucleare progressiva, degenerazione cortico-basale,
non esclusivo.
malattia da corpi di Lewy diffusi ed altre degenerazionimultisistemiche) o, più genericamente, come "sindromi
L'instabilità posturale non viene considerata un segno
parkinsoniane" (comprendenti anche le forme secondarie
cardinale essendo riscontrabile solo nel 37% dei pazienti
a idrocefalo, lesioni vascolari, encefalite, uso di farmaci
con durata di malattia < 5 anni, mentre è spesso il più
comune sintomo d'esordio dei parkinsonismi atipici.
Analizzando retrospettivamente casistiche cliniche, di
cui era disponibile la verifica autoptica, sono stati, pertan-
2. Responsività alla levodopa
to, sviluppati dei criteri diagnostici per la diagnosi clinicadi MP idiopatica. Tra quelli utilizzati più comunemente
Ai segni motori cardinali viene aggiunto il criterio della
sono da considerarsi i criteri della United Kingdom
responsività alla levodopa (L-dopa) che, seppur con spora-
Parkinson's Disease Society Brain Bank [3] che identifi-
diche eccezioni (è presente nel 94–100% dei casi), costi-
cano: 1. Sintomi essenziali per la diagnosi di sindrome
tuisce un requisito necessario per la diagnosi, ma non
parkinsoniana; 2. Criteri di esclusione per la diagnosi di
esclusivo, in quanto inizialmente riscontrabile anche in
MP; 3. Criteri di supporto della diagnosi di MP.
forme "atipiche".
Una più recente revisione dei criteri diagnostici di MP
Poiché una risposta terapeutica favorevole alla terapia
è stata svolta da Gelb et al. [4], sottolineando come la dia-
cronica con levodopa e/o dopaminoagonisti è uno dei cri-
gnosi clinica di MP sia basata sulla combinazione di alcu-
teri principali per la diagnosi di MP, la somministrazione
ni segni motori "cardinali" e sull'esclusione di sintomi
in acuto di una dose di levodopa (100–250 mg per os) o di
ritenuti "atipici".
apomorfina (50–100 mg/kg sottocute) può essere preditti-va della risposta cronica e rappresentare potenzialmente unvalido ausilio per la diagnosi differenziale fra MP eparkinsonismi. Il valore predittivo positivo del test è abba-
Criteri diagnostici di MP secondo Gelb et al. [4]
stanza elevato, collocandosi intorno all'80–90%; sfortuna-tamente i falsi negativi possono raggiungere una frequen-
1. Segni motori cardinali
za del 40%, soprattutto nei pazienti con malattia iniziale.
Pertanto la validità del test risulta maggiore nei pazienti
tremore di riposo, distale (3–6 Hz): costituisce il tipo
con parkinsonismo più avanzato e comunque in caso di
di tremore più frequentemente osservato nella MP
risposta positiva [5].
La diagnosi di malattia di Parkinson
3. Sintomi atipici
Tuttavia, il principale problema diagnostico differen-
ziale si pone nei confronti dei parkinsonismi atipici:
Le manifestazioni cliniche suggestive di una diagnosi
Paralisi sopranucleare progressiva (PSP). I criteri per
alternativa a quella di MP idiopatica (sintomi atipici) com-
la diagnosi di PSP (possibile o probabile) [7] prevedo-
prendono, invece, principalmente: instabilità posturale
no il riscontro di un quadro clinico ad andamento pro-
precoce (entro 3 anni dall'esordio), fenomeni di freezing
gressivo, con esordio dopo i 40 anni, caratterizzato
precoce, allucinazioni non correlabili alla terapia, decadi-
dalla presenza di un parkinsonismo associato a paralisi
mento intellettivo precoce, paralisi dello sguardo di verti-
dello sguardo verticale (o rallentamento dei movimenti
calità, grave disautonomia non correlabile alla terapia,
saccadici verticali) e marcata instabilità posturale con
movimenti involontari patologici atipici e precoci, cause
cadute nel primo anno di malattia.
accertate di parkinsonismo sintomatico (lesioni focali, uso
Atrofia multisistemica (AMS). I criteri [8] per la dia-
di neurolettici, etc.).
gnosi di "possibile" AMS prevedono la presenza di
Non essendo alcun singolo parametro clinico sufficien-
segni di compromissione di almeno due dei seguenti
temente sensibile e specifico, Gelb et al. [4] hanno propo-
settori: disfunzione autonomica e urinaria, parkinsoni-
sto varie combinazioni dei parametri clinici sopra ricorda-
smo scarsamente responsivo alla L-dopa, disfunzione
ti al fine di identificare differenti livelli di diagnosi: possi-
cerebellare. Se è presente una documentata disfunzione
bile, probabile, definita (Tab. 1).
autonomica, l'associazione con segni parkinsoniani o
Il rispetto di criteri clinici rigorosi riduce certamente la
cerebellari rende la diagnosi di AMS "probabile".
possibilità di una diagnosi errata (<10%), anche se non
Degenerazione cortico-basale (DCB). In questa condi-
garantisce la certezza assoluta della diagnosi [6].
zione il quadro clinico può essere assai polimorfo com-prendendo: una sindrome acinetico-ipertonica (tipica-mente asimmetrica), segni di disfunzione corticale(aprassia, turbe fasiche, disturbi sensitivi, segni di libe-
La diagnosi differenziale
razione frontale, fenomeno di Babinski), movimentiinvolontari (tremore posturo-cinetico, distonia segmen-
Tra le condizioni che con maggiore frequenza vengono
tale, mioclono focale), compromissione cognitiva. Tale
erroneamente diagnosticate come MP idiopatica vanno
eterogeneità può rendere particolarmente difficile il
annoverate il tremore essenziale (TE) e il parkinsonismo
riconoscimento della DCB, che risulta una condizione
vascolare (aterosclerotico).
spesso sottodiagnosticata. Tra i segni clinici maggior-
Si distinguono diverse forme di TE in relazione ad
mente predittivi della diagnosi di DCB devono essere
alcuni elementi clinici: frequente familiarità, tremore con
considerati: parkinsonismo asimmetrico (senza com-
caratteristiche prevalentemente d'azione, assenza di altri
promissione della deambulazione), aprassia ideo-moto-
segni extrapiramidali (talora, lieve rigidità), scarsa evolu-
ria, mioclono e distonia [9].
tività, assenza di risposta terapeutica alla L-dopa.
Malattia da corpi di Lewy diffusi (DLBD). I criteri dia-
Il parkinsonismo vascolare, così come altre forme ad
gnostici [10] si basano sul riscontro di un quadro di
origine secondaria (in corso di idrocefalo, da farmaci ad
decadimento cognitivo (funzioni attentive e visuo-spa-
azione neurolettica, da tossici), può invece essere sospet-
ziali) con tipiche fluttuazioni e frequenti manifestazio-
tato in base ad un'accurata raccolta dei dati anamnestici e
ni allucinatorio-deliranti, associato ad una sindrome
dal riscorso alle indagini neuroradiologiche.
parkinsoniana di modesta entità; la diagnosi è corrobo-
Tabella 1 Criteri per la diagnosi di malattia di Parkinson
Presenza di almeno 2 dei 4 segni cardinali (di cui uno deve essere tremore o bradicinesia)Assenza di sintomi atipiciDocumentata risposta all'uso di L-dopa o dapaminoagonisti (o mancanza di un adeguato tentativo terapeutico con L-dopa o dopaminoagonisti)
Presenza di almeno 3 dei 4 segni cardinaliAssenza per almeno tre anni di sintomi atipiciDocumentata risposta all'uso di L-dopa o dopaminoagonisti
Presenza di tutti i criteri per la diagnosi di malattia di Parkinson possibileConferma autoptica
La diagnosi di malattia di Parkinson
rata dalla presenza di cadute, episodi sincopali, spicca-
sibilità può essere aumentata fino al 90%, mentre la speci-
ta intolleranza ai neurolettici.
ficità è del 100% [12]. Altri quadri specifici sono stati
Pur rispettando i criteri clinici proposti, il valore predit-
descritti in diverse sindromi parkinsoniane, quali: parkin-
tivo della diagnosi clinica di "parkinsosnismo atipico" risul-
sonismo vascolare (aree di alterato segnale a carico della
ta inferiore a quello della diagnosi di MP idiopatica [6].
sostanza bianca e dei gangli della base), atrofia olivo-ponto-cerebellare (segni di atrofia del ponte e del cervel-
letto con ampliamento del 4° ventricolo), paralisi sopranu-
la diagnosi clinica di MP è basata sull'identificazione
cleare progressiva (segni di atrofia mesencefalo-troncale
di alcune combinazioni di sintomi/segni motori cardi-
con interessamento dei collicoli superiori). In queste forme
di parkinsonismo, tuttavia, non vi è ancora accordo sulla
la diagnosi clinica di MP può non essere semplice e
specificità e sensibilità dei quadri neuroradiologici soprat-
deve prendere in considerazione l'esclusione di forme
tutto nelle fasi iniziali di malattia.
di parkinsonismo atipico o secondario;
la sicurezza diagnostica è fornita solo dall'esame autop-
Tomografia computerizzata ad emissioni di singoli fotoni
tico o suggerita dalla verifica nel tempo della corri-
spondenza con i criteri clinici.
La tomografia computerizzata ad emissioni di singoli foto-ni (SPECT cerebrale) ha avuto negli ultimi anni ampia dif-fusione sul territorio nazionale. L'introduzione in commer-cio di traccianti specifici per i terminali dopaminergici
Le indagini diagnostiche
consente l'utilizzo di questa metodica soprattutto nei casiin cui la diagnosi clinica di MP non è certa.
Diagnostica per immagini
In particolare, l'uso della SPECT con [123I]-FP-ßCIT è
stato recentemente approvato dal Ministero della Salute
Le metodiche di neuroimmagine strutturali e funzionali
come finora unico test per la diagnosi di MP. Questo trac-
hanno avuto una rapida espansione e diffusione negli ulti-
ciante si lega selettivamente al trasportatore cerebrale di
mi anni. Attualmente, si può affermare che le neuroimma-
dopamina (DAT) nello striato e può essere considerato
gini svolgono un ruolo importante sia nel supportare il
come un indicatore della degenerazione del sistema dopa-
sospetto clinico di MP, attraverso la quantificazione del
minergico. Numerosi studi hanno dimostrato come tale
grado di degenerazione neuronale del sistema dopaminer-
tracciante consenta di discriminare (con una specificità
gico striatale (anche in una fase molto precoce di malattia),
superiore al 95%) tra pazienti con parkinsonismo e sog-
che nella diagnosi differenziale con altre forme di parkin-
getti sani o con tremore essenziale. Una riduzione bilate-
sonismo [11].
rale della captazione, di almeno il 40% rispetto ai soggettidi controllo, è riscontrabile già nelle prime fasi di malattia
e addirittura in fase presintomatica [13].
L'indicazione principale per l'utilizzo di questo esame,
La tomografia computerizzata (TC) cerebrale non eviden-
oltre che nella diagnosi differenziale con il tremore essen-
zia reperti specifici nella MP, ma il suo impiego consente
ziale, riguarda i pazienti in cui è presente tremore a riposo
di escludere la possibile origine secondaria del quadro cli-
isolato e quei pazienti in cui esiste il sospetto che la sinto-
nico (idrocefalo, lesioni focali vascolari o di altra natura).
matologia extrapiramidale possa essere secondaria all'usodi farmaci (parkinsonismo iatrogeno) o ad alterazioni
vascolari. Tuttavia, l'esame non consente la diagnosi dif-ferenziale tra MP idiopatica e parkinsonismi atipici.
La risonanza magnetica (RM) cerebrale è generalmente
Altri traccianti SPECT, come (99m)Tc-HM-PAO o
normale nella MP idiopatica, anche se un assottigliamento
(99m)Tc-ECD, valutano il flusso cerebrale che può essere
della pars compacta della sostanza nera (sequenze T2-
considerato un indicatore dell'attività sinaptica neuronale.
pesate) è riscontrabile talora in pazienti con MP o con
Tali traccianti consentono di valutare direttamente il grado
parkinsonismi atipici. Maggiore rilevanza clinica assumo-
di compromissione neuronale striatale e quindi di fornire
no invece gli studi in pazienti con atrofia multisistemica
indicazioni importanti in quei pazienti in cui la presenza di
(AMS) a tipo degenerazione striato-nigrica. È stato dimo-
disturbi del sistema nervoso autonomico o l'insufficiente
strato come la presenza di gliosi nella porzione laterale del
risposta farmacologica alla terapia dopaminergica facciano
putamen con bande ipointense nelle sequenze T2-pesate ed
sospettare una AMS a tipo degenerazione striato-nigrica
iperintense in densità protonica possa essere considerata
[14]. Per questa stessa indicazione può anche essere appro-
specifica ed esclusiva di questa forma. Questo dato può
priato eseguire una misurazione della densità dei recettori
assumere rilevanza clinica in quanto, utilizzando RM ad
dopaminergici D2 nello striato, utilizzando il tracciante
1.5T e sezioni sottili (3 mm) dei gangli della base, la sen-
[123I]IBZM. La presenza di una normale densità dei recet-
La diagnosi di malattia di Parkinson
tori dopaminergici striatali può predire la risposta alla tera-
cronica con riduzione di ampiezza dei potenziali composti
pia farmacologica in pazienti de novo [15] e supportare la
di nervo (compatibili con una sofferenza neuropatica sub-
diagnosi differenziale tra MP e parkinsonismo atipico.
clinica) sono stati descritti nel 40% dei pazienti con AMS,modificazioni della conduzione motoria centrale sono state
Tomografia ad emissione di positroni
osservate in diverse forme di parkinsonismi atipici [19],differenti alterazioni delle "reazioni di soprassalto" sono
La tomografia ad emissione di positroni (PET cerebrale)
state riportate nelle varie forme di parkinsonismo [20].
con il tracciante [18F-6]Fluorodopa ha fornito la prima
Nell'AMS sono frequentemente riscontrabili alterazio-
dimostrazione in vivo di danno del sistema dopaminergico
ni funzionali, anche subcliniche, a carico dei diversi
in pazienti con MP. Il tracciante viene captato dalle termi-
distretti autonomici: segni di denervazione della muscola-
nazioni dopaminergiche nigrostriatali e successivamente
tura del piano perineale (EMG sfinteriale) [21], modifica-
metabolizzato a [18F]dopamina, per cui riflette l'attività
zioni dei test urodinamici [22], compromissione delle
della dopa-decarbossilasi e la capacità di immagazzinare
risposte simpatico-cutanee, alterazioni dei riflessi cardio-
dopamina dei terminali dopaminergici nello striato. Tale
vascolari [23]. Occorre ricordare, tuttavia, che tali altera-
metodica è in grado di identificare in maniera attendibile
zioni possono essere riscontrabili in altre forme di parkin-
la riduzione della captazione del tracciante, strettamente
sonismo e, occasionalmente, anche nella MP idiopatica
correlata con il numero di cellule nella sostanza nera e con
(soprattutto nelle fasi più avanzate di malattia). La sensi-
la gravità della compromissione motoria. È stato osservato
bilità e la specificità di queste indagini strumentali rimane,
che le manifestazioni cliniche compaiono quando la ridu-
al momento, ancora incerta.
zione della captazione di tracciante supera il 50% rispettoai valori normali e, poiché la PET riesce a rilevare ridu-
zioni anche inferiori, essa può essere in grado di identifi-
la diagnosi di MP idiopatica rimane essenzialmente una
care la presenza di un parkinsonismo in fase precoce o
addirittura preclinica [16–17].
l'esecuzione della TC cerebrale (o della RM encefalica)
Altro tracciante PET utilizzato nella pratica clinica è il
deve considerarsi un'indagine di routine al fine di
[11C]raclopride che si lega selettivamente ai recettori striata-
escludere possibili cause secondarie;
li dopaminergici D2. Analogamente al [123I]IBZM/SPECT,
l'esistenza di un danno dopaminergico può essere
questo tracciante può coadiuvare la distinzione dei pazienti
confermata dal ricorso alla SPECT con [123I]-FP-
con parkinsonismo da quelli con MP idiopatica, attraverso la
ßCIT che, tuttavia, non consente la diagnosi differen-
rilevazione di degenerazione dei neuroni gabaergici striatali
ziale tra MP idiopatica e parkinsonismi atipici;
l'esecuzione delle indagini strumentali (PET, SPECT,
Infine, utilizzando il tracciante [18F]FDG può essere
test neurofisiologici e neurovegetativi) deve essere, al
dimostrata la presenza di alterazioni del metabolismo cere-
momento, riservata allo studio dei casi con manife-
brale corticale (in pazienti con demenza da corpi di Lewy)
stazioni cliniche atipiche.
o di danno striatale (in pazienti con AMS o PSP).
In generale occorre, comunque, ricordare che al contra-
rio della SPECT, la PET fa ricorso ad una strumentazionealquanto costosa, in dotazione solo a pochi Centri, e per
Le indagini genetiche
questa ragione non è possibile applicare questa metodicaalla popolazione generale.
L'approccio genetico molecolare ha permesso negli ultimianni importanti progressi nella comprensione delle cause edei meccanismi della MP e di molte altre malattie neuro-degenerative. Lo scenario che si va delineando è caratte-
Altre indagini strumentali
rizzato da una notevole eterogeneità eziologica [24].
Alcune rare forme mendeliane della MP sono state
Non essendo attualmente disponibili marker biologici di
infatti enucleate ed il gene difettoso è stato identificato in
malattia (ad eccezione delle indagini genetiche nei parkin-
una forma a trasmissione autosomica dominante (α-synu-
sonismi monogenici), numerose tecniche neurofisiologi-
cleina/PARK1) e in una forma recessiva (parkina/PARK2)
che e metodiche di analisi funzionale del sistema nervoso
[25–26]. È stata inoltre identificata una mutazione nel
autonomo sono state valutate ai fini di una possibile rile-
vanza diagnostica. In generale, tali indagini non appaiono
L1/PARK5) in una famiglia con MP, ma rimane tuttavia da
in grado di fornire risultati tipici od esclusivi della MP.
dimostrare un sicuro ruolo patogeno. In due ulteriori forme
Sono stati segnalati, tuttavia, alcuni reperti il cui riscontro
autosomiche recessive (PARK6, PARK7) e tre forme
deve porre in dubbio la diagnosi di MP idiopatica. In par-
dominanti della malattia (PARK3, PARK4, PARK8), il
ticolare, segni elettromiografici (EMG) di denervazione
difetto genetico è stato localizzato, ma i geni responsabili
La diagnosi di malattia di Parkinson
Tabella 2 Malattie di Parkinson monogeniche
Pattern di trasmissione
Dominante – alta penetranza
Dominante – bassa penetranza
Dominante – alta penetranza
OMIM, Online Mendelian Inheritance in Man (http://www.ncbi.nih.gov/Omim)
restano sconosciuti [27–31] (Tab. 2). Altre forme monoge-
alcuni individui sviluppano demenza. Sul piano istopatolo-
niche saranno probabilmente identificate in futuro.
gico si riscontra la presenza di corpi di Lewy. È importan-
Nelle forme comuni non-mendeliane della malattia,
te sottolineare che in alcuni casi è stato descritto un feno-
che si presentano usualmente in forma sporadica, le cause
tipo clinico meno grave, simile alla MP sporadica. Nella
restano sconosciute ed i modelli monogenici appaiono ina-
pratica clinica quotidiana le mutazioni nel gene α-synu-
deguati. In queste forme, una complessa interazione di
cleina sono da ricercare solo in pazienti con storia fami-
molti fattori di tipo genetico e non genetico è probabil-
liare indicativa di eredità autosomica dominante ad eleva-
mente alla base della malattia. Tuttavia, la dissezione
ta penetranza.
molecolare delle rare forme mendeliane sta delineando
Il coinvolgimento del gene α-synucleina in rare forme
alcuni meccanismi che hanno importanti implicazioni
familiari della malattia ha portato alla scoperta che la pro-
anche nella patogenesi delle forme comuni non mendelia-
teina α-synucleina è uno dei principali costituenti dei
ne della MP. Si comincia inoltre a disporre di molti dati,
corpi di Lewy in tutti i casi di MP sporadica (in cui non
ottenuti con scansioni genomiche nelle forme comuni non-
sono presenti mutazioni nel gene) e nei casi di malattia da
mendeliane della malattia (studi di coppie di germani
corpi di Lewy diffusi (demenza con corpi di Lewy). Tale
affetti). Questo approccio potrà condurre presto alla iden-
proteina si ritrova inoltre nelle inclusioni gliali citopla-
tificazione di diverse regioni genomiche ove risiedono
smatiche nei casi di AMS. L'aggregazione della proteina
probabilmente fattori di rischio genetico o modificatori del
α-synucleina si delinea quindi come un processo associa-
rischio e/o del fenotipo della MP classica.
to ad un importante gruppo di malattie neurodegenerative
Infine, gli studi di farmacogenetica stanno indagando
indicate come "α-synucleinopatie" [32]. Modelli speri-
possibili associazioni fra polimorfismi genetici e pattern di
mentali in animali transgenici suggeriscono l'ipotesi che
risposta farmacologica, con possibili implicazioni per la
un aumento di espressione della α-synucleina o un difetto
pratica clinica.
nella sua degradazione possano essere implicati nellapatogenesi della MP sporadica [33]. Diverse molecole cheinteragiscono selettivamente con l'α-synucleina e fattoriin grado di indurne l'aggregazione in vitro sono oggi valu-
PARK1, α-synucleina
tati per un possibile coinvolgimento nella patogenesi dellaMP [24, 34].
Una prima forma di MP autosomica dominante ad elevatapenetranza è causata da mutazioni puntiformi nel genedella α-synucleina, una proteina neuronale implicata pro-babilmente nel controllo della funzionalità sinaptica
PARK2, parkina
I casi di MP dovuti a mutazioni del gene α-synucleina
Mutazioni nel gene parkina, localizzato sul cromosoma 6,
sono molto rari. Due sole mutazioni sono state finora iden-
causano una forma autosomica recessiva di parkinsonismo
tificate: la prima, in un gruppo di famiglie di origini medi-
con esordio precoce [26]. In questa forma, i corpi di Lewy
terranee (Italia e Grecia), riconducibili ad un comune pro-
risultano in genere assenti, ma eccezioni sono possibili. Le
genitore; la seconda, in una famiglia tedesca.
mutazioni sono molto eterogenee e distribuite in tutti i seg-
Sul piano clinico questa forma è caratterizzata dalla
menti del gene. Lo screening diagnostico risulta pertanto
precocità di esordio (mediamente intorno ai 45 anni, ma
piuttosto complesso. Oltre alle mutazioni puntiformi, il
con ampia variabilità) e dalla maggiore aggressività di
gene parkina presenta frequentemente riarrangiamenti
decorso rispetto alle forme classiche di MP. La risposta
esonici, per il cui rilevamento sono necessarie delicate tec-
alla L-dopa è presente, almeno all'inizio della malattia;
niche di dosaggio [35].
La diagnosi di malattia di Parkinson
La proteina codificata, parkina, ha funzioni di ubiquitina-
Tabella 3 Caratteristiche cliniche suggestive di diagnosi di "malat-
ligasi ed è pertanto coinvolta nei processi di modificazione
tia della parkina"
di altre proteine mediante ubiquitinazione. Una normaleisoforma glicosilata della α-synucleina viene ubiquitinata
Parkinsonismo con esordio precoce (< 45 anni)
dalla parkina nell'encefalo [36]. Un diretto collegamento è
Più germani affetti, genitori saniParkinsonismo "sporadico" con esordio prima dei 30 anni
stabilito quindi tra i prodotti di due geni implicati in forme
Consanguineità tra i genitori
mendeliane della MP. Questa reazione potrebbe avere un
Esordio con distonie dell'arto inferiore
ruolo importante nella formazione dei corpi di Lewy nella
Riflessi profondi vivaci
MP classica. La proteina parkina, come l'α-synucleina, l'u-
Fluttuazioni diurne della severità dei sintomi
biquitina, e l'UCH-L1 è presente nei corpi di Lewy.
Miglioramento dopo il sonno (sleep benefit)
Il fenotipo clinico della "malattia della parkina" è
Ottima risposta alla L-dopa
caratterizzato da un parkinsonismo con esordio precoce (in
Progressione lenta
media 32 anni nelle casistiche europee, con ampia variabi-
Presenza di fluttuazioni motorie indotte da L-dopa
lità e casi con esordio tardivo, fino ad oltre i 60 anni),
Presenza di discinesie indotte da L-dopaAssenza di gravi disturbi cognitivi
un'ottima risposta alla L-dopa, un decorso lento con possi-
Assenza di gravi disautonomie
bile sviluppo di fluttuazioni motorie e discinesie da L-dopa. I disturbi cognitivi e vegetativi gravi sono rari. Altrefrequenti caratteristiche sono l'esordio con distonie del-l'arto inferiore, le fluttuazioni diurne dei sintomi (non
nismo con esordio prima dei 45 anni in almeno uno dei
indotte da L-dopa), il miglioramento dopo il sonno e la
casi. Essendo un tratto recessivo, la malattia della parkina
vivacità dei riflessi osteotendinei. Il quadro clinico divie-
può inoltre presentarsi come parkinsonismo giovanile iso-
ne indistinguibile dalla classica MP idiopatica nei casi con
lato, cioè in assenza di familiarità. Tra i casi isolati di MP
età di esordio tardiva. Nei casi ad esordio più precoce, il
giovanile, la probabilità della malattia della parkina risul-
quadro può invece simulare la distonia L-dopa-responsiva.
ta elevata soprattutto nei pazienti con esordio prima dei 30
Le mutazioni del gene parkina sono una causa impor-
anni. In una serie di 100 pazienti con MP sporadica esor-
tante di parkinsonismo recessivo e devono essere conside-
dita prima dei 45 anni, mutazioni nel gene parkina sono
rate nell'iter diagnostico dei casi con esordio giovanile.
risultate presenti nel 75% dei casi esorditi prima dei 20
Sul piano clinico, la malattia della parkina è probabile se
anni, nel 25% di quelli esorditi tra 21 e 30 anni e solo rara-
più germani, nati da genitori sani, sono affetti da parkinso-
mente in quelli esorditi dopo i 30 anni [35].
Fig. 1 La diagnosi di malattia di Parkinson
La diagnosi di malattia di Parkinson
Nella Tabella 3 sono riportate le principali caratteristi-
6. Hughes AJ, Daniel SE, Ben-Shlomo Y, Lees AJ (2002) The
che cliniche suggestive di diagnosi di "malattia della
accuracy of the clinical diagnosis of parkinsonian syn-
parkina", che possono essere utili per selezionare i casi da
dromes in a specialist movement disorder service. Brain
sottoporre a screening genetico.
Due nuovi loci (PARK6, PARK7) associati a forme
7. Litvan I, Agid Y, Yankovic J et al (1996) Accuracy of the clin-
ical criteria for the diagnosis of progressive supranuclear
autosomiche recessive della MP sono stati recentemente
palsy (Steele-Richardson-Olszewski syndrome). Neurology
mappati sul braccio corto del cromosoma 1 [29, 30]. Per
queste nuove forme non sono disponibili dati autoptici. Gli
8. Gilman S, Low PA, Quinn N et al (1999) Consensus statement
studi di linkage suggeriscono che PARK6 e PARK7 siano
on the diagnosis of multiple system atrophy. J Neurol Sci
due loci frequenti. Il fenotipo associato al PARK6 e
PARK7 è simile alla malattia della parkina per l'esordio
9. Litvan I, Agid Y, Goetz C et al (1997) Accuracy of the clini-
precoce (in genere prima dei 40 anni), la buona risposta
cal diagnosis of corticobasal degeneration: a clinicopatholog-
alla terapia con L-dopa e la lenta progressione. L'esordio
ic study. Neurology 48:119–125
sembra tuttavia lievemente più tardivo nelle famiglie con
10. McKeith IG, Galasko D, Kosaka K et al (1996) Consensus
mutazione nel locus PARK6 rispetto a quelle con mutazio-
guidelines for the clinical and pathologic diagnosis of demen-tia with Lewy bodies (DLB): report of the consortium on DLB
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forme genetiche mendeliane sono state identificate
12. Righini A, Antonini A, Ferrarini M et al (2002) Thin section
nella maggioranza dei casi della malattia, le cause
MR study of the basal ganglia in the differential diagnosis
restano sconosciute ed i modelli monogenici appaio-
between striatonigral degeneration and Parkinson's disease. J
no inadeguati; in queste forme, è probabilmente coin-
Comput Assist Tomogr 26:266–271
volta una complessa interazione di molti fattori di tipo
13. Berendse HW, Booij J, Francot CM et al (2001) Subclinical
dopaminergic dysfunction in asymptomatic Parkinson's dis-
genetico e non genetico;
ease patients' relatives with a decreased sense of smell. Ann
le mutazioni nel gene α-synucleina sono molto rare e
Neurol 50:34–41
da ricercare solo in pazienti molto selezionati per sto-
14. Feigin A, Antonini A, Fukuda M, De Notaris R, Benti R,
ria familiare indicativa di eredità autosomica domi-
Pezzoli G, Mentis MJ, Moeller JR, Eidelberg D (2002) Tc-
nante ad elevata penetranza;
99m ethylene cysteinate dimer SPECT in the differential diag-
le mutazioni del gene parkin sono una causa impor-
nosis of Parkinsonism. Mov Disord (in stampa)
tante di parkinsonismo recessivo e devono essere con-
15. Schwarz J, Tatsch K, Gasser T et al (1997) [123]IBZM bind-
siderate nell'iter diagnostico dei pazienti con esordio
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La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 1 Caratteristiche farmacocinetiche delle diverse formu-
La terapia medica
lazioni di levodopa
I farmaci antiparkinsoniani
Levodopa (levodopa/carbidopa e levodopa/benserazide)
L'effetto antiparkinsoniano della
L-dopa fu dimostrato per
la prima volta da Hornykiewicz e Birkmayer nel 1961
mediante somministrazione endovena di basse dosi del
farmaco, ma solo nel 1967 fu dimostrata da Cotzias [1] la
sua efficacia per via orale a dosaggio molto elevato (del-
l'ordine di alcuni g/die). La mancata efficacia di dosi più
basse di L-dopa era dovuta all'elevata conversione perife-
rica del farmaco in dopamina ad opera dell'enzima ubiqui-tario dopa-decarbossilasi. La conseguente ridotta ed insuf-
Tmax, tempo in cui viene raggiunta la massima concentrazione plas-
ficiente disponibilità di L-dopa a livello cerebrale determi-
matica; T1/2, emivita plasmatica; IDD, inibitore dopa-decarbossi-
nava una ridotta formazione di dopamina all'interno della
lasi; CR, controlled release; HBS, hydrodynamically balanced sys-
A partire dai primi anni '70, la L-dopa è stata utilizzata in
combinazione con carbidopa o benserazide, inibitori pseu-
Tabella 2 Dati farmacocinetici relativi agli inibitori della dopa-
doirreversibili periferici della dopa-decarbossilasi, che
hanno consentito di ridurre considerevolmente le dosi gior-naliere di
L-dopa e gli effetti collaterali associati alla stimo-
lazione dopaminergica periferica. La
L-dopa in combinazio-
ne si è dimostrata farmaco efficace e maneggevole nella tera-
pia della MP, a tal punto che la risposta alla terapia combi-
nata è divenuta uno dei criteri per la diagnosi di MP.
Numerosi studi hanno mostrato un'efficacia sovrappo-
Tmax, tempo in cui viene raggiunta la massima concentrazione plas-
nibile delle due preparazioni benserazide/L-dopa (1:4) e
matica; T1/2, emivita plasmatica
carbidopa/L-dopa (1:10 e 1:4) [2]. Ciò premesso, il termi-ne L-dopa viene di seguito usato per indicare indifferente-mente le combinazioni L-dopa/inibitore della decarbossila-
attraverso la parete intestinale nel circolo e da lì attraver-
si (benserazide o carbidopa), salvo specificazioni.
so la barriera emato-encefalica nel sistema nervoso cen-trale (SNC). Il metabolismo periferico, in presenza di ini-
Farmacocinetica e farmacodinamica (Tabb. 1, 2)
bizione della dopa-decarbossilasi, è dirottato verso la via
Una volta assunta per via orale, la L-dopa è rapidamente
della catecol-O-metiltransferasi (COMT) con formazione
assorbita a livello digiuno-duodenale, previo svuotamento
di 3-ossi-metildopa, che per la sua lunga emivita plasma-
gastrico. Due carrier regolano il trasporto della L-dopa
tica tende ad accumularsi.
La terapia della malattia di Parkinson
La L-dopa rispetta un modello farmacocinetico bicom-
zione di sindrome da trattamento a lungo termine con L-
partimentale con una prima fase caratterizzata da un'emi-
dopa. Tali complicazioni motorie sono in relazione diretta
vita di 5–10 min ed una seconda fase con emivita di circa
con la durata dell'esposizione e con il dosaggio giornalie-
100 min [3].
ro di L-dopa (basso dosaggio = 400 mg/die, dosaggio ele-
L'esatto destino della L-dopa, una volta entrata nel
vato = 1200 mg/die), come suggerito da alcuni studi non
SNC, non è ancora chiarito: è certo che la dopamina gene-
controllati [7–12] e da studi più recenti e controllati
rata dalla L-dopa esogena non è totalmente assorbita dai
neuroni nigro-striatali dopaminergici. Se così fosse, i
Altri effetti collaterali della L-dopa di tipo centrale,
pazienti con malattia avanzata e con degenerazione pres-
cioè correlati all'effetto dopaminergico esercitato diretta-
soché completa dei neuroni dopaminergici non dovrebbero
mente nel SNC, sono di natura psichiatrica e sono rappre-
più rispondere alla terapia con L-dopa, mentre permango-
sentati dalla psicosi dopaminergica, che ha una frequenza
no responsivi. Si ritiene che con il progredire della malat-
compresa tra il 6% ed il 40% ed è favorita da politerapia,
tia, quantità progressivamente maggiori di dopamina si
età avanzata, demenza, lunga durata di malattia e dosi ele-
formino al di fuori dei neuroni dopaminergici e siano poi
vate di L-dopa/DA-agonisti [17]. Gli effetti collaterali
liberate nel sistema nigro-striatale in maniera indipenden-
periferici più frequenti sono di natura gastrointestinale a
te dai livelli fisiologici di attività elettrica di questi neuro-
causa della stimolazione dell'area postrema. Negli studi
ni e piuttosto in relazione con i livelli plasmatici e cere-
controllati [14, 16] sono stati riportati nausea (29–50% dei
brali di L-dopa.
casi) e vomito (10% dei pazienti), meno frequentemente
Si conoscono due tipi di risposta farmacologica alla L-
ipotensione ortostatica e raramente aritmie. Rarissimo lo
dopa: la risposta di breve durata e la risposta di lunga dura-
scatenamento di un glaucoma ad angolo chiuso. Non esiste
ta. La prima definisce un miglioramento dei sintomi che
invece alcuna controindicazione all'uso del farmaco nei
dura minuti od ore e si manifesta dopo una singola som-
pazienti affetti da melanoma, come dimostrato da studi
ministrazione di L-dopa, in fase con le concentrazioni pla-
controllati [18].
smatiche del farmaco. La risposta di lunga durata si mani-festa invece dopo giorni o settimane di trattamento con L-
Preparati ritardo
dopa e richiede un altrettanto lungo periodo di tempo per
Le preparazioni orali di L-dopa a lento rilascio sono state
esaurirsi al termine della somministrazione del farmaco,
sviluppate dopo osservazione di un miglioramento delle
essendo quindi diacronica con i livelli plasmatici del far-
fluttuazioni motorie dei pazienti affetti da MP a seguito di
maco stesso. Questi due tipi di risposta terapeutica coesi-
stimolazione continua dopaminergica. Una stimolazione
stono nei pazienti trattati con L-dopa, prevalendo, nelle
dopaminergica più continua può essere ottenuta con for-
fasi iniziali e di risposta stabile, la risposta di lunga durata
mulazioni che rilasciano lentamente i principi attivi e
e, nelle fasi avanzate, quando compaiono le fluttuazioni
garantiscono livelli plasmatici più stabili e duraturi. I van-
motorie, la risposta di breve durata. Quest'ultima rappre-
taggi delle preparazioni a lento rilascio sono l'aumento del
senterebbe l'attività dopaminergica non fisiologica della L-
tempo totale in fase on, il miglioramento della mobilità
dopa, mentre la risposta di lunga durata sarebbe espressio-
notturna e mattutina e l'aumento della durata dell'effetto
ne di un'attività dopaminergica fisiologica che si perde
con il progredire della malattia [4–6].
Attualmente sono commercialmente disponibili i
seguenti preparati: Sinemet CR (carbidopa 50 mg + L-dopa
Studi clinici, efficacia e tollerabilità
200 mg), Sinemet CR 25/100 (carbidopa 25 mg + L-dopa
Negli anni '70 lo sviluppo della L-dopa non è stato effet-
100 mg) e Madopar HBS (benserazide 25 mg + L-dopa 100
tuato mediante trial controllati, come richiesto dalle agen-
zie regolatorie che governano attualmente la registrazione
La compressa di Sinemet CR è costituita da una matri-
di nuovi farmaci. Tuttavia, negli anni recenti, sono stati
ce polimerica che avvolge a strati i principi attivi. Il mec-
condotti alcuni studi controllati in cui la L-dopa veniva
canismo di rilascio unisce un processo di erosione della
paragonata con preparazioni ritardo della stessa L-dopa o
compressa e di dissoluzione del suo contenuto. La matrice
con dopaminoagonisti (DA-agonisti). Ciò ha consentito di
polimerica inoltre viene completamente erosa e non pro-
confermare l'assoluta efficacia del farmaco nella malattia
voca effetti indesiderati a livello gastrointestinale. La com-
in fase iniziale: questi stessi studi hanno confermato la
pressa di Sinemet CR si dissolve in 2–3 ore e garantisce
comparsa di effetti collaterali motori tardivi, fluttuazioni
che il contenuto sia rilasciato completamente nello stoma-
infradiane della risposta terapeutica e discinesie, con
co e nel primo tratto intestinale, dove si trovano i siti di
un'incidenza variabile dal 5 al 10% per anno di trattamen-
maggior assorbimento della L-dopa. L'assorbimento è indi-
to. Queste complicazioni motorie, generate dal trattamen-
pendente dal tempo di svuotamento gastrico e si ottiene
to con L-dopa e dal progredire della malattia, erano ben
parallelamente un continuo afflusso di principi attivi per
note in precedenza, sulla base di serie retrospettive e non
4–5 ore. Il rilascio di L-dopa e carbidopa dalla compressa
controllate e della comune esperienza, sotto la denomina-
di Sinemet CR segue una cinetica di I ordine, cioè il tasso
La terapia della malattia di Parkinson
di liberazione è proporzionale alla quantità di farmaco e
soniano nell'on ritardato. In uno studio in aperto, l'on
declina nel tempo. La biodisponibilità di L-dopa in queste
veniva raggiunto in un minor tempo (23 min) con questa
preparazioni è del 70% e per tale motivo le dosi di Sinemet
preparazione rispetto alla L-dopa standard (51 min) [22].
CR in monoterapia devono essere incrementate del 30%per ottenere un'equivalenza con le formulazioni standard
Il Madopar HBS è una formulazione speciale che
garantisce un rilascio protratto nel tempo dei principi atti-
Madopar 125 mg cpr dispersibile (Roche)
vi a livello gastrico. La capsula gelatinosa, una volta rag-
Madopar 125 mg cps (Roche)
giunto lo stomaco, si trasforma in una massa mucosa gal-
Madopar 250 mg cpr divisibile (Roche)
leggiante sul contenuto gastrico, che si dissolve per idrata-
Madopar HBS 125 mg cps (Roche) – preparazione a
zione bilanciata, rilasciando lentamente i principi attivi per
rilascio controllato
diffusione. I picchi plasmatici di L-dopa si osservano dopo
Dosaggio: dose media efficace 600–800 mg/die, ma la
2–4 ore. La formulazione di Madopar HBS rilascia L-dopa
dose va comunque determinata individualmente. Per
e benserazide in un lasso di 6–8 ore. La biodisponibilità
Madopar HBS è necessaria una posologia giornaliera
della L-dopa nella formulazione HBS risulta essere del
superiore di circa il 50% rispetto alla preparazione non
Il passaggio alla terapia con Madopar HBS può essere
effettuato da un giorno all'altro, mantenendo la stessa dose
Sinemet 25/100 mg cpr (Bristol Myers Squibb)
giornaliera e la stessa frequenza di assunzione. Dopo 2–3
Sinemet 25/250 mg cpr (Bristol Myers Squibb)
giorni, la dose deve essere gradualmente incrementata di
Sinemet CR 25/100 mg cpr (Bristol Myers Squibb)
circa il 50%, a causa della minore biodisponibilità di que-
– preparazione a rilascio controllato
sta speciale formulazione a lento rilascio.
Sinemet CR 50/200 mg cpr (Bristol Myers Squibb)
Due studi hanno valutato Sinemet e Madopar vs. rispet-
– preparazione a rilascio controllato
tivamente Sinemet CR e Madopar HBS nei pazienti de
Dosaggio: dose media efficace 200–600 mg/die; dose
novo, con un lungo follow-up di 5 anni. Nello studio
massima 2000 mg/die. Per Sinemet CR dose media
Sinemet vs. Sinemet CR, il 61% ed il 62% dei pazienti
efficace 400–1000 mg/die.
rispettivamente completavano il follow-up con una dosegiornaliera media di 426 mg di Sinemet e 728 mg di
L-dopa metile cloridrato:
Sinemet CR; solo il 20% in entrambi i gruppi aveva pre-
Levomet flaconi polvere + solvente; 1 ml di solu-
sentato fluttuazioni e/o discinesie nel corso dello studio.
zione ricostituita = 251,2 mg di L-dopa (Chiesi
Nel secondo studio, la ritenzione percentuale era a 5 anni
ancora più bassa, avendo completato il follow-up soltanto
Dosaggio: come terapia aggiuntiva "al bisogno".
il 47% dei pazienti con Madopar (719 mg/die) ed il 53%
Dosaggio unitario consigliato: 1 ml di soluzione (251,2
dei pazienti con Madopar HBS (638 mg/die). Le fluttua-
mg/die di L-dopa); sconsigliate più di 2 somministra-
zioni motorie erano simili nei due gruppi (59% vs. 57%) e
così le discinesie (41% vs. 34%).
Alcuni studi in aperto e controllati [2, 19–21] hanno
rilevato un certo miglioramento delle fluttuazioni motorie(riduzione del tempo off) in pazienti con malattia avanza-
Inibitore MAO B irreversibile, sviluppato negli anni '60
ta, in cui il Sinemet era stato sostituito con Sinemet CR. Di
come antidepressivo, ha un moderato effetto sintomatico; fra
fatto, la frequenza delle somministrazioni di L-dopa si
i suoi metaboliti si annoverano la L-anfetamina e la L-metan-
riduceva del 20–40%, ma la dose totale aumentava del
fetamina, facilitanti il release di dopamina, seppur in misura
15–35%, e quasi sempre era necessario mantenere una
ridotta rispetto alla D-anfetamina.
dose al mattino di L-dopa standard. Le discinesie difasiche
Alcuni studi controllati dimostrano un effetto sintomatico
e la distonia di fine dose erano spesso aumentate, indican-
del 10% circa in pazienti de novo [23–26]. Altri studi control-
do che il beneficio sulle fluttuazioni era correlato alla
lati hanno valutato l'efficacia della selegilina come aggiunta
ridotta frequenza delle somministrazioni di L-dopa, a spese
alla terapia con L-dopa nella MP avanzata con risultati con-
di un carico dopaminergico maggiore e delle relative con-
traddittori: in alcuni, si osservò una riduzione del wearing off
seguenze in termini di discinesie.
[27, 28], in altri, nessun effetto significativo, se non una ridu-zione del 20% circa delle dosi di L-dopa [29]. Tra gli effetti
L-Dopa metile
collaterali spesso segnalati: insonnia, confusione, allucinazio-
Di recente introduzione, estremamente solubile in acqua,
ni, ipotensione ortostatica e aumento delle discinesie.
può essere utilizzata nei parkinsoniani fluttuanti "al biso-
Infine, in uno studio retrospettivo [30], è stata riportata
gno" per accelerare l'assorbimento e l'effetto antiparkin-
una mortalità maggiore in un gruppo di pazienti trattati con
La terapia della malattia di Parkinson
l'associazione L-dopa/selegilina, rispetto ai pazienti inmonoterapia con L-dopa. Questo risultato non è stato con-
Efficacia: efficace nel wearing off
fermato da una metanalisi di studi analoghi per un totale di524 pazienti [31].
Comtan 200 mg cpr (Novartis Farma)
Efficacia: probabilmente efficace
Dosaggio: 200 mg associati ad ogni somministrazione di
Preparati commerciali:
Jumex 10 mg cpr (Chiesi Farmaceutici)Jumex 5 mg cpr (Chiesi Farmaceutici)
TolcaponeInibitore periferico e centrale delle COMT, di provata effi-
Dosaggio: 10 mg/die
cacia [37] nel wearing off, è stato sospeso dal novembre1998 per l'insorgenza di alcuni casi fatali di epatite. È atte-sa una definitiva pronuncia delle autorità regolatorie.
Inibitori COMT
EntacaponeInibitore COMT periferico, selettivo e reversibile, con breve
La dimostrazione dell'efficacia antiparkinsoniana dell'a-
emivita plasmatica (1,5 ore) e breve durata del blocco enzi-
pomorfina [38] antedata largamente quella della L-dopa,
matico. Il farmaco aumenta l'emivita di eliminazione pla-
ma questo prototipo dei DA-agonisti trovò impiego per
smatica della L-dopa senza aumentare il picco di assorbi-
lungo tempo soltanto come emetico per la sua eccezionale
mento (Cmax) e riduce i livelli plasmatici di 3-ossi-metildopa,
capacità di indurre nausea e vomito per dosi analoghe alla
metabolita potenziale competitore della L-dopa per il carrier
dose/soglia antiparkinsoniana di 2 mg per via sottocuta-
a livello della barriera emato-encefalica.
nea. Nel 1974, in piena era L-dopa, Calne et al. [39] dimo-
Alcuni studi in aperto hanno evidenziato che l'effetto
stravano l'attività antiparkinsoniana della bromocriptina e,
di aumento dell'emivita plasmatica della L-dopa si associa
negli anni seguenti, sono stati testati clinicamente nuovi
ad un'aumentata durata d'azione della L-dopa stessa con
DA-agonisti di maggiore efficacia, tanto che oggi sono
riduzione del wearing off [32, 33]. Studi controllati su
disponibili in Italia 8 farmaci di questa classe. Nella
larga scala [34, 35, 36] hanno evidenziato un aumento
Tabella 3 sono riportati i principali parametri farmacocine-
della durata dell'on di 1 ora [34], 1 ora e 24' [35] ed 1 ora
tici dei DA-agonisti, fra i quali è stato incluso piribedil
e 42' [36], in pazienti con fluttuazioni, e contemporanea
approvato come farmaco antiparkinsoniano in alcuni Paesi
possibilità di riduzione della dose di L-dopa di 50–100
europei, ma non in Italia.
mg/die (9–27% della dose giornaliera).
Questa classe di farmaci è stata sviluppata inizialmen-
Nessun effetto collaterale di rilievo è stato rilevato ad
te per il trattamento della MP avanzata, come aggiunta
eccezione talora di un aumento delle discinesie e di una
(add on) e sostituzione parziale della L-dopa stessa (30%
innocua colorazione arancio delle urine.
circa della dose giornaliera), con il risultato di un contem-
Tabella 3 Caratteristiche farmacocinetiche dei dopaminoagonisti
Legame proteine (%)
Biodisponibilità (%)
Tmax, tempo in cui viene raggiunta la massima concentrazione plasmatica; T1/2, emivita plasmatica
La terapia della malattia di Parkinson
poraneo miglioramento delle fluttuazioni motorie e delle
ma potenzialmente gravi, sono le sindromi fibrotiche a
discinesie. In epoca del tutto recente alcuni DA-agonisti
localizzazione cardiopolmonare e retroperitoneale, che ini-
sono stati valutati come terapia iniziale in alternativa alla
ziano con un versamento delle sierose e che sono provoca-
L-dopa, evidenziando complessivamente una maggior fre-
te quasi esclusivamente dai derivati ergolinici.
quenza di effetti collaterali dopaminergici periferici e cen-
Benché fosse da tempo ben nota la capacità dei DA-
trali ed un'efficacia lievemente inferiore almeno per i
agonisti e della L-dopa di indurre sonnolenza e sedazione,
primi 2–5 anni di malattia; tuttavia, la frequenza e la gra-
solo da pochi anni è stata evidenziata la non frequente pos-
vità di fluttuazioni/discinesie nei pazienti trattati con DA-
sibilità che la terapia dopaminergica possa indurre attacchi
agonisti in monoterapia o in associazione con basse dosi di
di sonno (episodi di sonnolenza irresistibile che compaio-
L-dopa è inferiore rispetto alla monoterapia con L-dopa.
no senza alcun preavviso o con prodromi modesti e tali danon consentire efficaci contromisure; generalmente il
Modalità d'uso ed effetti collaterali
paziente non conserva memoria degli eventi immediata-
Tutti i DA-agonisti producono uno spettro di effetti colla-
mente precedenti il colpo di sonno), talora alla guida con
terali mediati dalla stimolazione dei recettori dopaminergi-
conseguente rischio di incidenti stradali. L'osservazione
ci sia a livello periferico (nausea, vomito, ipotensione
iniziale [44] è stata effettuata in uno studio comprendente
ortostatica) che centrale (sonnolenza, sogni vividi ed allu-
8 pazienti, 7 dei quali in terapia con pramipexolo ed 1 con
cinazioni) [40]. D'altra parte, i DA-agonisti presentano
ropinirolo; osservazioni successive, fino alla metà del
assente o minima propensione a provocare discinesie e
2001, sono state raccolte in una recente review [45], tali
distonie (almeno in pazienti mai esposti alla L-dopa). La
osservazioni coinvolgono un numero complessivo di 96
possibile insorgenza di effetti collaterali periferici precoci
pazienti con una distribuzione per trattamento (38 ropini-
impone la necessità di iniziare la terapia con basse dosi di
rolo, 32 pramipexolo, 13 bromocriptina, 23 lisuride o piri-
DA-agonista e di aumentarne gradualmente il dosaggio.
bedil, 5 pergolide, 2 apomorfina, 1 cabergolina, 8 levodo-
La co-somministrazione di domperidone, un selettivo
pa monoterapia) che autorizza a ipotizzare un effetto gene-
antagonista dei recettori periferici D2, sprovvisto di atti-
rale della terapia dopaminergica. L'EMEA, agenzia euro-
vità centrale in vivo per la sua incapacità di passare la bar-
pea per la valutazione dei farmaci, si è ufficialmente pro-
riera ematoencefalica [41], è in grado di ridurre notevol-
nunciata sul problema con una nota del 28 febbraio 2002
mente gli effetti collaterali periferici e viene routinaria-
(CPMP/578/02), sostenendo che almeno apparentemente
mente impiegata, almeno nei primi mesi di terapia. Oltre a
gli attacchi di sonno sono stati più frequentemente riporta-
possedere un effetto antiemetico per diretta azione sul cen-
ti con pramipexolo e ropinirolo. Alcuni studi prospettici
tro del vomito, il domperidone stimola lo svuotamento
hanno valutato mediante questionario e/o la scala di
gastrico ed è in grado di aumentare lievemente la pressio-
Epworth la sonnolenza diurna e la presenza di eventuali
ne arteriosa. Questo farmaco trova quindi un'estesa appli-
attacchi di sonno in ampi gruppi di pazienti e controlli per
cazione nel trattamento della MP, sia come antagonista
un totale di 1906 parkinsoniani [46–51]. Costante in que-
degli effetti periferici dopaminergici della L-dopa, soprat-
sti studi il reperto di un'eccessiva sonnolenza diurna nei
tutto in associazione con i DA-agonisti, che per l'ipoten-
parkinsoniani rispetto ai controlli, apparentemente indi-
sione ortostatica.
pendente dal tipo di trattamento dopaminergico. È stata
La co-somministrazione con i DA-agonisti, introdotta nel
tuttavia rilevata una certa variabilità nella prevalenza di
1979 [42–43], dovrebbe essere considerata alla stessa stre-
attacchi di sonno nei vari studi (da 3,8% a 30,5%) [46, 47,
gua di quella di L-dopa/carbidopa e di L-dopa/benserazide,
49, 51]. Secondo l'ipotesi prevalente la malattia per sé, in
almeno nelle fasi iniziali del trattamento. Questa terapia con-
associazione alla terapia dopaminergica, determinerebbe
sente infatti di raggiungere più rapidamente la dose efficace
un'alterazione della struttura del sonno notturno con con-
del DA-agonista con minori effetti collaterali e rischi per il
seguente sonnolenza diurna e talora attacchi di sonno; altre
paziente. Generalmente 4–6 giorni di trattamento con dom-
ipotesi attribuiscono alla malattia la responsabilità preva-
peridone 60 mg/die, ripartiti in tre dosi, precedono l'inizio
lente dei disturbi del sonno e della vigilanza [52]. Al di là
della terapia con DA-agonisti; una volta iniziata la sommini-
della completa comprensione del fenomeno, è certo che i
strazione di DA-agonista, in caso di effetti collaterali dopa-
dati riportati rendono necessaria almeno un'indagine
minergici, è possibile aumentare la dose giornaliera di dom-
anamnestica sulla presenza o meno di sonnolenza diurna o
peridone a 90 mg/die. Raggiunta la dose efficace di DA-ago-
di veri e propri colpi di sonno nei pazienti con più lunga
nista, dopo 1–2 mesi la somministrazione di domperidone
storia di malattia: l'entità del disturbo detterà le scelte dia-
può essere progressivamente ridotta fino alla sospensione
gnostiche (poligrafia) e terapeutiche successive (riduzione
totale: soltanto pochi pazienti hanno generalmente la neces-
della dose, sostituzione del DA-agonista).
sità di continuare la terapia con domperidone/DA-agonistaper un periodo superiore a 3–6 mesi.
Efficacia comparativa dei DA-agonisti
I DA-agonisti presentano anche altri effetti collaterali
A tutt'oggi non esistono studi comparativi sull'efficacia
quali edemi agli arti inferiori ed eritromelalgia; molto rare,
terapeutica dei DA-agonisti di più recente introduzione
La terapia della malattia di Parkinson
(pergolide, ropinirolo, pramipexolo e cabergolina), che
Efficacia: efficace nella malattia avanzata come add on,
sono stati generalmente esaminati vs. bromocriptina,
probabilmente efficace in monoterapia nella malattia ini-
rispetto alla quale mostrano una maggior efficacia, sia in
fase iniziale [53] che in fase avanzata [54,55].
La sostituzione di un DA-agonista con un altro agoni-
sta, talora necessaria per mancanza di efficacia o per
Bromocriptina Dorom 5 mg cps (Dorom)
insorgenza di effetti collaterali, può essere eseguita con
Bromocriptina Dorom 10 mg cps (Dorom)
modalità temporali diverse (sostituzione immediata o
Parlodel 2,5 mg cps (Novartis Farma)
lenta), tenendo conto di valori di equivalenza ricavati talo-
Parlodel 5 mg cps (Novartis Farma)
ra indirettamente dalla letteratura (Tab. 4). Un unico stu-
Parlodel 10 mg cps (Novartis Farma)
dio, disegnato a questo scopo, ha evidenziato l'assolutasicurezza della sostituzione immediata (1 giorno) rispetto
Dosaggio: dose media efficace 15–30 mg/die (o più)
a quella lenta (8 settimane) per pramipexolo vs. bromo-criptina o pergolide [56].
Tabella 4 Dosi equivalenti di dopaminoagonisti
Derivato ergot, D1/D2 agonista, emivita plasmatica 63–68ore, biodisponibilità 60%.
Dosi equivalenti (mg)
Studi in monoterapia nella malattia iniziale. Uno studio
in doppio cieco e su larga scala della durata di 5 anni, pub-
blicato come interim ad 1 anno [67] e in forma preliminare
con i dati definitivi a 5 anni [15], ha confrontato efficacia e
tollerabilità di cabergolina alla dose massima di 4 mg/die vs.
L-dopa alla dose massima di 600 mg/die. Dopo 5 anni il 64%
dei pazienti trattati inizialmente con cabergolina avevanonecessità di aggiunta di L-dopa, mentre tale percentuale siriduceva al 47% nel gruppo randomizzato alla monoterapia
iniziale con L-dopa. La dose media di L-dopa a fine studio era
Derivato ergot, agonista D2, parziale antagonista D1, emi-
di 431 mg/die nel gruppo cabergolina e 783 mg/die nel grup-
vita plasmatica 6 ore e biodisponibilità 8%.
po L-dopa. Mentre nel corso del primo anno il miglioramen-
Studi in monoterapia nella malattia iniziale. Due stra-
to dello score motorio era sovrapponibile nei due gruppi, a 5
tegie sono state confrontate nel tempo: l'impiego di basse
anni il gruppo trattato con cabergolina mostrava un miglio-
dosi (10–30 mg/die) con incremento lento del dosaggio
ramento motorio inferiore ma nel contempo una minore fre-
(low and slow), che prevedeva una dose di partenza di 1
quenza di complicanze motorie valutate come fluttuazioni o
mg/die, e quello di dosi elevate (36–50 mg) con incre-
discinesie, rispetto al gruppo in monoterapia con L-dopa.
mento rapido (high and fast) e contemporaneo impiego di
Studi in add on nella malattia avanzata. Sono stati pub-
domperidone per ridurre l'effetto emetico. La strategia ad
blicati due studi controllati vs. placebo, uno [68] a breve ter-
alto dosaggio [57–60] si è dimostrata più efficace rispetto
mine e su di un gruppo di 37 pazienti mostrava a favore di
a quella a basso dosaggio [61–63] in relazione alla mag-
cabergolina una riduzione significativa della durata dell'off,
giore ritenzione dei pazienti al follow-up a 3–5 anni.
l'altro [69] a medio termine (6 mesi) e su di un gruppo di 188
Studi "add on" nella malattia avanzata. Oltre a nume-
pazienti, una riduzione della dose di L-dopa ed un aumento
rosi studi in aperto, alcuni studi controllati o randomizza-
del tempo in on oltre ad un miglioramento della parte II e III
ti hanno valutato bromocriptina vs. pergolide, ropinirolo,
della UPDRS. Un unico studio controllato [70] ha valutato
lisuride, cabergolina e tolcapone. L'efficacia è risultata
l'efficacia comparativa di cabergolina rispetto a bromocrip-
sovrapponibile o minore per bromocriptina.
tina (con un rapporto di equivalenza di 1:7) in 48 pazienti
Studi sull'associazione precoce. In questi studi, gene-
con fluttuazioni e discinesie e con un follow up medio di 9
ralmente in aperto, la L-dopa veniva aggiunta a bromo-
mesi; nessuna differenza significativa emergeva fra i due far-
criptina dopo un periodo variabile (in genere di pochi
maci relativamente ad efficacia e tollerabilità.
mesi) di monoterapia con bromocriptina [64–66]. I datiottenuti indicano una buona efficacia con ridotta inciden-
Efficacia: efficace nella malattia iniziale in monoterapia
za di discinesie/fluttuazioni. Gli effetti collaterali osserva-
e nella malattia avanzata in associazione alla L-dopa
ti nei vari studi sono quelli di tipo dopaminergico centrali
(psicosi) e periferici (emesi, edema agli arti inferiori, ipo-
Cabaser 1mg cpr (Pharmacia & Upjohn)
tensione ortostatica); molto rari e riportati come case
Cabaser 2mg cpr (Pharmacia & Upjohn)
report, fibrosi retroperitoneale e versamento pleurico opericardico.
Dosaggio: 2–6 mg/die (dose media efficace 4 mg/die)
La terapia della malattia di Parkinson
persistenza del miglioramento a 2 anni. Gli effetti collaterali
Derivato ergot, D1/D2 agonista, emivita plasmatica 1–7
sono di tipo dopaminergico centrale e periferico; rari i casi di
ore, biodisponibilità 20%.
fibrosi retroperitoneale e pleuropericardica.
Pochi studi in aperto suggeriscono l'efficacia in mono-
terapia nei pazienti de novo [71–72]. Egualmente pochi,
Efficacia: efficace nella malattia iniziale in monoterapia
ma controllati e con risultati favorevoli di efficacia e tolle-
e nella malattia avanzata in associazione alla L-dopa
rabilità, sono gli studi add on [73–74].
Efficacia: probabilmente efficace in monoterapia; effica-
Nopar 0,05 mg cpr (Eli Lilly)
ce come add on
Nopar 0,25 mg cpr (Eli Lilly)Nopar 1 mg cpr (Eli Lilly)
Nopar Starter (Eli Lilly)
Dopergin 0,2 mg cpr (Farmades)Dopergin 0,5 mg cpr (Farmades)
Dosaggio: 1,5–4,5 mg/die (dose media efficace 3
Dopergin 1 mg cpr (Farmades)
Dosaggio: 0,6–5 mg/die (dose media efficace 1–2
RopiniroloNon ergolinico, D2 agonista (D3 preferring), emivita pla-
smatica 3–10 ore, biodisponibilita 50%.
Derivato ergot, emivita plasmatica 12 ore, biodisponibilità
È stato studiato in modo controllato e su larga scala in
pazienti de novo [16, 89–91] ed in pazienti già in tratta-
Pochi studi in aperto sia come monoterapia che come add
mento con L-dopa [92–93] con risultati favorevoli.
on. Un unico studio controllato della durata di 3 mesi ha
Un'analisi più approfondita merita uno studio di partico-
valutato con risultati favorevoli l'efficacia di diidroergocrip-
lare rilievo su pazienti de novo [16] a lungo termine (5 anni).
tina vs. lisuride, come aggiunta a preesistente terapia con L-
Sono stati randomizzati 268 pazienti, 179 trattati con ropini-
dopa, in 68 pazienti con malattia avanzata [74]. In un recen-
rolo ed 89 con L-dopa; la dose massima giornaliera consen-
te studio multicentrico controllato vs. placebo, della durata di
tita era di 24 mg per ropinirolo e 1200 mg per L-dopa. In caso
6 mesi, è stata evidenziata l'efficacia di tale farmaco anche
di necessità, i pazienti di entrambi i gruppi potevano riceve-
in monoterapia in 123 parkinsoniani de novo [75].
re come farmaco di soccorso L-dopa in aperto. L'obiettivoprimario dello studio consisteva in una valutazione dell'inci-
Efficacia: probabilmente efficace sia in monoterapia che
denza di discinesie nei due gruppi di trattamento, nell'ipote-
come add on
si di una ridotta incidenza nel gruppo trattato con ropinirolo.
La ritenzione, nello studio a 5 anni, è risultata sovrapponibi-
le nei due gruppi terapeutici: 47% per ropinirolo e 51% per
Daverium 20 mg cpr (Monsanto)
L-dopa. Dei pazienti del gruppo ropinirolo che hanno porta-to a termine lo studio (85/179), 29 (16%) hanno assunto sol-
Dosaggio: 10–120 mg/die (dose media efficace 60
tanto ropinirolo e 56 (31%) L-dopa di soccorso; nel gruppo
L-dopa dei pazienti che hanno portato a termine lo studio(45/89), 29 (32%) non hanno assunto L-dopa di soccorso, che
è invece risultata necessaria per 16 (17%) pazienti. La dose
Derivato ergot, D1/D2 agonista, emivita plasmatica 15–27
media giornaliera di ropinirolo a fine studio era di 16,5 mg,
ore, biodisponibilità 20%.
quella di L-dopa di soccorso di 427 mg, infine la dose di L-
Studi in monoterapia. Due studi pubblicati, uno in aperto
dopa (incluso quella di soccorso) nel gruppo L-dopa era di
randomizzato [76] e l'altro controllato [77], hanno eviden-
753 mg. Le discinesie si sono manifestate nel 20% (36/177)
ziato efficacia a breve termine (6 mesi) vs. L-dopa e placebo
dei pazienti del gruppo ropinirolo e nel 45% (40/88) del
rispettivamente. È stato pubblicato solo come abstract [78]
gruppo L-dopa. L' efficacia antiparkinsoniana, misurata con
uno studio a lungo termine (3 anni) in cui pergolide è stato
la UPDRS (parte motoria), è risultata pari a 4,5 punti e favo-
comparato con L-dopa, con risultati di efficacia e di ritenzio-
revole per la L-dopa, mentre la UPDRS (parte attività quoti-
ne al termine dello studio del tutto sovrapponibili.
diane) non ha rilevato differenze significative fra i 2 gruppi.
Studi in add on nella malattia avanzata. Pergolide pre-
Non si sono evidenziate differenze significative nella com-
senta il maggior numero di studi controllati in questo tipo di
parsa delle fluttuazioni tipo wearing off fra i 2 gruppi, come
strategia [79–87]; per dosi medie di 3 mg/die la L-dopa può
pure per gli effetti collaterali (era consentito domperidone) e
essere ridotta del 35% circa, con miglioramento clinico del
per le sospensioni dallo studio dovute ad effetti collaterali
30%. In uno studio in aperto Jankovic [88] ha indicato una
(27% per ropinirolo vs. 33% per L-dopa). Pertanto, l'impie-
La terapia della malattia di Parkinson
go precoce del ropinirolo in monoterapia con l'eventuale
L'apomorfina è stata studiata in serie retrospettive nella
aggiunta di somministrazioni di L-dopa a basso dosaggio
malattia avanzata, sia come somministrazione estemporanea
riduce la frequenza e l'intensità delle discinesie, seppur a
sottocute [101], per ridurre la durata dell'off o mitigare la
spese di un miglioramento lievemente inferiore dei sintomi
distonia off, sia con somministrazione continua mediante
pompa da infusione sottocutanea (sc) [102–104]. Un recentestudio [105] in doppio cieco randomizzato ha confermatol'efficacia dell'apomorfina in bolo a dosaggi variabili da 5 a
Efficacia: efficace in monoterapia nella malattia iniziale
6 mg in pazienti che mantengono una buona risposta alla L-
ed in associazione alla L-dopa nella malattia avanzata
dopa per gran parte delle giornata e che presentano off impre-vedibili o drug resistant off (soprattutto nel periodo post pran-
diale) che possono ripetersi più volte nel corso della giornata.
Requip 0,25 mg cpr (Glaxo SmithKline)
Per quanto riguarda l'infusione continua, i trial clinici
Requip 0,5 mg cpr (Glaxo SmithKline)
eseguiti hanno dimostrato una riduzione della percentuale
Requip 1 mg cpr(Glaxo SmithKline)
di ore in off intorno al 60% e una riduzione del dosaggio di
Requip 2 mg cpr (Glaxo SmithKline)
L-dopa intorno al 40%. Uno di questi studi enfatizza la
Requip 5 mg cpr (Glaxo SmithKline)
possibilità di una sostituzione quasi totale della L-dopa conapomorfina, che avrebbe come conseguenza una marcata
Dosaggio: 3–9 mg/die; dose massima 24 mg/die
riduzione delle discinesie e dell'off [106]. Sono stati trat-tati con apomorfina, in infusione continua sc in monotera-
pia o con dosi di 100–200 mg/die di L-dopa, 19 pazienti
Non ergolinico, D2 agonista (D3 preferring), emivita pla-
con gravi fluttuazioni motorie imprevedibili per un tempo
smatica 8–12 ore, biodisponibilità 90%, prevalente elimi-
minimo medio di 2,7 anni, con una riduzione del 65%
nazione renale.
nella gravità e dell'85% nella durata delle discinesie e una
Tre studi della durata di 9, 11 e 31 settimane hanno valuta-
concomitante riduzione del 25% dei periodi off.
to questo farmaco vs. placebo nei pazienti de novo, tutti con
Le indicazioni all'infusione continua con apomorfina
risultati favorevoli in termini di efficacia e tollerabilità [94–96].
riguardano pazienti con malattia di Parkinson idiopatica, che
Uno studio a lungo termine (2 anni) vs. L-dopa dimo-
manifestano fluttuazioni motorie e/o discinesie difficilmente
stra risultati di efficacia sovrapponibili, ma una significa-
controllabili dai diversi schemi terapeutici. Si tratta di
tiva riduzione delle complicanze motorie con pramipexolo
pazienti che presentano in genere soglie basse per le discine-
rispetto a L-dopa [97].
sie e soglie elevate per il raggiungimento dello stato di on e
Tre studi controllati, 2 vs. placebo [98–99] e uno vs.
che pertanto traggono il massimo giovamento dalla stimola-
bromocriptina [54], hanno valutato l'efficacia come add
zione dopaminergica continua. È necessario che i pazienti
on con risultati favorevoli.
siano particolarmente motivati a sottoporsi alla terapia ed
Uno studio controllato suggerisce un'efficacia particola-
abbiano un buon supporto familiare o esterno. Non dovran-
re di pramipexolo nel tremore resistente alla L-dopa [100].
no essere considerati per questo tipo di approccio terapeuti-co pazienti con insufficienza respiratoria, cardiaca, epatica,renale, pazienti con grave aritmia cardiaca, con età biologica
Efficacia: efficace in monoterapia nella malattia iniziale
molto avanzata, con grave psicosi dopaminergica, con pro-
e come add on nella malattia avanzata
blemi cognitivi e con ipotensione ortostatica.
Un primo protocollo terapeutico include premedicazio-
ne con domperidone (60 mg/die) a partire dai 3 giorni pre-
Mirapexin 0,18 mg cpr (pari a pramipexolo: 0,25
cedenti l'inizio dell'infusione e la sospensione di tutti i
mg) (Pharmacia & Upjohn)
farmaci antiparkinsoniani 12 ore prima di avviare l'infu-
Mirapexin 0,7 mg cpr (pari a pramipexolo: 1 mg)
sione con 1 mg/ora di apomorfina, dose che dovrà essere
(Pharmacia & Upjohn)
successivamente incrementata di 1 mg/ora ogni 4 ore, sinoal raggiungimento dello stato di on. Occorre aggiungere
Dosaggio: 1,05–3,3 mg/die (pari a pramipexolo
successivamente, se necessario, L-dopa, dapprima al mat-
0,375–4,5 mg/die). In caso di ridotta funzionalità renale
tino ed al pomeriggio, sino a 4–5 dosi al dì. I dosaggi medi
si consigliano dosi inferiori
di apomorfina da somministrare si assestano in genereintorno ai 4–8 mg/ora; è consigliabile non superare global-
mente il dosaggio di 100 mg nelle 24 ore. In genere, l'in-
È il primo dopaminoagonista usato nella malattia di
fusione viene sospesa durante le ore di sonno notturno.
Parkinson, ha un'emivita breve di 20–40 minuti dopo som-
Un altro schema prevede la sospensione di tutti i farmaci
ministrazione sottocutanea ed è un potente agonista dei
antiparkinsoniani ad eccezione della L-dopa 12 ore prima del-
recettori D1 e D2.
l'inizio dell'infusione. Si consiglia di iniziare con 1 mg/ora e
La terapia della malattia di Parkinson
di incrementare successivamente il dosaggio con le stesse
modalità del precedente protocollo, riducendo nel contempoprogressivamente il dosaggio di L-dopa, giorno per giorno,
Sono stati i primi farmaci moderni impiegati nel tratta-
sino al raggiungimento del dosaggio minimo efficace.
mento della malattia ed i primi lavori sono stati pubblicati
Mettendo a confronto i 2 protocolli, si può affermare che il
nel 1949. Ordenstein, un allievo di Charcot, che nel 1867
primo è più agevole e rapido, ma causa maggiore stress al
aveva scoperto l'effetto antiparkinsoniano della tintura di
paziente per la brusca interruzione del trattamento con L-dopa,
Belladonna (Atropa belladonna), per primo aveva sommi-
mentre il secondo è più complesso e lento, ma induce minore
nistrato atropina ad alcuni pazienti, come terapia per la
stress, evitando prolungati periodi di off. I noduli sottocutanei
scialorrea. Successivamente, vari preparati contenenti
(trattabili con pomate al cortisone), il priapismo e rarissimi epi-
atropina (infusi, percolati, tinture) furono a lungo utilizza-
sodi di anemia emolitica rappresentano gli effetti collaterali più
ti fino alla sintesi dei vari anticolinergici: biperidene, bor-
segnalati. Per l'anemia emolitica è consigliabile eseguire un test
naprina, metixene, orfenadrina, prociclidina, triesifenidile
di Coombs in fase di screening e, successivamente, ogni 6 mesi.
sono ancora in commercio in Italia.
Il meccanismo d'azione è quello di antagonismo musca-
rinico a livello degli interneuroni striatali; il blocco muscari-
Efficacia: probabilmente efficace nella malattia avanzata
nico si esercita anche a livello di altre aree nel SNC e sulsistema autonomo, con conseguenti effetti collaterali centra-
li (deterioramento cognitivo, abuso) e periferici (tachicardia,
Apofin Stylo 3 ml 1% fl sc (penject) (Chiesi
ritenzione, stipsi, xerostomia, deficit dell'accomodazione).
L'efficacia degli anticolinergici è modesta e prevale su
Apofin sottocute 5 ml 1% fl (Chiesi Farmaceutici)
tremore [112] e rigidità. Nonostante il modesto beneficio,molti pazienti non tollerano la brusca sospensione degli
Dosaggio: per infusione continua sc 1–7 mg/ora per 12
anticolinergici e la sostituzione con farmaci dopaminergi-
ore (dose comunque da individualizzare). Penject: dose
ci e presentano un peggioramento marcato del parkinsoni-
aggiuntiva "al bisogno" di 2–6 mg
smo, sicuramente superiore al miglioramento generato dal-l'anticolinergico stesso e verosimilmente determinato da
meccanismi di ipersensibilizzazione [113].
Nel 1969 Schwab [107] osservò un paziente parkinsoniano
Efficacia: probabilmente efficaci su tremore, rigidità e
migliorato a seguito di prescrizione come antinfluenzale di
200 mg/die di amantadina. Questa singola osservazione è
stata in seguito confermata da molteplici studi. In seguito
a somministrazione orale, l'amantadina mostra un picco
Akineton 5 mg 1 ml fl im – ev (Ravizza)
d'assorbimento dopo 2–6 ore, l'emivita plasmatica è quasi
Akineton R 4 mg cpr (Ravizza)
di 24 ore e l'eliminazione è prevalentemente renale.
Akineton 2 mg cpr (Ravizza)
Numerosi studi in aperto e alcuni controllati con amantadi-
Dosaggio: Akineton fl 10–20 mg/die, Akineton R
na in monoterapia vs. placebo [108] hanno mostrato un miglio-
2–8 mg/die, Akineton 1–6 mg/die
ramento di circa il 30% dei pazienti nella malattia iniziale.
Uno studio in aperto in pazienti con fluttuazioni aveva
Sormodren 4 mg cpr (Ravizza)
mostrato una certa efficacia [109], che tendeva a scomparire
Dosaggio: 6–12 mg/die
nel giro di un anno. Più recentemente, studi controllati a
breve (2 settimane) ed a lungo termine (1 anno) [110–111]
Tremaril 5 mg cpr (Mdm)
hanno dimostrato un netto effetto antidiscinetico del farmaco.
Dosaggio: 20–60 mg/die
Gli effetti collaterali più frequenti sono livaedo reticu-
laris, edema agli arti inferiori, insonnia, xerostomia e rara-
Disipal 40 mg 2 ml fl im (Yamanouchi Pharma)
mente psicosi.
Disipal 50 mg conf (Yamanouchi Pharma)
Dosaggio: Disipal fl 40–160 mg/die, Disipal conf
Efficacia: probabilmente efficace nella malattia iniziale
ed avanzata, efficace nelle discinesie da L-dopa
Kemadrin 5 mg cpr (Glaxo-SmithKline)
Dosaggio: fino a 60 mg/die (dose media 30 mg/die)
Mantadan 100 mg cpr (Boehringer Ingelheim)
Artane 2 mg cpr (Wyeth Lederle)
Dosaggio: 200 mg/die
Dosaggio: 6–10 mg/die
La terapia della malattia di Parkinson
La terapia neuroprotettiva
striatale di beta-CIT, osservata nei pazienti trattati con L-dopa era sovrapponibile a quella osservata in studi con-
La neuroprotezione è definita come un intervento terapeu-
dotti su pazienti non trattati, si può ragionevolmente ipo-
tico finalizzato a rallentare o a bloccare la progressione
tizzare che il trattamento con pramipexolo abbia determi-
della degenerazione neuronale, che non necessariamente
nato una minore perdita della proteina di trasporto della
rimuove le cause della malattia, ma interviene sui mecca-
dopamina e corrispondentemente di neuroni nigro-striata-
nismi patogenetici della morte neuronale, modificando la
li. La mancanza di una sicura correlazione fra uptake
storia naturale della malattia. Dei numerosi farmaci pro-
striatale del beta-CIT, perdita di neuroni nigro-striatali e
posti e sperimentati soltanto alcuni sono stati studiati cli-
progressione della malattia, rende tuttavia necessari ulte-
riori studi nei quali, su numeri più cospicui di pazienti, ildato biologico dell'uptake striatale di un marcatore del
trasportatore della dopamina venga confrontato e correla-to con differenti marker clinici della degenerazione nigro-
Questa classe di farmaci esercita un'attività neuroprotetti-
va sia in vitro che in vivo, su vari modelli sperimentali dimalattia di Parkinson: l'attività sulla trasmissione dopa-
minergica potrebbe per sé determinare, attraverso una sti-molazione degli autorecettori, una riduzione del turn over
Inibitore MAO B, dotato anche di un moderato effetto sin-
della dopamina e quindi della formazione di radicali libe-
tomatico, è stato studiato in un ampio trial randomizzato e
ri generati dal metabolismo ossidativo della dopamina
controllato denominato DATATOP [23], ma i risultati,
stessa. D'altra parte, numerosi dati sperimentali suggeri-
considerati inizialmente positivi, non hanno retto la criti-
scono per la maggior parte dei dopaminoagonisti un'atti-
ca relativa alla brevità eccessiva del wash out, che non eli-
vità neuroprotettiva intrinseca alla molecola e del tutto
minava del tutto l'effetto sintomatico postumo. L'effetto
indipendente dall'attività dopaminergica: essi si sono
sintomatico mascherava quindi il potenziale effetto di ral-
dimostrati efficienti scavengers dei radicali liberi, neuro-
lentamento della progressione di malattia, rendendo lo
protettivi nell'assotomia del nervo facciale, nell'ischemia
studio inutile. Un moderato effetto di rallentamento della
cerebrale e nella neurotossicità in vitro e in vivo da MPTP
progressione di malattia, dopo wash out di durata adegua-
e 6-OHDA [114].
ta, è stato dimostrato su gruppi non numerosi di pazienti
La difficoltà di valutare un eventuale effetto di neuro-
protezione, esercitato da farmaci provvisti anche di effettisintomatici come i DA-agonisti, potrebbe essere superata
Vitamina E
dall'utilizzo delle metodiche di neuroimaging. Pertanto iparametri da valutare nel tempo, per cogliere differenti
Dopo uno studio non controllato di Fahn [117], che indi-
velocità di progressione della neurodegenerazione, potreb-
cava un rallentamento della progressione della malattia
bero essere rappresentati non solo dall'osservazione clinica
per dosi di 3,2 g/die, lo studio DATATOP, che compren-
dello score motorio, ma anche dalla misurazione indiretta
deva anche un gruppo trattato con vitamina E, non evi-
del numero dei neuroni dopaminergici nigrostriatali,
denziava nessun effetto di neuroprotezione per dosi di 2
mediante marcatori scintigrafici dei neuroni stessi.
Dei molteplici studi di neuroprotezione valutata con
neuroimaging, effettuati con diversi DA-agonisti, a
tutt'oggi è stato pubblicato solo il calm-PD-CIT, relativoad un possibile effetto neuroprotettivo del pramipexolo
Un unico studio retrospettivo su di un ampia popolazione
[115], mentre sono in pubblicazione gli studi relativi a
di pazienti ha evidenziato un'aumentata sopravvivenza
ropinirolo (real-pet) e pergolide (pelmo-pet). Lo studio
nel gruppo trattato con amantadina [118].
calm-PD-CIT, nell'ambito del più ampio studio clinicocalm-PD [97], ha valutato, basalmente e dopo 22, 34 e 44mesi di trattamento, 82 pazienti trattati con pramipexolo(43) o con L-dopa (41) mediante SPECT con (123 I) beta-
Terapia iniziale: scelta del tempo d'inizio della terapia
CIT, ligando della proteina di trasporto della dopamina.
e del tipo di farmaco
L'uptake striatale del beta-CIT si riduceva progressiva-mente ai tre tempi di osservazione in tutti i pazienti, ma
La diagnosi di malattia di Parkinson e le relative informa-
in maggior misura nel gruppo trattato con L-dopa, sugge-
zioni al paziente ed ai familiari precedono immediata-
rendo un possibile effetto protettivo del pramipexolo
mente le scelte di terapia. Il tempo d'inizio della terapia
oppure di accelerazione della degenerazione da parte di L-
farmacologia dipende dal tipo di farmaco che si intende
dopa. Poiché la perdita annuale del 7% circa dell'uptake
impiegare e dall'entità del danno funzionale. La scelta del
La terapia della malattia di Parkinson
farmaco o dei farmaci per il paziente con malattia iniziale
La comparsa di effetti collaterali e la risposta terapeu-
dipende da diversi fattori:
tica soddisfacente o insoddisfacente devono guidare lo
conoscenze relative agli agenti farmacologici, alla loro
specialista verso scelte terapeutiche ottimali per il singolo
efficacia a breve e lungo termine ed agli effetti collate-
paziente. Pertanto i limiti di età riportati sopra devono
rali immediati e tardivi;
essere sempre valutati nel contesto biologico e socio-cul-
età e condizioni generali, tipo di attività lavorativa del
turale peculiari per ciascun paziente. Tuttavia, è opportuno
ricordare che sull'argomento della scelta della terapia ini-
La terapia dopaminergica con L-dopa o DA-agonisti
ziale esistono notevoli controversie [58, 119–125]; anche
rappresenta la scelta più adeguata rispetto a trattamenti
se molti studi controllati hanno valutato l'efficacia dei vari
sintomatici meno efficaci con amantadina, selegilina
farmaci sia nella fase iniziale che avanzata di malattia,
oppure anticolinergici. Le variabili determinanti l'entità
restano numerose incertezze sulla scelta del farmaco otti-
del danno funzionale sono costituite da: (a) lateralizzazio-
male a causa del numero relativamente modesto di pazien-
ne dei sintomi, (b) tipo di sintomo prevalente, (c) tipo di
ti studiati, del follow-up inadeguato e degli end point inap-
occupazione anche in relazione alla specifica riduzione
propriati e di scarso rilievo per il paziente: è questo il caso,
della capacità lavorativa, (d) fattori socio-culturali, (e) età.
ad esempio, delle complicanze motorie, discinesie e flut-
Attualmente si ritiene che la L-dopa eserciti un migliore
tuazioni, usate nei trial a lungo termine con DA-agonisti
effetto sintomatico, ma determini in molti casi una sindrome
[126]. Studi comparativi, su larga scala e con disegno sem-
tardiva con fluttuazioni/discinesie, dipendente dalla dose
plice e pragmatico potrebbero fornire molte risposte ai
cumulativa e dalla durata e gravità della malattia. Al contra-
problemi indicati.
rio, i DA-agonisti avrebbero un effetto sintomatico ridotto,
Il Gruppo italiano ha trovato un accordo sulle strate-
ma determinerebbero un numero più limitato di effetti
gie da adottare nella scelta terapeutica, come illustrato in
motori tardivi: questi dati sono stati verificati in pochi studi,
tutti però controllati ed a lungo termine (2–5 anni).
I requisiti minimi per considerare positiva una risposta
alla terapia farmacologica possono essere espressi in ter-mini di recupero di funzioni motorie e di attività della vita
Fase iniziale: risposta terapeutica sub-ottimale
quotidiana e quantificabili nella misura di circa il 15–30%;si può definire comunque positiva una risposta terapeutica
La terapia viene mantenuta stabile ai dosaggi minimi effi-
clinicamente apprezzabile e sostenuta nel tempo.
caci dei farmaci in monoterapia o in associazione (L-dopa
Considerando che il criterio di esposizione cumulativa
e/o DA-agonista), sino alla comparsa di risposta sub-otti-
alla L-dopa, in termini di dose giornaliera e di durata della
male e/o di iniziali complicanze nella risposta alla terapia,
terapia, appare in diretta relazione con lo sviluppo della
quali fluttuazioni motorie e discinesie.
sindrome tardiva da L-dopa, si suggeriscono le seguenti
Quando la risposta alla terapia diviene sub-ottimale,
strategie terapeutiche:
cioè insufficiente per un adeguato controllo dei sintomi
- impiego di monoterapia con DA-agonista;
parkinsoniani, sono possibili le seguenti opzioni terapeuti-
- impiego di monoterapia con L-dopa a basso dosaggio
(> 250–600 mg/die);
- Nei pazienti in monoterapia con DA-agonista (Fig. 2),
- associazione precoce di L-dopa a basso dosaggio e DA-
il farmaco può essere incrementato al dosaggio massi-
mo efficace e tollerato. L'impiego di DA-agonisti in
L'età è un fattore chiave nella scelta della strategia
monoterapia a dosaggi particolarmente elevati (supe-
terapeutica iniziale e diverse sono le scelte terapeutiche
riori a quelli raccomandati) può risultare clinicamente
efficace, ma deve essere considerato con estrema cau-
Malattia di Parkinson ad esordio precoce (<50 anni):
tela da parte del neurologo curante, per i possibili effet-
- monoterapia con DA-agonista;
ti collaterali. Teoricamente, può essere opportuno veri-
- associazione precoce di L-dopa a basso dosaggio e DA-
ficare la risposta ad un diverso DA-agonista, utilizzan-
do la metodica di sostituzione immediata a dosi equi-
- la presenza di tremore resistente alla terapia può giustifi-
valenti [56]. Tuttavia, nel paziente che manifesta un'i-
care l'impiego di farmaci anticolinergici e amantadina;
nadeguata risposta terapeutica, la strategia di prima
Malattia di Parkinson (50–70 anni):
scelta è costituita dall'introduzione in terapia della L-
- monoterapia con DA-agonista;
dopa, secondo il paradigma della cosiddetta "associa-
- monoterapia con L-dopa (basso dosaggio);
DA-agonista/L-dopa
- associazione L-dopa/DA-agonista;
L'introduzione della L-dopa deve rispondere al criterio
Malattia di Parkinson (>70 anni):
della dose minima efficace, aggiustando la singola dose
- monoterapia con L-dopa;
ed il numero di somministrazioni alle necessità indivi-
- associazione L-dopa /DA-agonista.
duali del paziente. È opportuno, tuttavia, limitare il
La terapia della malattia di Parkinson
Fig. 1 Scelta della terapia iniziale
Fig. 2 Pazienti in monoterapia con dopaminoagonisti
numero delle somministrazioni (range 1–4; tetto massi-
- Nei pazienti in terapia con L-dopa e DA-agonista
mo 5) ed evitare dosi del farmaco sub-terapeutiche, in
(Figg. 3a, b), prima di considerare ulteriori opzioni
particolare per quanto concerne la prima somministra-
terapeutiche, occorre sempre valutare la possibilità di
zione del mattino. Anche la scelta dei preparati a
un alterato assorbimento di L-dopa. Si suggerisce per-
"pronto" o "lento" rilascio deve essere personalizzata
tanto di mantenere costante il dosaggio di L-dopa,
sulla base delle caratteristiche cliniche del singolo
incrementando quello del DA-agonista, sino ad otte-
nere un miglioramento adeguato, valutando la possibi-
La terapia della malattia di Parkinson
Fig. 3a, b Pazienti in trattamento con associazione L-dopa e DA-agonisti
le comparsa di effetti collaterali dopaminergici. I
ministrazioni/die. L'incremento di dosaggio del DA-
dosaggi giornalieri dei DA-agonisti in questa fase di
agonista può in alcuni casi richiedere una riduzione
malattia sono: bromocriptina (15–30 mg), pergolide
della L-dopa, per evitare disturbi da eccessiva stimola-
(1,5–4,5 mg), ropinirolo (8–24 mg), pramipexolo
zione dopaminergica, come le discinesie. Qualora l'in-
(1,5–4,5 mg), cabergolina (2–6 mg). Solitamente, i
cremento del DA-agonista a dosi adeguate si riveli
DA-agonisti, con l'eccezione di cabergolina che con la
inefficace o determini la comparsa di effetti collaterali,
sua lunga emivita plasmatica consente la monosommi-
è possibile ricorrere alla sostituzione del DA-agonista.
nistrazione giornaliera, vengono somministrati tre
Un'insufficiente risposta terapeutica e/o la comparsa di
volte/die; in relazione alla loro emivita plasmatica, per
effetti collaterali specifici, la presenza di comorbidità
alcuni DA-agonisti sono possibili due o quattro som-
di tipo cardiovascolare ed autonomica, l'età avanzata
La terapia della malattia di Parkinson
Fig. 4 Pazienti in monoterapia con L-dopa
del paziente e la comparsa di iniziali segni di decadi-
Tabella 5 Malattia di Parkinson in fase avanzata: complicanze
mento cognitivo suggeriscono una strategia terapeutica
conservativa, che prevede l'utilizzo prevalente di L-dopa, aumentando il numero di somministrazioni (fino
Fluttuazioni motorie
Movimenti involontari
ad un massimo di 5/die) o il dosaggio per ogni singola
Perdita di risposta
Discinesie di picco
Risposta subottimale
Discinesie difasiche
- Nei pazienti in monoterapia con L-dopa (Fig. 4), in pre-
Deterioramento di fine dose
Distonie di picco
senza di intolleranza ai DA-agonisti, comorbilità car-
Distonia del mattino
diovascolare e/o autonomica, età avanzata, decadimen-
Acinesia al risveglio
to cognitivo o comunque elementi che abbiano sugge-
Fenomeni on-off
rito questa scelta terapeutica, si può aumentare il
numero delle somministrazioni (fino ad un massimo di5/die) oppure il dosaggio delle singole somministrazio-ni di L-dopa, usualmente del 20–30%.
con buona mobilità, a periodi di risposta ridotta o ineffica-ce con la ricomparsa dei sintomi parkinsoniani, con diver-se caratteristiche di prevedibilità e rapidità di insorgenza(deterioramento di fine dose o wearing off, off imprevedi-
Fase avanzata: la comparsa delle complicanze motorie
bili, fenomeni on-off); (c) movimenti involontari, a lorovolta distinguibili in discinesie e distonie. Frequentemente
Dopo un periodo di risposta farmacologica soddisfacente,
il paziente presenta contemporaneamente fluttuazioni
anche della durata di alcuni anni, l'effetto terapeutico della
motorie e movimenti involontari.
L-dopa è compromesso nel tempo dalla comparsa di com-
La denervazione dopaminergica striatale, strettamente
plicanze motorie (fluttuazioni motorie, discinesie) e non-
correlata alla progressione di malattia, e la dose cumulati-
motorie (disturbi psichici, cognitivi, disautonomici, sensi-
va di L-dopa sono le due variabili che meglio possono pre-
tivi), talora difficilmente controllabili.
dire il successivo sviluppo di movimenti involontari e flut-
Le complicanze motorie (Tab. 5) includono: (a) la rara
tuazioni motorie e che ne rappresentano i fattori patogene-
evenienza, in questa fase, di una perdita di risposta alla L-
tici fondamentali.
dopa, che induce a riconsiderare la diagnosi di MP (perdi-
Fattori presinaptici e postsinaptici possono giocare un
ta di risposta); (b) fluttuazioni motorie caratterizzate dal-
ruolo nella comparsa di fluttuazioni motorie e movimenti
l'alternanza di periodi (ore/minuti) di risposta alla L-dopa
involontari. La risposta alla L-dopa consiste di due compo-
La terapia della malattia di Parkinson
nenti: la risposta di breve durata, caratterizzata da un
Le complicanze motorie compaiono nel 5–10% dei
miglioramento dei sintomi motori parkinsoniani che dura
pazienti per ogni anno di trattamento con L-dopa [12].
poche ore dopo la somministrazione di ogni singola dose
Alcune complicanze, come il deterioramento di fine dose,
ed è in fase con le concentrazioni plasmatiche del farma-
i fenomeni on-off, i movimenti involontari, sembrano com-
co, e la risposta di lunga durata, che è caratterizzata da un
parire meno frequentemente nei pazienti trattati con bassi
prolungato effetto antiparkinsoniano che può mantenersi
dosaggi di L-dopa [14]; sono inoltre meno frequenti nei
anche per giorni dopo la sospensione del trattamento.
pazienti che hanno iniziato il trattamento, in fase precoce
Questi due tipi di risposta coesistono nei pazienti sottopo-
di malattia, con associazioni di L-dopa e DA-agonista o
sti a trattamento con L-dopa, ma nelle fasi iniziali di malat-
DA-agonista in monoterapia [15, 16, 65, 70, 97].
tia prevale la risposta di lunga durata, espressione di un'at-
Le complicanze motorie sono estremamente difficili da
tività dopaminergica più costante e fisiologica, dipendente
controllare e sono certamente la principale causa di disabi-
dalla funzionalità del compartimento dopaminergico presi-
lità dei pazienti parkinsoniani. Sebbene la L-dopa sia il far-
maco più efficace anche in questa fase di malattia, le com-
Con la progressione della degenerazione neuronale, in
plicanze motorie costringono medico e paziente ad adotta-
fase più avanzata di malattia, prevale la risposta di breve
re strategie complesse, basate essenzialmente sull'ottimiz-
durata, strettamente correlata alla disponibilità di L-dopa e
zazione del trattamento con L-dopa, sull'associazione di
quindi alle concentrazioni plasmatiche del farmaco.
farmaci che possano consentire una maggiore e più costan-
Tuttavia, in questa fase di malattia, si ottiene una risposta
te biodisponibilità (inibitori COMT), sull'associazione di
più breve anche dopo singola somministrazione di apo-
altri farmaci dopaminergici (DA-agonisti) o di farmaci che
morfina sc, farmaco che stimola direttamente i recettori
interagiscono con altri sistemi neurotrasmettitoriali (aman-
dopaminergici, suggerendo l'esistenza di una componente
post-sinaptica nella genesi delle complicanze motorie. Lastimolazione pulsatile dei recettori dopaminergici sembra
Perdita di risposta/ritardata risposta/assenza di risposta
giocare un ruolo importante nella genesi delle complican-ze motorie, come dimostrato da numerosi risultati speri-
Raramente si osserva in un paziente affetto da MP la scom-
mentali, che evidenziano una diretta relazione tra emivita
parsa della risposta alla L-dopa dopo diversi anni di effica-
plasmatica del farmaco (L-dopa e DA-agonisti) e capacità
cia. In questo caso va sospettato un parkinsonismo prima-
di provocare discinesie e fluttuazioni. Al primo posto si
rio come l'atrofia multisistemica. Tuttavia, un trattamento
colloca la L-dopa seguita dai vari DA-agonisti in ordine
con dosi elevate (1000–1500 mg/die) di L-dopa, per qual-
crescente di emivita plasmatica. Alcune osservazioni clini-
che settimana è consigliabile, prima di parlare di perdita di
che sono in linea con i dati sperimentali: la stimolazione
risposta alla terapia (Fig. 5). Frequentemente invece, in
dopaminergica continua con apomorfina somministrata
fase avanzata di malattia, i pazienti con risposta complica-
con pompa da infusione sc è talvolta efficace nella sindro-
ta alla terapia, possono accusare un ritardo nella risposta
me da trattamento a lungo termine con L-dopa ed è uno dei
ad una data dose di L-dopa o assenza di risposta (delayed
trattamenti di scelta nella malattia avanzata [104–106].
on e no on).
Fig. 5 Perdita di risposta
La terapia della malattia di Parkinson
Questi fenomeni generalmente sono espressione di una
quasi esclusivamente con la L-dopa. Sebbene i fenomeni
ridotta disponibilità plasmatica e cerebrale di L-dopa in
motori siano i più frequenti, va ricordato che anche disturbi
soggetti che, per la progressione della malattia, sono stret-
sensitivi, psichiatrici e autonomici possono essere espressio-
tamente dipendenti dalla L-dopa. Occorre quindi corregge-
ne di deterioramento di fine dose (parestesie, dolore, tachi-
re tutti i fattori responsabili di un inadeguato apporto peri-
cardia, sudorazione, disagio respiratorio).
ferico di L-dopa: dosaggio troppo basso, rallentamento
Sono disponibili diverse opzioni terapeutiche:
della velocità di svuotamento gastrico, competizione con
Aggiunta di un DA-agonista oppure aumento del
gli aminoacidi aromatici per l'assorbimento intestinale ed
dosaggio del DA-agonista (nei pazienti già in terapia
il trasporto attraverso la barriera emato-encefalica.
con l'associazione L-dopa + DA-agonista), mantenendo
L'assunzione di L-dopa a digiuno, l'uso di preparati liqui-
invariata il dosaggio di L-dopa. Solo in un secondo
di e di bevande gassate e zuccherate, un regime alimenta-
momento, in alcuni casi può essere opportuno ridurre
re basato su pasti piccoli e frequenti per determinare una
sino al 20–30% il dosaggio L-dopa, per ridurre gli
migliore digeribilità, la ridistribuzione delle proteine nella
effetti collaterali di aumentata stimolazione dopami-
dieta con assunzione prevalentemente serale, sono accor-
nergica, come le discinesie. Numerosi studi controllati,
gimenti in grado di consentire un migliore assorbimento
hanno dimostrato l'efficacia dei DA-agonisti nel con-
del farmaco. Il domperidone può migliorare lo svuotamen-
trollo del deterioramento di fine dose [54, 71, 87, 93,
to gastrico ed agire nello stesso senso.
98]. In alcuni casi, in particolare per la comparsa dieffetti collaterali e/o intolleranza e talvolta per insuffi-
Il deterioramento di fine dose
ciente risposta clinica, è indicato il rapido passaggio adun altro DA-agonista, alle dosi equivalenti, secondo
La risposta alla terapia può essere complicata dalla compar-
criteri e modalità già riportate.
sa di iniziali fenomeni tipo deterioramento di fine dose (wea-
Aumento delle singole dosi o del frazionamento delle dosi
ring off, acinesia notturna, acinesia al risveglio e/o distonia
di L-dopa. La scelta tra queste due opzioni è condizionata
nel primo mattino) (Fig. 6). Il fenomeno wearing off può
dalla possibile iniziale comparsa di discinesie picco-dose,
essere definito come la percezione di diminuzione di mobi-
probabile se l'aumento delle singole dosi rappresenta la
lità e/o destrezza, cioè della graduale ricomparsa dei sintomi
prima opzione. In tal caso, il semplice aumento nella fre-
parkinsoniani, che solitamente avviene in modo graduale
quenza di somministrazione (sino a 5 dosi) può determina-
nell'arco di 15–60 minuti con una usuale stretta correlazione
re il miglioramento clinico. La frequenza viene definita
temporale con l'assunzione dei farmaci antiparkinsoniani e
considerando che ogni dose successiva dovrebbe essere
Fig. 6 Deterioramento di fine dose
La terapia della malattia di Parkinson
somministrata prima che l'effetto della precedente sia ter-
Per l'acinesia notturna può essere utile:
minato, tenendo conto dei tempi di assorbimento.
associare una formulazione di L-dopa a rilascio con-
Aggiunta di Entacapone. L'uso dei farmaci COMT inibi-
trollato prima di coricarsi;
tori come l'entacapone è in grado di prolungare l'emivi-
associare a tale formulazione entacapone;
ta della L-dopa, rendendo più stabile e meno pulsatile la
associare un DA-agonista in tarda serata, utilizzandone
stimolazione dopaminergica. L'entacapone viene sommi-
uno con lunga emivita, come cabergolina o pergolide.
nistrato alla dose di 1 cpr da 200 mg contemporanea-
Queste opzioni terapeutiche possono consentire, in que-
mente ad ogni dose di L-dopa (sino ad un massimo di 5
sta fase di malattia, un miglior controllo anche della acinesia
somministrazioni/die). L'introduzione di un inibitore
al risveglio. In mancanza di un miglioramento al risveglio,
delle COMT potrebbe indurre la comparsa di discinesie,
può essere utilizzata come prima somministrazione al matti-
nel qual caso è opportuno ridurre il dosaggio della L-
no una formulazione di L-dopa a più rapido assorbimento
dopa, solitamente del 15–25% [34, 35, 36].
(levodopa-metile oppure formulazioni liquide o dispersibili
Formulazioni di L-dopa a rilascio controllato. Per le loro
di L-dopa), per ottenere una più precoce risposta motoria.
caratteristiche di farmacocinetica, tali formulazionideterminano un ritardo nella comparsa della risposta
Fenomeni on-off
motoria, un minore picco plasmatico e quindi un minoreeffetto picco-dose, ma anche una più prolungata risposta
La maggior parte dei pazienti parkinsoniani con fluttuazioni
motoria (di circa 30–60 minuti) [20, 127, 128]. Queste
della risposta motoria possono presentare episodi di blocco
proprietà indicano l'utilità nelle fasi iniziali dello svilup-
motorio (off) imprevedibili, perché non in relazione con le
po del deterioramento della risposta motoria di fine dose.
somministrazioni di L-dopa (Fig. 7). Il paziente può passare da
Bisogna tuttavia tenere presente che la biodisponibilità di
uno stato di buona mobilità (on), ad uno stato di marcata aci-
queste formulazioni è inferiore a quella delle formula-
nesia (off) nell'arco di secondi/minuti. Spesso, in questa fase
zioni standard, e quindi si rende necessario un incremen-
avanzata di malattia, la fase on si accompagna a discinesie. La
to di dose almeno del 30%, e che l'assorbimento è meno
patogenesi di questo fenomeno non è ad oggi definita. Alcuni
prevedibile. Possono sostituire in parte o completamente
degli off improvvisi possono avere una causa farmacocinetica,
le formulazioni standard.
dato che anche minime fluttuazioni nella disponibilità di L-
Selegilina. Il farmaco può determinare un moderato pro-
dopa possono determinare il passaggio da una fase on con
lungamento del beneficio indotto dalla L-dopa [129].
discinesie, ad una fase off ad insorgenza improvvisa. Tuttavia,
Viene utilizzato al dosaggio di 10 mg/die in due sommi-
numerose evidenze suggeriscono un ruolo importante dei fat-
nistrazioni (colazione e pranzo). In alcuni pazienti, una
tori farmacodinamici e quindi una patogenesi più complessa.
singola somministrazione di 5 mg può essere sufficiente.
Il trattamento degli on-off è difficile e spesso inefficace.
I fenomeni acinesia del risveglio e acinesia notturna sono
La strategia terapeutica ad oggi più efficace prevede l'asso-
considerati espressione di deterioramento di fine-dose.
ciazione di farmaci in grado di determinare una stimolazione
Fig. 7 Fenomeni on-off
La terapia della malattia di Parkinson
dopaminergica più continua, con un approccio del tutto simi-
ta apomorfina sc al dosaggio medio di 2–4 mg/dose [132].
le al trattamento dei fenomeni di deterioramento di fine dose.
L'apomorfina esercita la sua azione in circa 10 minuti e l'uti-
In questa fase di malattia, va ricordato che un possibile limi-
lizzo di speciali iniettori (penject) facilita l'attuazione di que-
te all'intervento terapeutico è determinato dalla riduzione
sta strategia terapeutica. Nel caso in cui al paziente dovessero
fino alla scomparsa della forbice tra dose di L-dopa capace di
essere somministrati molti boli di apomorfina, oltre 5/die, si
indurre l'on e quella capace di provocare discinesie.
può prendere in considerazione la possibilità di un trattamen-
Gli inibitori COMT, come l'entacapone, sono utili nel pro-
to con infusione sc di apomorfina, somministrabile a mezzo di
lungare l'efficacia della singola dose di L-dopa e possono con-
pompe programmabili. Questa strategia di trattamento con-
trollare parzialmente alcuni episodi off, tuttavia è elevato il
sente di ridurre ulteriormente il dosaggio di L-dopa ed è parti-
rischio di incremento delle discinesie, che può essere control-
colarmente indicata nei pazienti con importanti fluttuazioni
lato dalla riduzione della singola dose di L-dopa [34, 35, 36].
motorie associate a gravi discinesie della fase on [106].
I DA-agonisti a dosaggio adeguato possono consentire
La difficoltà del trattamento farmacologico dei feno-
una riduzione dei fenomeni off e del possibile rischio di
meni on-off, nasce dal fatto che spesso questi pazienti in
discinesie, consentendo la riduzione del dosaggio della L-
fase avanzata presentano numerose comorbilità che limita-
dopa associata [130]. Riduzione del tempo in off, incremen-
no le possibilità di intervento. Ad esempio, la presenza di
to del tempo in on e riduzione delle discinesie (probabil-
allucinazioni, disturbi comportamentali o ipotensione orto-
mente per effetto di risparmio della L-dopa) è stato osserva-
statica limitano l'utilizzo principalmente dei DA-agonisti.
to per bromocriptina, lisuride, pergolide, cabergolina, ropini-
In caso di insuccesso delle strategie farmacologiche sopra
rolo e pramipexolo. I pochi studi di confronto tra DA-agoni-
descritte o in caso di gravi effetti collaterali che ne limiti-
sti, cabergolina [71], pergolide [55], pramipexolo [54] e
no l'impiego, occorre considerare l'opzione chirurgica.
ropinirolo [131] hanno mostrato una maggiore efficacia,limitata e non sempre statisticamente significativa, di bro-
mocriptina nel ridurre la durata dell'off. Il DA-agonistadovrebbe essere somministrato al dosaggio massimo consen-
Per freezing (Fig. 8) si intende un transitorio blocco motorio
tito, in assenza di effetti collaterali. Un DA-agonista può
che può interessare qualunque movimento, sebbene la mani-
essere sostituito con un altro DA-agonista, qualora l'effica-
festazione più frequente sia quella riguardante la marcia
cia non sia soddisfacente o sia andata perduta.
(start hesitation, starting ignition failure, acinesia della mar-
Quando il numero degli episodi off giornalieri è limitato,
cia, arresto improvviso della marcia), più evidente nel pas-
può essere utile somministrare preparati liquidi di L-dopa (in
saggio attraverso spazi stretti [133]. Il freezing interessa una
particolare per gli off pomeridiani). Tuttavia, questa strategia
percentuale elevata di pazienti, sia nelle fasi iniziali, prima
può portare ad un incremento della dose giornaliera di L-dopa
dell'inizio della terapia con L-dopa (7–26%) [134] e soprat-
e quindi di discinesie. In alternativa, può essere somministra-
tutto quando l'età d'esordio della malattia è superiore a 65
Fig. 8 Freezing
La terapia della malattia di Parkinson
anni, sia nelle fasi più avanzate di malattia (50–70%)[135].
li patterns di firing neuronale, indotti da una stimolazione
I fenomeni di freezing, in parte legati alla progressione
pulsatile di recettori dopaminergici denervati.
di malattia, in parte alla terapia con L-dopa, possono com-
In base alle caratteristiche cliniche, i movimenti invo-
parire sia durante le fasi di blocco motorio (off) che duran-
lontari indotti dalla L-dopa possono essere suddivisi in:
te le fasi on e non sempre sono sensibili alle modificazio-
- Discinesie di tipo coreico e coreoatetosico. Sono i
ne del trattamento farmacologico dopaminergico.
movimenti involontari da L-dopa più frequenti e tipica-
Con tali premesse il trattamento del freezing può avva-
mente si presentano come irregolari, di breve durata e
lersi delle seguenti indicazioni:
imprevedibili; iniziano in una parte del corpo e posso-
- se si manifesta insieme ad altri segni/sintomi della
no progressivamente interessare altre regioni, con una
malattia scarsamente controllati dal trattamento farma-
sequenza casuale. Frequentemente compaiono e sono
cologico, è opportuno un incremento del dosaggio dei
più intensi dal lato inizialmente interessato dalla
farmaci dopaminergici;
- se si manifesta in fase on e in presenza di un discreto
- Distonie. Contrazioni muscolari prolungate ed abnor-
controllo terapeutico degli altri disturbi parkinsoniani,
mi, capaci di provocare movimenti ripetitivi e/o postu-
può essere ancora utile incrementare la terapia dopami-
re anomale, generalmente dolorose.
nergica, tenendo conto che in alcuni pazienti che mani-
- Ballismo. Movimenti di ampiezza elevata che interes-
festano freezing durante le fasi on, può essere consi-
sano in prevalenza la parte prossimale degli arti; sono
gliabile, all'opposto, un tentativo di riduzione del
poco frequenti, possono essere uni- o bilaterali.
dosaggio dei farmaci dopaminergici;
- Mioclono. Contrazioni muscolari improvvise e di breve
- utilizzo di strategie motorie alternative (ad esempio,
durata che interessano le estremità degli arti, più fre-
avviare la deambulazione con una marcia di tipo milita-
quentemente durante il sonno; la loro evenienza deve
re, battere i piedi sul posto prima di avviare la marcia,
far considerare la presenza di altri segni/sintomi che
eseguire movimenti oscillatori del tronco) e di stimoli
possano deporre per una possibile diagnosi di parkin-
sensoriali (uditivi o visivi: camminare seguendo il tempo
sonismo atipico (ad esempio, malattia da corpi di Lewy
di un metronomo, seguire le strisce sul pavimento, cerca-
diffusi, degenerazione corticobasale).
re di raggiungere un bersaglio sul pavimento).
In base alla correlazione con il ciclo di risposta alla L-
dopa [136–137] si possono distinguere:- Discinesie di picco (Fig. 9). Si tratta di movimenti
La patogenesi dei movimenti involontari (Tab. 5) è ancora
coreiformi che compaiono in coincidenza con la massi-
oggetto di discussione; è stato ipotizzato che possa essere
ma risposta alla L-dopa e con le concentrazioni pla-
correlata a cambiamenti plastici postsinaptici e ad anorma-
smatiche più elevate [138]; sono generalmente le disci-
Fig. 9 Discinesie di picco
La terapia della malattia di Parkinson
nesie più precoci nella fase complicata della malattia e,
ca, è consigliabile la sostituzione della L-dopa a lento
almeno inizialmente, poco invalidanti. I provvedimen-
rilascio con formulazioni standard o liquide. Al fine di
ti terapeutici possono essere diversi: (a) regolarizzare
mantenere una più costante fase on può essere indica-
la somministrazione dei farmaci per identificare una
to, nei casi meno gravi, un incremento delle singole
risposta prevedibile (sostituire la formulazione di
dosi di L-dopa [139], tenendo in considerazione il
L-dopa a lento rilascio con L-dopa standard, sospende-
rischio di indurre discinesie di picco dose o l'incre-
re l'eventuale trattamento con selegilina); (b) associare
mento del numero di somministrazioni giornaliere di L-
un farmaco DA-agonista o incrementarne la dose, se
dopa, con conseguente riduzione dell'intervallo di
già associato, riducendo il dosaggio della L-dopa; (c)
somministrazione. Quest'ultima strategia può perdere
associare entacapone, riducendo il dosaggio di L-dopa,
di efficacia dopo 4–5 somministrazioni, per cui, in
nel tentativo di identificare un più basso dosaggio, che
alcuni casi, può essere opportuno concentrare le som-
possa consentire un adeguato e più costante controllo
ministrazioni della L-dopa in particolari ore della gior-
dei sintomi parkinsoniani senza discinesie; è opportuno
nata e comunque è sempre necessario individuare il
ricordare in questo contesto che l'introduzione di un
momento di somministrazione della L-dopa sulla base
inibitore COMT spesso causa un peggioramento delle
della durata di ogni singola dose nel singolo paziente.
discinesie, sino a quando la riduzione della L-dopa è
In alternativa o in successione, va preso in considera-
stabilita; (d) associare amantadina che in circa il 50%
zione l'inserimento di un DA-agonista o l'incremento
dei pazienti può determinare una parziale riduzione
del suo dosaggio (se già presente in terapia), con even-
delle discinesie.
tuale redistribuzione della L-dopa. La somministrazio-
Discinesie difasiche (Fig. 10). Si tratta di movimenti di
ne in bolo sc di apomorfina (2–6 mg) può prolungare la
solito a carattere coreiforme che compaiono all'inizio e
fase on sino alla successiva dose di L-dopa; l'infusione
alla fine del ciclo di risposta alla L-dopa [138–139],
continua sc, mediante micropompa e l'opzione chirur-
interessano frequentemente gli arti inferiori [140],
gica rappresentano i successivi passaggi terapeutici.
dando luogo ad una sequenza di fenomeni: il paziente
I movimenti distonici possono comparire in relazione
presenta discinesie, quando acquista mobilità, non ha
alla somministrazione di L-dopa e alla progressione di
discinesie al momento di picco della L-dopa e del bene-
malattia, ma possono associarsi precocemente alla malattia
ficio clinico, ma presenta discinesie quando nuova-
stessa, soprattutto nei casi ad esordio giovanile e genetica-
mente perde mobilità. Talora, a complicare ulterior-
mente determinati (parkina).
mente la risposta terapeutica, possono essere presenti
anche discinesie di picco dose, configurando un quadro
- Distonie di picco (Fig. 11). Compaiono in corrispon-
clinico di difficile trattamento. Nel tentativo di indivi-
denza del picco di risposta alla L-dopa e spesso prece-
duare la prevedibilità/efficacia della risposta terapeuti-
dono le discinesie da picco. I provvedimenti terapeuti-
Fig. 10 Discinesie difasiche
La terapia della malattia di Parkinson
ci sono analoghi a quelli adottati per le discinesie di
renzialmente il piede e sono spesso accompagnati da
picco. In questi pazienti può essere particolarmente
dolore [141–142]. Questo disturbo richiede il ricorso a
indicata la somministrazione o l'incremento di dosag-
provvedimenti specifici rappresentati da: (a) assunzio-
gio di un DA-agonista, con eventuale riduzione del
ne di una dose serale di L-dopa a lento rilascio; (b)
dosaggio di L-dopa.
associazione di entacapone alla dose serale di L-dopa;
- Distonie di fine dose (Fig. 12). Si tratta di distonie che
(c) assunzione di una dose serale di un DA-agonista,
tendono a comparire in coincidenza con la fine del
possibilmente a lunga emivita come cabergolina o per-
ciclo di risposta alla L-dopa. Il trattamento consigliato
golide; (d) somministrazione di L-dopa liquida al mat-
è quello del wearing-off (Fig. 6).
tino presto prima di alzarsi; (e) in casi selezionati, può
- Distonie del mattino (Fig. 13). Si tratta di fenomeni
essere consigliato il ricorso al trattamento con apomor-
distonici che compaiono al risveglio, interessano prefe-
fina sc oppure tossina botulinica.
Fig. 11 Distonie di picco
Fig. 12 Distonie di fine dose
La terapia della malattia di Parkinson
Fig. 13 Distonie del mattino
Farmaci controindicati nella malattia di Parkinson
Tabella 6 Farmaci pericolosi nella malattia di Parkinson
La conseguenza della progressiva degenerazione delle cel-
A) Reserpina, tetrabenazina, metildopa, cinarizina, nimodipina e
lule del sistema nigro-striatale nella MP è la riduzione delneurotrasmettitore dopamina. Alla base della sintomatolo-
B) Fenotiazine, butirrofenoni, tioxanteni e benzamidi
gia parkinsoniana vi è una carenza di dopamina e la con-
C) Anti-acidi, inibitori della pompa protonica, inibitori H2 e
seguente riduzione della stimolazione dei recettori dopa-
minergici post-sinaptici striatali. Ne consegue che la stes-
D) SSRI e triciclici
sa sintomatologia si può manifestare quando si verificaun'interruzione anche funzionale nella sequenza neuronepresinaptico-dopamina-recettore dopaminergico.
Il quadro sintomatologico della malattia di Parkinson
I meccanismi attraverso i quali alcuni farmaci possono
non è dovuto alla carenza di dopamina, ma è anche legato
interagire con il sistema dopaminergico nigro-striatale
alle interazioni di tale carenza con altri sistemi neurotra-
sono molteplici. Alcune categorie di farmaci, utili o indi-
smettitoriali. Alcune terapie farmacologiche, effettuate nel
spensabili per altre patologie, hanno un'azione diretta sul
paziente parkinsoniano a causa della presenza di comorbi-
neurone dopaminico: svuotandolo del suo contenuto di
lità, possono alterare maggiormente questi rapporti, cau-
dopamina e impedendo la nuova sintesi del neurotrasmet-
sando la comparsa di effetti collaterali. Nel trattamento
titore stesso, inducono un parkinsonismo iatrogeno in
della depressione nella MP, la somministrazione di farma-
genere reversibile (Tab. 6, A). Altri farmaci impediscono
ci inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) può risul-
invece la funzione della via nigro-striatale, occupando in
tare complicato dagli effetti collaterali neurologici e psi-
modo competitivo i siti recettoriali (Tab. 6, B).
chici che appartengono a questa specie di composti; inol-
La terapia della MP si basa sulla somministrazione di
tre, l'utilizzo di questi farmaci può ulteriormente sbilan-
farmaci dopaminergici che ristabiliscano un livello ottima-
ciare i livelli di neurotrasmettitori critici nella MP, provo-
le di stimolazione dopaminergica e la maggior parte di
cando effetti collaterali motori e psichici. Lo stesso mec-
questi farmaci vengono somministrati per os. La continuità
canismo può essere condiviso dagli antidepressivi tricicli-
della stimolazione dopaminergica è indispensabile per
ci (Tab. 6, D).
assicurare la stabilità del miglioramento. Alcuni farmaci,
In conclusione, i farmaci potenzialmente pericolosi per
utilizzati come gastroprotettori, alterano l'assorbimento
il paziente parkinsoniano possono essere schematicamente
gastro-enterico, provocando una notevole variabilità della
suddivisi in: (a) farmaci che peggiorano la sintomatologia
curva plasmatica attesa di farmaci dopaminergici, con con-
o riducono l'efficacia della terapia dopaminergica e (b)
seguente andamento fluttuante dei sintomi (Tab. 6, C).
farmaci che inducono la comparsa di effetti collaterali.
La terapia della malattia di Parkinson
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La terapia della malattia di Parkinson
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dizionante, poiché in molte casistiche l'età media dei pazien-
patients with Parkinsonian syndromes. Mov Disord 12:302–305
ti parkinsoniani è di almeno 65 anni e dopo tale età l'85%
134. Giladi N, McDermott MP, Fahn S, Przedborski S, Jankovic J,
delle persone è soggetta ad almeno una patologia cronica e il
Stern M, Tanner C (2001) Freezing of gait in PD: prospective
30% ne presenta 3 o più. Ne consegue un'inevitabile polifar-
macoterapia con ulteriori rischi, anche correlati a reazioni
indesiderate ad interazioni farmacologiche [3].
135. Giladi N (2001) Gait disturbances in advanced stages of
Per quanto riguarda l'associazione tra MP ed altre
Parkinson's disease. Adv Neurol 86:273–278
136. Fahn S (2000) The spectrum of levodopa-induced dyskine-
malattie, secondo uno studio americano dei primi anni
sias. Ann Neurol 47[Suppl 1]:S2–S11
novanta [1], i parkinsoniani muoiono una volta e mezzo
137. Olanow CW, Watts RL, Koller WC (2001) An algorithm
più frequentemente di disturbi cerebrovascolari e da tre a
(decision tree) for the management of Parkinson's disease:
quattro volte più spesso per polmonite ed influenza, rispet-
treatment guidelines. Neurology 56[Suppl 5]:S29–S37
to ai loro coetanei sani, mentre i decessi per neoplasie
138. Muenter MD, Sharpless NS, Tyce GM, Darley FL (1997)
sarebbero circa un terzo di quanto atteso. Questi dati sono
Patterns of dystonia ("I-D-I" and "D-I-D") in response to L-dopa
stati confermati da uno studio effettuato in Sicilia [4], che
therapy for Parkinson's disease. Mayo Clin Proc 52:163–174
ha rilevato come i disturbi vascolari, di origine cardiaca o
139. Lhermitte F, Agid Y, Signoret JL (1978) Onset and end-of-
cerebrale, sono tra le principali cause di morte insieme alla
dose levodopa induced dyskinesias. Arch Neurol 35:261–262
140. Luquin MR, Scipioni O, Vaamonde J et al (1992) Levodopa-
polmonite, mentre poco frequenti sono le neoplasie. È
induced dyskinesias in Parkinson's disease: clinical and phar-
stata anche valutata in particolare la comorbilità neurolo-
macological classification. Mov Disord 7:117–124
gica in casi di parkinsonismo [5]. Quasi un quarto dell'in-
141. Melamed E (1979) Early-morning dystonia: a late side effect
tera casistica presentava una patologia vascolare ischemi-
of long-term levodopa therapy in Parkinson's disease. Arch
ca cerebrale, costituita soprattutto da infarti lacunari, con
Neurol 36:308–310
una frequenza tre volte maggiore rispetto a controlli omo-
142. Ilson J, Fahn S, Cote L (1984) Painful dystonic spasms in
genei per età; anche idrocefalo e radicolopatie sono state
Parkinson's disease. Adv Neurol 40:395–398
riscontrate più frequentemente nei parkinsonismi, mentrela sclerosi a placche risultava del tutto assente. Nei sog-getti con diagnosi di MP è stata anche riscontrata una fre-quenza elevata di traumatismi cranici, mentre cefalea, emi-
Complicanze non motorie e comorbilità
crania, tumori cerebrali e la sindrome delle gambe senzariposo non sono risultati significativamete più rappresenta-
La MP va considerata non soltanto per la compromissione
ti che nella popolazione generale; infine, epilessia e leu-
dell'autonomia motoria, ma anche per le complicanze non
coencefalopatie sono state di assai raro riscontro.
motorie (Fig. 14), in diretta relazione alla malattia stessa o al
Una ulteriore valutazione della comorbilità è stata affi-
suo trattamento, e per altri quadri patologici che casualmen-
data a rilievi farmacoepidemiologici. In uno studio è stato
te possono associarsi (comorbilità). I problemi correlati alla
rilevato come il 25% di un gruppo di parkinsoniani, segui-
comorbilità possono riguardare aspetti molteplici ed essere
ti presso un ambulatorio specifico, assumeva ipotensivi, il
di tipo acuto oppure interessare fasi prolungate dell'esisten-
19% ipnoinducenti ed ansiolitici, il 17% antidepressivi, il
za [1]. Poiché oltre il 50% dei parkinsoniani ha più di 10 anni
9% analgesici e quasi l'8% allucinolitici [6]. L'interesse
di storia clinica, la comorbilità occupa un ruolo rilevante
dello studio è anche nella conferma della eterogeneità
nella gestione della malattia [2]. Anche l'età è un fattore con-
della comorbilità, poiché ad essa concorrono l'età, ma
Malattia di Parkinson
Complicanze non motorie e comorbidità
Complicanze psichiche
Disturbi del sonno
Ipotensione ortostatica
Disturbi respiratori
Ansia/agitazione/attacchi di panico
Sonnolenza diurna
Disturbi psicotici
Disturbi urologici
Dolori e disestesie
Disturbi coportamentali
Interventi chirurgici
della fase REM/incubiNicturiaAcinesia notturna
Fig. 14 Malattia di Parkinson in fase avanzata: complicanze non motorie e comorbidità
La terapia della malattia di Parkinson
anche fattori più direttamente correlati ad aspetti tipici
possono essere attribuiti a manifestazioni somatiche delle
della malattia, come fa supporre l'uso di farmaci neuropsi-
malattie di base o ad effetti collaterali delle terapie. In
chiatrici, o a fasi particolari della stessa o ancora legate al
realtà, la depressione può accelerare la progressione della
trattamento specifico, determinando situazioni di comorbi-
malattia di base, causando tassi di mortalità più elevati di
lità di tipo cronico, ma anche vere e proprie urgenze. A
quelli attesi per la sola patologia di base [10], o incremen-
questo proposito è stata condotta negli scorsi anni un'in-
tare i costi socio-economici, poiché il costo annuale di
dagine prospettica sulle motivazioni dei ricoveri dei
gestione di un paziente depresso può essere maggiore di
parkinsoniani in alcuni ospedali della Lombardia, che ha
1,5 volte quello di un paziente non depresso, sia per il trat-
evidenziato come i ricoveri urgenti avvenivano in circa il
tamento della depressione, che per il maggior bisogno di
75% dei casi in reparti internistici o chirurgici e solo nel
assistenza medica [11].
25% dei casi in reparti neurologici e le motivazioni del-l'urgenza erano fratture nella gran parte dei casi, seguite
da disturbi cardiovascolari e infezioni degli apparati respi-ratorio ed urinario. I ricoveri urgenti in neurologia erano
Il 40% dei pazienti parkinsoniani manifesta almeno un epi-
motivati soprattutto da disturbi cerebrovascolari acuti, a
sodio depressivo (Fig. 15 e Tab. 7). Frequentemente la
completo recupero nel 50% dei casi, e da episodi confu-
depressione esordisce nel corso della MP, ma non rara-
sionali ed allucinazioni [7].
mente l'anticipa, presentandosi con peculiarità sintomato-
Quanto esposto fornisce un quadro dell'incidenza delle
logiche tali da giustificare la definizione di "sindrome
problematiche più drammatiche che possono accompagna-
depressiva malattia-specifica" [12], in cui predominano
re il corso della MP. In effetti, sintomi diversi dal quadro
ansietà, scarsità di ideazione ed attacchi di panico.
sindromico tipico possono rendere necessaria una revisio-
Una depressione caratterizzata da senso di colpa, impo-
ne della condotta terapeutica o porre problemi di riconsi-
tenza, tristezza può insorgere indipendentemente dall'età,
derazione della diagnosi anche in fasi non precoci della
dalla durata della malattia e dalla sua gravità, sebbene sin-
malattia. Si tratta per lo più di complicanze di tipo psi-
tomi come la perdita di energia, appetito, desiderio sessua-
chiatrico, come depressione, ansia, disturbi psicotici e
le o l'insonnia possano essere facilmente attribuiti alla MP.
cognitivo/comportamentali, ma anche problemi gastroen-
D'altro canto l'ipomimia, l'ipofonia, la camptocormia e il
terici, della regolazione cardiopressoria, disturbi del respi-
ritardo psicomotorio possono mimare la depressione, ma
ro o conseguenze del ridotto controllo posturale.
anche la perdita di lavoro, il pensionamento, la crisi della"mezza età" e il confronto con altri casi di malattia piùinvalidante possono essere causa di reazioni depressive[13]. Da non trascurare sono anche le reazioni depressive
acute, correlate alle fluttuazioni motorie (fenomeni on-off), a conferma che l'identificazione del disturbo depres-
Tra le principali cause di comorbilità cronica, i disturbi
sivo richiede spesso una elevata sensibilità diagnostica ed
affettivi vengono considerati pressoché inevitabili nella
interpretazioni patogenetiche diverse.
MP. Una ricerca in patologie di largo interesse ha eviden-
Molta attenzione è stata dedicata al rapporto temporale
ziato la presenza di depressione nel 50% di pazienti affet-
tra depressione e MP; che configura due picchi, rispettiva-
ti da patologie croniche rispetto al 5% della popolazione
mente in fase precoce e avanzata di malattia. Oggetto di
normale [8]. La diagnosi di depressione è tuttavia sottosti-
studio è stata anche la fase prodromica e ancora non chia-
mata anche dai neurologi [9], poiché i sintomi depressivi
rita è la possibilità che i sintomi depressivi siano premoni-
Farmaci antidepressivi
Effetto anticolinergico
Alcuni non utilizzabili in
Proprietà sedative
Non utilizzabili in pazienti apatici
Permettono di evitare l'effetto
pazienti molto agitati
Utili in pazienti agitati
Ipotensione ortostatica
anticolinergico dei triciclici
Dubbia pericolosità nella
Effetti attivanti utili in pazienti apatici
associazione con selegilina(sindrome serotoninergica,crisi ipertensive)
Fig. 15 Principali vantaggi e svantaggi nell'utilizzo degli antidepressivi triciclici e serotoninergici
La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 7 Depressione
Tabella 8 Ansia e agitazione
Concomitante all'esordio dei
Schema terapeutico
Terapie concomitanti per altre
In corso di malattia: correlata a
patologie (ad esempio,
variazioni cliniche (fase off)
Eventuali variazioni cliniche
Variazioni ambientali
specifiche e/o ambientali
Terapia farmacologica
Aggiungere benzodiazepine,SSRI o triciclici a basso
Psicoterapia d'appoggio
Terapia farmacologica (SSRI,antidepressivi triciclici)
Tabella 9 Attacchi di panico
tori di un successivo sviluppo di MP. A questo proposito va
Se preesistente al disturbo
ricordata l'ipotesi dell'esistenza di una personalità parkin-
soniana [14], definibile come un carattere introverso e
Se in fase compensata o
poco flessibile, preciso e puntuale, metodico e abitudina-
rio. Studi neurochimici, ma anche evidenze neuropsicolo-giche, cliniche, metaboliche, farmacologiche e neuropato-
Aggiungere ansiolitici,triciclici o SSRI ad effetto
logiche suggeriscono che alla base della depressione nella
specificoPossibilità
MP vi sia un interessamento delle proiezioni dopaminergi-che mesocorticali/prefrontali, coinvolte nelle risposte digratificazione e motivazione.
può far parte) in rapporto alla perdita di neuroni dopami-
In definitiva, la depressione può essere considerata
nergici, noradrenergici e serotoninergici. Gli attacchi di
parte integrante della sintomatologia parkinsoniana, ma
panico sono caratterizzati da una varietà di sintomi psichi-
può richiedere un trattamento specifico, per lo più di tipo
ci, autonomici e somatici che includono paura di morire o
farmacologico [15]. Le casistiche in proposito sono spesso
di impazzire, fame d'aria, sudorazione, dolori toracici,
ridotte o non omogenee e, pur soddisfacendo criteri di effi-
soffocamento e vertigine. Talora, un attacco di panico può
cacia intermedia, non sempre considerano adeguatamente
simulare una crisi cardiaca e, occasionalmente, va diffe-
parametri tipici della sintomatologia depressiva in relazio-
renziato da quest'ultima. Nei pazienti con fluttuazioni delle
ne ad età, alla MP e al suo trattamento. A questo proposito
prestazioni motorie, gli attacchi di panico compaiono duran-
va ricordato che un effetto antidepressivo dei farmaci
te i periodi off. In questo caso, l'intensità degli attacchi è
dopaminergici è tuttora controverso. Meta-analisi su studi
correlato alla differenza di disabilità tra lo stato off e on.
controllati di trattamento della depressione nella MP con
L'agitazione, che si manifesta con irrequietezza, irrita-
antidepressivi vs. placebo, concernenti sia triciclici che
bilità e apprensione, può presentarsi come parte della sin-
SSRI, evidenziano una certa efficacia per entrambi, seppu-
tomatologia ansiosa o essere reazione alla malattia, ma
re in casistiche scarse e non omogenee.
può anche essere causata dal trattamento antiparkinsonia-
In conclusione, il farmaco antidepressivo deve essere
no. La terapia dell'agitazione è simile a quella dell'ansia e
scelto, dopo un'accurata valutazione clinica, tenendo in
degli attacchi di panico. Va ricordato infine che le benzo-
considerazione la qualità e quantità della terapia di base,
diazepine, gli SSRI e i triciclici possono provocare confu-
l'emivita plasmatica, la rapidità della clearance e della
sione e produrre deliri nei pazienti che presentano deficit
risposta clinica dell'antidepressivo, senza trascurare il
cognitivi, in cui è spesso opportuno l'uso della clozapina
dosaggio e i tempi delle somministrazioni. Le dosi e
o della quetiapina, anche se quest'impiego non è attual-
soprattutto la durata del trattamento dovrebbero essere
mente riportato sulle rispettive schede tecniche dei pro-
idonei ad ottenere una correzione accettabile del disturbo
Ansia, attacchi di panico ed agitazione
I disturbi pscicotici (Tab. 10) sono frequentemente pre-
Approssimativamente il 40% dei pazienti parkinsoniani è
senti nella fase avanzata della malattia e comprendono
ansioso e molti di essi presentano attacchi di panico (Tabb.
allucinazioni o illusioni e disturbi ideativi. La frequenza di
8, 9) [9, 16].
comparsa oscilla tra il 16% ed il 37% [18, 19], sono più
Entrambi i sintomi potrebbero essere una reazione alla
frequenti nei pazienti affetti anche da disturbi cognitivi
malattia oppure esserne parte integrante, con modalità ana-
[20–24], in età avanzata [25] e con concomitante depres-
loghe alla depressione (della cui sintomatologia l'ansia
sione [18–20] e alterazioni del pattern del sonno. Recenti
La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 10 Disturbi psicotici
cativamente i disturbi psicotici nei pazienti parkinsoniani,senza un peggioramento del quadro clinico extrapiramidale
Terapia farmacologica
[27]. L'effetto collaterale più importante della clozapina è la
Problemi concomitanti
granulocitopenia [28] che può comparire durante i primi mesi
(infezioni, interventi chirurgici)
di trattamento; è pertanto obbligatorio il controllo settimanale
Gravità del disturbo
dell'emocromo e della formula leucocitaria durante le prime
Sospensione anticolinergici
18 settimane di trattamento (come da nota ministeriale previ-
sta per l'indicazione schizofrenia resistente), successivamente
Sospensione selegilina,
il controllo deve essere eseguito con frequenza mensile.
amantadina e DA-agonisti
Altri effetti collaterali della clozapina sono rappresen-
Sospensione i-COMT
tati dall'ipotensione ortostatica e dalle crisi epilettiche.
Riduzione dosaggio L-dopa
Del tutto recente è la segnalazione di una possibile, seppu-
Aggiunta neurolettici atipici
re davvero piuttosto rara, evenienza di cardiotossicità nellefasi precoci di trattamento con clozapina in soggetti psico-tici [29]. Il dato suggerisce la controindicazione in caso di
studi hanno dimostrato la correlazione tra disturbi psicoti-
grave cardiopatia e l'opportunità di far precedere la pre-
ci e durata del trattamento con L-dopa [20–23], DA-agoni-
scrizione di clozapina da una valutazione cardiologica, in
sti [20, 21] e selegilina [23].
caso di storia personale o familiare di cardiopatia. Secondo
I disturbi psicotici si manifestano come disturbi percetti-
dati di farmacovigilanza altri antipsicotici possono essere
vi, consistenti in allucinazioni visive rappresentate da imma-
associati ad episodi di miocardite o cardiomiopatia, ma in
gini di persone vive o morte, animali, oggetti, bambini e figu-
misura minore rispetto alla clozapina [30].
re lillipuziane; possono comparire in seguito all'aumento del
Altri neurolettici atipici potranno essere considerati
dosaggio di farmaci dopaminergici, durante un episodio infet-
quando studi clinici ne dimostreranno l'efficacia e l'assen-
tivo o dopo un intervento chirurgico e sono frequentemente
za di effetti collaterali extrapiramidali [31–33].
causa di disabilità rilevante [26]. I disturbi ideativi sono costi-tuiti prevalentemente da idee di riferimento a sfondo persecu-
torio che talvolta evolvono in deliri di persecuzione o eroto-manici. I disturbi del contenuto della coscienza possono
Un quinto dei ricoveri urgenti in reparti neurologici avviene
costituire l'evoluzione di precedenti sintomi psicotici. Per
per scompensi cognitivo-comportamentali acuti (Tab. 11)
tutti la valutazione deve tenere conto che l'età avanzata e la
[20]. Infatti, circa il 20% dei parkinsoniani va incontro ad un
polifarmacoterapia sono quasi sempre cofattori critici.
L'approccio terapeutico deve innanzitutto tenere conto
Tabella 11 Disturbi cognitivo-comportamentali
del fatto che tutti i neurolettici tradizionali peggiorano i sin-tomi parkinsoniani; appare quindi cruciale la valutazione
Inerzia, apatia, riduzione della
dell'entità del disturbo poiché, se questo è lieve e non inter-
attenzione e rallentamento deiprocessi ideativi
ferisce con le attività della vita quotidiana, può richiedere
Stati allucinatori o onirici,
solo lievi riduzioni della terapia antiparkinsoniana, senza
comportamento violento,
somministrazione di farmaci antipsicotici. Quando i disturbi
disorientamento temporo-
sono rilevanti si consiglia in prima istanza di sospendere gra-
spaziale, falsi riconoscimenti
dualmente i farmaci antiparkinsoniani ad eccezione della L-dopa, secondo un criterio che prevede dapprima la sospen-
Insorgenza acuta o subacuta
sione dei farmaci anticolinergici e degli antidepressivi e, suc-
cessivamente, la sospensione della selegilina, dell'amantadi-
Ricercare problemi latenti come
na e dei DA-agonisti. Se questo primo intervento non è
seguito da un miglioramento, si consiglia di ridurre il dosag-
elettrolitici, disordini metabolici,
gio della L-dopa e sospendere l'inibitore COMT. Se i distur-
infezioni intercorrenti
bi psicotici persistono è necessario ricorrere ai cosidetti neu-rolettici atipici i quali, a differenza dei neurolettici tradizio-
Adeguamento dello schema
nali, presentano minori effetti collaterali extrapiramidali.
terapeutico e sospensioneanticolinergici, amantadina,
La clozapina è il farmaco più efficace in quanto sembra
bloccare solo il 20% dei recettori D2, possiede una elevata
Riduzione o sospensione DA-
affinità per i recettori D4 e un'azione antagonista nei confron-
ti dei recettori 5-HT2 più elevata rispetto ai neurolettici tradi-
Aggiunta di neurolettici atipici
zionali. Un recente studio controllato ha dimostrato che la clo-
Curare le patologie
zapina, con un dosaggio da 6,25 a 50 mg/die, migliora signifi-
La terapia della malattia di Parkinson
decadimento cognitivo specifico che comprende riduzione
Tabella 12 Insonnia
della memoria e dell'attenzione, inerzia, apatia, alterazione orallentamento dei processi di elaborazione delle informazio-
Relazione con la sintomatologia
ni (bradifrenia) e alterazioni delle funzioni esecutive; posso-
no essere anche presenti disturbi visuo-spaziali e della coor-
dinazione percettivo-motoria. Si manifestano prevalente-
mente nella fase avanzata della malattia e possono rendere
Eventuali patologie associate
necessari adeguamenti terapeutici per lo più consistenti nellariduzione o sospensione dei farmaci anticolinergici e deiDA-agonisti. Reazioni psicotiche acute con stati allucinatori
Benzodiazepine a breve
o onirici e comportamento anche violento, disorientamento
personale, temporo-spaziale e falsi riconoscimenti, possono
Ipnoinducenti non
verificarsi in pazienti con esordio della malattia in età avan-
zata. Si tratta di emergenze di comorbilità di tipo acuto, spes-
Somministrazione serale di L-dopa
so trattabili con successo, ma possono anche rendere mani-
a rilascio controllato o DA-
festo un decadimento cognitivo latente, in qualche modo fino
agonisti a lunga emivita
ad allora compensato.
Se farmacoindotta: sospendere
selegilina, i-COMT, amantadina
e DA-agonisti; successivamente
Disturbi del sonno
Disturbi del sonno sono presenti almeno nel 74% deipazienti parkinsoniani [34] e costituiscono un problemarilevante perché possono determinare una più marcata
Si manifesta con difficoltà ad iniziare il riposo nottur-
disabilità, specie diurna.
no o frammentazione dello stesso, inversione del ritmo
La relazione sonno-malattia è complessa poiché i due
sonno veglia ed eccessiva sonnolenza diurna o con una
fattori si influenzano reciprocamente, per lo più in modo
varietà di disturbi che vanno dalla sindrome delle gambe
negativo. La riduzione della mobilità e la rigidità sono i pro-
senza riposo, ai movimenti periodici del sonno, ai disordi-
blemi che maggiormente condizionano addormentamento e
ni comportamentali legati al periodo REM o all'apnea not-
risvegli frequenti, mentre un unico effetto positivo è il bene-
turna, che richiede un'attenta analisi in relazione a possi-
ficio del sonno sulla sintomatologia, che può sorprendere
bili eventi di comorbilità respiratoria, ORL o a differenti
piacevolmente al risveglio il 10–20% dei pazienti e protrar-
evoluzioni del quadro clinico. Il trattamento prevede l'im-
si per qualche decina di minuti [35]. Inevitabilmente, un
piego di benzodiazepine a breve emivita; sono anche indi-
sonno non soddisfacente e frammentato determina sonno-
cati ipnoinducenti a struttura non benzodiazepinica.
lenza diurna, a cui possono anche contribuire in qualche
Se l'insonnia si manifesta con difficoltà a girarsi nel
caso la terapia dopaminergica e l'alterazione del ritmo
letto, causata da rigidità e bradicinesia, è indicata la som-
sonno veglia. Cruciali, soprattutto nella fase complicata
ministrazione di L-dopa a rilascio controllato e/o DA-ago-
della MP, sono i livelli notturni di L-dopa e le interazioni
nisti a lunga emivita, mentre se è dovuta alle discinesie si
con altre terapie. Va comunque ricordato che la L-dopa e i
consiglia in prima istanza la sospensione della selegilina,
DA-agonisti possono avere un effetto duplice sul sonno,
degli inibitori COMT e successivamente dell'amantadina e
inducendo insonnia o migliorando la qualità del sonno nelle
dei DA-agonisti. In caso di insuccesso, è consigliabile
fasi avanzate della malattia; in questi pazienti, tuttavia, la
ridurre il dosaggio di L-dopa. Anche l'attenzione all'igiene
somministrazione serale di L-dopa a rilascio controllato o
del sonno può essere di aiuto; è consigliabile mantenere
DA-agonisti con emivita prolungata deve anche tenere
orari regolari per coricarsi ed alzarsi, evitare di leggere o
conto del rischio di indurre o incrementare allucinazioni
guardare la televisione a letto, adottare soluzioni che faci-
notturne o sogni a contenuto terrifico [36].
litino la mobilità nel letto o prevengano la necessità di rag-giungere il bagno, ad esempio riducendo l'assunzione di
liquidi nella serata, così come alcol, caffè, tè e tabacco.
La difficoltà di induzione e di mantenimento del sonno
Sonnolenza diurna
(Tab. 12) può essere primitiva (idiopatica) oppure esserecorrelata all'età, ai sintomi parkinsoniani, alla demenza,
La sonnolenza diurna (Tab. 13) può essere indotta da tutte
alla depressione e ai farmaci utilizzati per il trattamento
le cause di insonnia precedentemente descritte e dai distur-
della malattia di base.
bi cognitivi associati alla MP.
La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 13 Sonnolenza diurna
soniani e possono provocare frammentazione del sonno esonnolenza diurna; non assumono grosso significato clini-
co, se non si accompagnano a risveglio, anche in conside-
Eventuali patologie associate
razione del fatto che sono presenti in molti anziani asinto-matici. Il clonazepam al dosaggio di 0,5–2 mg rappresentala migliore opzione terapeutica.
Riduzione dosaggio L-dopa e
Disturbi comportamentali della fase REM/incubi
Riduzione o sospensione di altri
farmaci con effetto sedativo
I disturbi comportamentali che alcuni pazienti presentanodurante la fase REM (Tab. 15) sono dovuti alla perdita del-
Un'importante causa di sonnolenza diurna è quella cor-
l'atonia muscolare durante tale fase del sonno e alla pre-
relata alla terapia farmacologica. In effetti i farmaci dopa-
senza di attività motoria complessa associata a disturbi
minergici, ma anche gli ansiolitici e gli antidepressivi,
comportamentali caratterizzati da aggressività verso se
spesso associati alla terapia di base, possono indurre una
stessi o il partner. La diagnosi differenziale con gli incubi
importante sonnolenza diurna, eventualmente precipitata
è agevole, perché questi ultimi non determinano modifica-
da concomitanti disturbi del sonno notturno. Il trattamento
zioni comportamentali. I disturbi del comportamento
prevede la riduzione del dosaggio di L-dopa o dei DA-ago-
durante la fase di sonno REM rispondono bene al tratta-
nisti e la riduzione o la sospensione dei farmaci sedativi.
mento con clonazepam alla dose serale di 1–2 mg.
Gli incubi notturni (Tab. 15) rappresentano un risveglio
Sindrome delle gambe senza riposo/RLLS/PMLs
comportamentale durante una fase di sonno lento e profon-do, che si verifica nella prima parte della notte e si espri-
La sindrome delle gambe senza riposo (Tab. 14) è caratte-
me con una sensazione oppressiva sul torace, impressione
rizzata dalla comparsa di sensazioni sgradevoli, difficili da
di soffocare e impellente bisogno di chiedere aiuto. Gli
definire, localizzate nella profondità delle gambe, che
incubi possono essere provocati dai farmaci dopaminergi-
insorgono nelle ore serali e soprattutto durante l'addor-
ci e in questo caso è opportuno ridurre o sospendere le dosi
notturne di farmaci antiparkinsoniani; è opportuno, inoltre,
La sensazione dolorosa provoca una necessità di muo-
ridurre o eliminare i farmaci ipnoinducenti e gli antide-
vere le gambe e costringe il paziente ad alzarsi dal letto.
pressivi triciclici.
Questo disturbo provoca un'insonnia, che interessa inmodo particolare la prima metà della notte, con diminu-
Tabella 15 Disturbi comportamentali della fase REM/incubi
zione degli stadi 3 e 4 del sonno. Nella MP la sindromepuò insorgere in conseguenza di una bassa concentrazione
ematica di L-dopa e pertanto è indicata la somministrazio-ne serale di formulazioni a rilascio controllato di L-dopa
Benzodiazepine ad azione
e/o DA-agonisti. Altre opzioni terapeutiche prevedonobasse dosi di clonazepam (0,5–2 mg) e l'uso di gabapentin
specifica (clonazepam
al dosaggio di 900 mg/die.
I movimenti periodici degli arti inferiori durante il
Riduzione o sospensione
sonno (PMLs) compaiono in un terzo dei pazienti parkin-
delle dosi notturne di farmaci
Tabella 14 Sindrome delle gambe senza riposo e movimenti perio-
dici degli arti durante il sonno
Riduzione o eliminazione di
farmaci ipnoinducenti e di
Gravità dei disturbi
Eventuale presenza di insonniao sonnolenza diurna secondaria
Somministrazione serale di
L-dopa a lento rilascio o DA-
Si vedano le indicazioni per i disturbi urologici.
Benzodiazepine ad azione
Acinesia notturna
specifica (clonazepam 0,5-2mg/die)
Si vedano le indicazioni per la terapia della fase complica-
Gabapentin 900 mg/die
ta di malattia.
La terapia della malattia di Parkinson
La disautonomie
Il controllo della pressione arteriosa è molto comples-
so ed è influenzato da numerose variabili; tra queste, con-
Nella MP è comune osservare la presenza di disturbi disau-
viene ricordare: l'ingestione di cibo, l'ora della giornata,
tonomici, che possono interferire con la gravità del qua-
lo stato d'idratazione, la temperatura ambientale, il decon-
dro clinico in varia misura. Un incremento della secrezio-
dizionamento posturale, l'ipertensione arteriosa, numerosi
ne sebacea cutanea, lievi asimmetrie del diametro pupilla-
farmaci, il sesso e l'età. I farmaci dopaminergici possono
re non hanno una ricaduta clinica, ma disturbi cardio-
causare ipotensione e questo ne limita le possibilità di
vascolari (variazioni della frequenza cardiaca e della pres-
impiego in alcuni casi, non consentendo di raggiungere i
sione arteriosa), alterazioni della sudorazione, disturbi del
dosaggi necessari al controllo dei sintomi motori.
transito attraverso il tubo digerente meritano una adeguata
L'ipotensione ortostatica sintomatica è causa di circa il
considerazione, seppure una evidente disautonomia sia
10% delle cadute; in alcuni casi, soprattutto se si manife-
presente in una minoranza di pazienti con MP idiopatica.
sta in età precoce, può essere un sintomo indicativo di
Particolare attenzione meritano l'ipotensione ortostatica (o
parkinsonismo atipico con disautonomia [37].
postprandiale) e le alterazioni gastrointestinali e genitouri-
Frequentemente, in posizione supina o seduta è presente
un'ipertensione sistolica (a volte trattata farmacologicamen-te), ma l'assunzione dell'ortostatismo provoca repentini
crolli di 30–80 mmHg o più, che possono esitare in cadute.
Da un punto di vista temporale i periodi più critici sono la
L'ipotensione ortostatica (Tab. 16) si manifesta con sinto-
fase post prandiale, il primo mattino e la notte, quando l'as-
mi talora insidiosi o sottovalutati, quali difficoltà visive,
sunzione dell'ortostatismo avviene in modo troppo rapido.
vertigini (in particolare al levarsi dal letto o dopo un
Il ridotto volume intravascolare facilita l'ipotensione
pasto), altre volte con pre-sincopi o sincopi. È un segno
ortostatica e quindi lo scarso apporto di liquidi può essere
clinico, la cui presenza è indicata dall'osservazione di una
critico, così come stati anemici non necessariamente gravi,
riduzione della pressione arteriosa sistolica di almeno 30
che determinano una ridotta massa eritrocitaria.
mmHg (o della pressione diastolica di almeno 15 mmHg),
Modificazioni delle abitudini di vita e dietiche, non
in seguito all'assunzione della posizione ortostatica.
necessariamente rilevanti, possono spesso minimizzare lanecessità di trattamenti farmacologici specifici e ridurre irischi di comorbilità.
Tabella 16 Ipotensione ortostatica
Nei soggetti in trattamento con farmaci dopaminergici è
soprattutto necessario contrastare l'azione ipotensiva di tali
Difficoltà visive
sostanze. È utile somministrare in primo luogo domperidone
(fino a 3 dosi giornaliere di 20 mg, a stomaco vuoto), che agi-
sce come antidoto per gli effetti dopaminergici periferici, manon è sempre in grado di contrastarli. Qualora la somministra-
Nei cambiamenti posturali
zione di domperidone non fosse sufficiente, è necessario ridur-
A digiuno o dopo mangiato
Dopo esercizio fisico
re il dosaggio dei farmaci antiparkinsoniani, iniziando dai DA-agonisti. È anche possibile cercare di contrastare l'ipotensione
Terapia dopaminergica
ortostatica con farmaci specifici, allo scopo di mantenere una
Altri trattamenti farmacologici
terapia antiparkinsoniana adeguata al controllo dei sintomi
Stato di idratazione/anemia
motori. La midodrina è ben tollerata e può essere sommini-
Temperatura ambientale
strata fino alla dose giornaliera di 15–20 mg. Ben più efficace
Eventuali patologie associate
è il fluoridrocortisone, che esercita una potente azione ritenti-
Modificazioni delle abitudini
va di sodio. Questo farmaco (non disponibile in Italia) è som-
di vita (utilizzo di collant
ministrato alla dose giornaliera di 0,1–0,3 mg; il trattamento
elastici; dormire con gli arti
cronico richiede un controllo periodico dei metaboliti plasma-
inferiori sollevati)
tici, della funzione renale e della pressione arteriosa.
Modificazioni dietetiche (ad esempio, aumento apporto idro-salino)
Domperidone (fino a 20 mg,3 volte/die)
Includono disfagia, rallentato svuotamento gastrico e acalasia,
Eventuale riduzione dosaggio
volvolo, megacolon e megasigma [38]. La patogenesi non è
chiara, ma corpi di Lewy sono stati riscontrati nel nucleo dor-
Trattamenti specifici: midodrina
sale del vago e nel plesso mioenterico del colon, suggerendo
fino a 15-20 mg/die;
una relazione dei disordini gastrointestinali con un processo
fluoridrocortisone 0,1-0,3 mg/die
degenerativo che coinvolge anche il sistema enterico.
La terapia della malattia di Parkinson
I sintomi più comuni sono la stipsi, che si verifica in oltre
con conseguente polmonite ab ingestis. L'interessamento
il 70% dei pazienti e la disfagia, riferita da circa il 10% dei
dei muscoli dell'orofaringe è confermato dall'osservazio-
pazienti. Va anche ricordato che il rallentato svuotamento
ne che la gravità della disfagia è direttamente correlata alle
gastrico, correlato ad una ridotta attività parasimpatica, può
fasi off e a renderla problematica concorrono sia l'inade-
determinare precoce sensazione di sazietà, nausea, perdita di
guato controllo dei movimenti della lingua, sia l'incapacità
appetito e che i farmaci dopaminergici possono aumentare
di far transitare il bolo alimentare in faringe. L'aspirazione
questa sintomatologia, rendendo necessaria una adeguata
nella cavità orale di cibo per reflusso dalle vallecule epi-
attenzione alle relazioni dei farmaci con l'assunzione del
glottiche e dai seni piriformi, insieme alla salivazione
cibo ed ad aspetti qualitativi e quantitativi della dieta, come
eccessiva, possono rendere la deglutizione ulteriormente
è illustrato nel paragrafo relativo alla nutrizione. Disfagia e
difficile. Inoltre, il ristagno di cibo e compresse nelle val-
stipsi sono cause di comorbilità per le quali la malattia costi-
lecule può essere causa di assorbimento erratico della L-
tuisce di per sé un fattore di rischio. Circa il 6% dei ricoveri
dopa e quindi incrementare i problemi di deglutizione in
urgenti di soggetti con MP è dovuto a cause gastroenterolo-
particolare, ma anche di mobilità in generale.
giche, ma tali problemi insorgono, in modo acuto, anchedurante ricoveri per altre motivazioni e sono di non raro
riscontro nei soggetti istituzionalizzati.
La stipsi (Tab. 18) è definibile in base a criteri diagnostici[39] che prevedono la presenza di meno di 3 evacuazioni
per settimana associate a varie difficoltà di svuotamento.
La disfagia (Tab. 17) è spesso sottovalutata, ma può costi-
Può essere presente anche in fasi relativamente precoci
tuire un problema, soprattutto nelle forme complicate, per
della malattia, richiedendo in questi casi solo provvedi-
il rischio di aspirazione di cibo o di liquidi nelle vie aeree,
menti dietetici, assunzione adeguata di liquidi ed eserciziofisico. Motivo di attenzione è soprattutto la presenza diuna mobilità assai ridotta per larga parte della giornata,
Tabella 17 Disfagia
che contribuisce alla debolezza dei muscoli addominali.
Prolungata permanenza del
Va ricordato che la defecazione si avvale di due distin-
boccone solido o dei liquidi nel
ti processi. Il primo riguarda il transito delle feci e richie-
de un'adeguata sequenza contrattile dei muscoli della
Fuoriuscita dei cibi dalle fosse
parete intestinale; la fase espulsiva invece richiede la con-
trazione coordinata del retto, il rilasciamento dello sfinte-
Tosse e/o voce "gorgogliante"
re anale e la contrazione dei muscoli del pavimento pelvi-
dopo l'assunzione di liquidi o
co, della parete addominale e del diaframma. La degenera-
semi-solidi in concomitanza o
zione dei neuroni del plesso mioenterico rende ragione
meno con scialorrea
Peggioramento delle prestazioni
della riduzione della motilità intestinale. Tuttavia, la pro-
gressione della MP è correlata alla progressiva incapacità,probabilmente su base distonica, di raddrizzare l'angolo
In caso di ipocinesia marcata, in fase off o in caso di discinesie
Tabella 18 Stipsi
Schema terapeutico,eventualmente sospendere
Spesso anche in fasi iniziali, ma
anticolinergici (causa di
più marcata in condizioni di
ridotta mobilità
Stato delle dentatura
Esame clinico/strumentale della
Schema terapeutico,
eventualmente ridurre o sospendere gli anticolinergici
Alimentazione del pazientein fase on
Aumentare l'apporto di liquidi
Assumere cibi fluidi o solidi
(almeno 8 bicchieri d'acqua
asciutti e morbidi
Evitare cibi che si sbriciolano
Ridurre nella dieta banane, patate
(ad esempio, biscotti e grissini)
e carote e aumentare frutta di
Evitare cibi che presentano
stagione, verdure in foglia, crusca
contemporaneamente una fase
Aumentare l'attività fisica
liquida e una solida (ad esempio,
Usare lassativi vegetali e osmotici
(ad esempio, lattulosio 10-20
Usare addensanti e acqua
Latte di magnesia
La terapia della malattia di Parkinson
ano-rettale al momento della defecazione, aumentando
I disturbi urinari sono tra i criteri diagnostici differen-
quindi l'effetto valvola dello stesso e in definitiva,
ziali con i parkinsonismi atipici [40]. In questi casi i
ostruendo il passaggio delle feci.
disturbi urinari interessano pazienti relativamente giovani,precedono o accompagnano l'esordio del parkinsonismo e
Disturbi urologici
diventano rapidamente gravi, poiché danno luogo a quadridi incontinenza, alla cui base vi è una combinazione di
In tema di comorbidità vanno annoverati in particolare i
iperreflessia del detrusore, incompleto svuotamento della
problemi di natura infettiva a cui concorre, in larga misu-
vescica e debolezza dello sfintere uretrale.
ra, la ridotta mobilità caratteristica della fase avanzata(Tab. 19). Come fattore aggiuntivo non va trascurata l'i-perreflessia del detrusore della vescica, la cui incidenzavaria dal 45% al 95% nelle varie casistiche di pazienti sot-
toposti a studio urodinamico.
Va anche ricordato che molti pazienti di sesso maschi-
Disturbi respiratori
le si trovano nelle decadi di età in cui un'ostruzione alflusso urinario può essere causata da un'iperplasia prosta-
Alterazioni della funzione respiratoria (Tab. 20) sono tipiche
tica benigna, che può fungere da fattore precipitante nel
delle fasi intermedia e avanzata della MP e possono essere
determinare un blocco minzionale acuto dopo sommini-
causa sia di morbilità acuta e cronica, sia di mortalità [41].
strazione di farmaci con effetto anticolinergico (possibile
Comprendono la polmonite ab ingestis, la riduzione degli
anche in fase relativamente precoce di malattia). Le infe-
scambi respiratori cronici o ricorrenti, l'insufficienza
zioni urinarie costituiscono causa di ricovero urgente in
respiratoria acuta e le infezioni polmonari, ma anche i
poco più del 10% dei pazienti, verosimilmente come pro-
disturbi del ritmo del respiro, sia in veglia che durante il
blema aggiuntivo ad un equilibrio clinico precario, cosic-
ché la gestione del problema può richiedere non solo prov-
I fattori determinanti possono essere associati alla
vedimenti specifici, ma anche adeguamenti della terapia
malattia di base [42], ma anche alla terapia dopaminergica
[43]. I disturbi respiratori durante il sonno, relativamentefrequenti negli anziani, sono incrementati nei parkinsonia-ni sia da eventuali discinesie notturne da fine dose, sia
Tabella 19 Disturbi urologici
dalla ridotta mobilità toracica (si veda il paragrafo sul
Aumento della frequenza
sonno). La riduzione delle prestazioni motorie e la minore
Incontinenza con urgenza
Tabella 20 Disturbi respiratori
Anche in fase precoce di malattia
Solo in fase off
Durante le crisi discinetiche
Eventuale riconsiderazione della
Possibile patologia apparato/
Possibile patologia apparato-specifica
Sedere sollevando le gambeprima di coricarsi
Rivedere lo schema terapeutico
Ridurre l'assunzione di liquidi serale
Senza relazione con le fluttuazioni
Anticolinergici con effettoperiferico alla sera (ossibutina 5-
Grado di ipocinesia
10 mg/die, propantelina 15
Relazione con attività fisica
mg/die; attenzione poiché possono
Se diurna e/o notturna
peggiorare lo svuotamento se vi è ostruzione meccanica del collo
Rivedere lo schema terapeutico ed
eventualmente la diagnosi
Ormone antidiuretico prima di
Considerare consulto specialistico
e indagini strumentali per
Consulto urologico per ulteriori
possibile patologia
tentativi terapeutici
La terapia della malattia di Parkinson
capacità di svolgere compiti ripetitivi possono influire
Tabella 21 Dolori e disestesie
sulla respirazione e rendere ragione di ridotti scambi respi-ratori già in fase compensata di malattia; l'aggiunta di alte-
In fase off
razioni posturali a carico della colonna può contribuire a
In corso di distonie
generare ulteriori difetti ventilatori [44]. Anche la terapiadopaminergica può essere causa di disritmie respiratorie,
causate dalle discinesie, mentre difetti respiratori di tipo
Considerare la presenza
restrittivo sono correlati alle fluttuazioni della mobilità.
I pazienti con MP possono presentare alterazioni respi-
Considerare la presenza di altri
ratorie anche rilevanti. Numerosi studi hanno descritto
problemi articolari o ortopedici
difetti ventilatori di tipo ostruttivo e restrittivo, ostruzionidelle vie aeree superiori e disfunzioni dei muscoli respira-
Ottimizzazione del trattamento
tori ed inter-costali.
Trattamento delle eventuali
patologie associate
Pe quanto riguarda le cadute (Fig. 16), la più frequentecausa di comorbilità acuta nei parkinsoniani (circa il 30%
Dolori e disestesie
dei casi) è costituita da traumatismi, soprattutto fratturedegli arti, all'origine dei quali vi è invariabilmente una
Una sintomatologia dolorosa e/o disestesica aspecifica
caduta. Se si considera che le cadute sono la causa preva-
oppure correlata a posture distoniche e alle fasi on-off è
lente di morbilità e mortalità nella popolazione anziana e
presente in molti pazienti (Tab. 21) [50, 51]. I meccanismi
che frequentemente sono motivo di riduzione di autonomia
alla base del dolore non sono stati chiariti e probabilmen-
e quindi di istituzionalizzazione [45, 46], si evince come la
te si tratta di una genesi multipla e diversificata, con pos-
malattia e l'età insieme siano fattori di rischio particolar-
sibili componenti periferiche, somatiche, autonomiche, ma
mente temibili [47, 48]. In particolare, per la MP sono cri-
anche centrali. Anche i sintomi sensoriali, riferiti come
tici la durata e lo stadio avanzato di malattia, ma anche il
parestesie urenti, dolenzia profonda, torpore, freddo, più
trattamento farmacologico specifico e/o associato [49].
spesso coinvolgenti gli arti inferiori, sono di difficile inter-
Le cadute possono essere dovute alla instabilità postu-
pretazione e richiedono spesso diagnosi differenziali con
rale e alla conseguente difficoltà nel cambiare atteggia-
quadri sindromici a genesi neuritica o artrosica.
mento posturale o direzione di marcia, ma anche al free-zing, alla festinazione, alle discinesie o all'ipotensione
Interventi di chirurgia generale
Talora, la presenza di cadute può essere un sintomo di
Gli interventi chirurgici (Fig. 17) sono spesso conseguen-
atipicità della malattia ed orientare la diagnosi verso altre
ze di cadute traumatiche o emergenze di tipo internistico;
forme di parkinsonismo, oppure può essere indicativa di
in altri casi, possono essere programmati, ma il problema
problemi non neurologici o ambientali che, individuati e,
comune è sempre il comportamento nei confronti della
se possibile, risolti, comportano una riduzione del rischio
terapia antiparkinsoniana. In realtà, non esistono regole
di comorbilità.
codificate, poiché gli schemi terapeutici sono diversificati,
Cause legate alla malattia
Cause neurologiche e/o mediche
e/o al suo trattamento
Instabilità posturale
Disturbi cognitivi, sensoriali
Calzature inadatte (suola sdrucciolevole,
sensitivi, motori
tacchi alti, aperte specie in punta)
Deambulazione (cambio di direzione,
Esordio di malattia acuta
Tutori della deambulazione utilizzati
con o senza iperpiressia
Tappeti, moquette, pavimenti scivolosi
Ipotensione ortostatica
Cardiopatie (problemi di ritmo
Illuminazione inadeguata
o insufficienza di pompa)
Accessi alle stanze angusti, disposizione
Problemi ossei e/o articolari
dei mobili inadeguata
Terapie concomitanti (ipotensivi)
Mancanza di appoggi e/o maniglie
Fig. 16 Classificazione delle cause di cadute
La terapia della malattia di Parkinson
Intervento chirurgico
Non sospendere bruscamente
Non sospendere bruscamente
i farmaci dopaminergici
i farmaci dopaminergici
Semplificare lo schema terapeutico
Verificare il tempo dell'ultima
Ridurre il più possibile
somministrazione di L-dopa
il numero di farmaci
Verificare le possibilità disomministrazione dei farmaci
Fig. 17 Interventi chirurgici
sia per numerosità di farmaci che per quantità di sommini-
3. Incalzi RA, Capparella O, Gemma A et al (1997) The interac-
strazioni, senza considerare la possibile presenza di farma-
tion between age and comorbidity contributes to predicting
ci diversi per patologie concomitanti.
the mortality of geriatric patients in the acute care hospital. J
In generale, qualora ve ne sia la possibilità, vale la pena
Intern Med 242:291–298
4. Morgante L, Salemi G, Meneghini F, Di Rosa AE et al (2000)
di semplificare il più possibile lo schema terapeutico man-
Parkinson disease survival. A population-based study. Arch
tenendo la L-dopa, di cui si può controllare più agevol-
Neurol 57:505–512
mente l'effetto con le preparazioni a diverso rilascio e che
5. Bodenmann P, Ghika J, van Melle G, Bogousslavsky J (2001)
è somministrabile anche attraverso sondino naso-gastrico,
Comorbidités neurologique du parkinsonisme. Rev Neurol
o somministrando DA-agonisti iniettabili come l'apomor-
(Paris) 157:45–54
fina, in pompa o in bolo. Nei giorni immediatamente suc-
6. Leoni O, Martignoni E, Cosentino M, Michielotto D et al
cessivi all'intervento, si provvederà poi al graduale ripri-
(2002) Drug prescribing patterns in Parkinson's disease: a
stino della terapia abituale, senza trascurare l'attenzione
pharmacoepidemiological survey in a cohort of ambulatory
per le esigenze di mobilità relative al tipo di intervento.
patients. Pharmacoepidemiology and Drug Safety 11:1–9
Con cautela va considerato l'uso dei DA-agonisti in fase
7. Progetto Finalizzato ICS-57.2/RF.94/124 "Malattia di
Parkinson e comorbilità acuta: proposta di un modello opera-
post chirurgica, poiché possono peggiorare eventuali effet-
tivo per la gestione interdisciplinare dell'urgenza terapeutica
ti collaterali psichici degli anestetici generali.
in pazienti con malattia di Parkinson. Resp. Nappi G
Farmaci da evitare sono gli anticolinergici, disponibili
8. Evans DL, Staab JP, Petitto JM et al (1999) Depression in the
per via parenterale, ma gravati da possibili effetti collate-
medical setting: biopsychological interactions and treatment
rali sia di tipo psichiatrico che sulle funzioni sfinteriche in
considerations. J Clin Psychiatry 60[Suppl 4]:40–55
generale. Occorre inoltre evitare la brusca sospensione
9. Shulman LM, Taback RL, Rabinstein AA, Weiner WJ (2002)
della terapia dopaminergica, perché esiste il rischio di
Non-recognition of depression and other non-motor symp-
un'ipertermia maligna che può essere causa di morte.
toms in Parkinson's disease. Parkinsonism Relat Disord
L'evenienza di un intervento chirurgico dovrebbe esse-
re motivo di una consulenza con uno specialista di disor-
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Il trattamento chirurgico dei disordini del movimento, e
34. Lees AJ, Blackburn NA, Campbell VL (1988) The nighttime
specificatamente della MP, ha subito nel corso del ventesi-
problems of Parkinson's disease. Clin Neuropharmacol
mo secolo una continua evoluzione, sia grazie al progres-
Merello M, Hughes A, Colosimo C, Hoffman M, Starkstein S,
so delle tecniche neurochirurgiche, sia grazie allo sviluppo
Leiguarda R (1997) Sleep benefit in Parkinson's disease. Mov
delle conoscenze neuroanatomiche e fisiopatologiche dei
nuclei della base.
La terapia della malattia di Parkinson
I primi interventi neurochirurgici per i disordini del
Tali considerazioni, e soprattutto l'elevato rischio di
movimento furono indirizzati sul sistema piramidale, inteso
complicanze neurologiche, hanno successivamente indotto
come via finale comune per ogni movimento volontario e
a rivalutare quanto già era emerso dalle procedure di veri-
involontario. Horsley (1908) riportò un caso di emiatetosi
fica intraoperatoria della corretta localizzazione del bersa-
migliorata dopo una resezione parziale della corteccia moto-
glio, vale a dire il controllo dei sintomi ottenibile con la
ria [1]; Bucy e Buchanan (1921) proposero la resezione del-
stimolazione elettrica ad alta frequenza (SEAF). Le prime
l'area 4 di Brodmann per abolire il tremore [2]; Polenov
osservazioni risalgono a Mundinger [16], il quale osservò
(1928) e Browder (1948) proposero lesioni della capsula
la scomparsa di movimenti involontari in pazienti trattati
interna (piramidotomia subcorticale) [3, 4], Putnam (1938)
con stimolazione intermittente di nuclei talamici per il trat-
la piramidotomia midollare [5] e Walker e Guiot (1949) la
tamento del dolore neuropatico e propose la stimolazione
peduncolotomia piramidale [6, 7]. Il primo neurochirurgo
della zona incerta e della regione subtalamica (campi di
che orientò la propria attenzione sui gangli della base fu
Forel) per il trattamento del tremore parkinsoniano. Tali
Russel Meyers (1939), il quale eseguì lesioni della testa del
osservazioni furono confermate successivamente da
nucleo caudato, del putamen, del pallido e dell'ansa lentico-
Bechtereva [19], Brice e Mc Lellan [20], Merienne e
lare [8]. A fronte di risultati soddisfacenti, ottenuti nel 19%
Mazars [21] e Siegfried [22]. È in ogni caso indubbio che
dei casi trattati, egli riportò una mortalità operatoria del 12%.
lo sviluppo della stimolazione elettrica cronica ad alta fre-
Risultati decisamente migliori furono ottenuti da Fenelon
quenza nel trattamento della malattia di Parkinson si debba
(1953) tramite l'elettrocoagulazione dell'ansa lenticolare per
alla scuola di Grenoble, inizialmente per il trattamento del
via transfrontale [9]. Nel 1952, Cooper legò accidentalmen-
tremore con la stimolazione del nucleo ventrale intermedio
te l'arteria corioidea anteriore durante l'esecuzione di una
(Vim) del talamo [23], quindi delle fasi avanzate della MP
peduncolotomia in un paziente parkinsoniano, con conse-
attraverso la stimolazione del globo pallido interno (GPi) e
guente definitiva soppressione del tremore e propose tale
del nucleo subtalamico (NST) [24, 25]. Tali procedure,
procedura come trattamento per la MP: ottenne una riduzio-
oggi in progressiva e crescente diffusione, presentano il
ne del tremore e della rigidità nel 65–70% dei casi trattati, a
vantaggio della reversibilità e modulazione del trattamen-
fronte della comparsa di emiparesi o emiplegia in circa il
to, evitando lesioni cerebrali permanenti a scopo terapeu-
50% dei pazienti e di una incidenza della mortalità operato-
tico. Presentano pertanto una bassa incidenza di morbilità,
ria del 10%. Concluse che non era questa la via da seguire
solitamente transitoria e reversibile, consentendo un con-
per il trattamento della MP, soprattutto nel momento in cui
trollo soddisfacente dei sintomi cardinali della MP.
stava affacciandosi in neurochirurgia l'utilizzo della stereo-tassia [10]. L'introduzione della tecnica stereotassica, modi-ficata da quella precedentemente sviluppata da Horsley eClark nel 1908 [11] per uso sperimentale, rese la chirurgia
Scelta del target
dei gangli della base più precisa e meno destruente. Nel 1940Spiegel e Wycis svilupparono e rifinirono il primo apparato
Il nucleo Vim del talamo viene considerato come il target
stereotassico per l'uomo [12] ed effettuarono il primo inter-
di scelta per il trattamento chirurgico del tremore; la SEAF
vento per la MP nel 1952.
del Vim migliora il tremore parkinsoniano, fino alla sop-
L'utilizzo della stereotassia, in particolare per il tratta-
pressione, in una percentuale elevata di casi (85%) [26].
mento dei disordini del movimento, fu oggetto di un note-
Alcuni Autori hanno riportato anche un effetto parziale
vole sviluppo negli anni '60, ponendo l'attenzione su dif-
sulla rigidità e sulle discinesie [27], mentre l'inattivazione
ferenti bersagli sottocorticali tramite diversi metodi di
del Vim è inefficace sull'acinesia e sui disturbi della
lesione (meccanica, chimica o fisica). Vennero così realiz-
deambulazione [28]. Un problema attuale riguarda l'utiliz-
zate la pallidotomia anterodorsale [13], la pallidotomia
zo del Vim come target per il trattamento chirurgico della
ventro-postero-laterale [14], la talamotomia ventro-latera-
MP. A questo proposito occorre considerare che le forme
le [15, 16, 17], la campotomia subtalamica [18]. Il perfe-
di MP che si presentano con il tremore quale unico sinto-
zionamento della tecnica stereotassica, insieme al contri-
mo disabilitante sono molto rare; inoltre, l'inattivazione
buto fornito dalle esplorazioni fisiologiche intraoperatorie
del NST o del GPi è molto efficace sul tremore [29, 30],
(micro e macrostimolazione, microregistrazione), hanno
oltre che sugli altri sintomi parkinsoniani, per cui si ritie-
consentito di ottenere l'abolizione duratura del tremore e
ne che questi ultimi possano essere i target più idonei per
della rigidità in circa l'80% dei casi trattati. Limite di tali
il trattamento della MP, anche a prevalente espressione
procedure lesionali è costituito dalla scarsa efficacia sulla
bradicinesia, e più in generale sulla progressione dei sinto-
Per quanto riguarda la SEAF del GPi, numerosi studi
mi della malattia, e dalla incidenza di effetti collaterali
ne hanno dimostrato l'efficacia nel trattamento della fase
permanenti. Questi ultimi sono stimati in una percentuale
avanzata della MP, complicata da fenomeni on-off e movi-
di circa il 10% per gli interventi monolaterali e in percen-
menti involontari [31, 32]. Tuttavia, la stimolazione del
tuale maggiore in quelli bilaterali.
GPi è molto efficace sulle discinesie, mentre l'efficacia
La terapia della malattia di Parkinson
sulla triade parkinsoniana non è confermata in modo uni-
impegnativa, che richiede piena collaborazione durante la
voco da tutti gli studi; alcuni Autori hanno osservato un
fase di preparazione e di esecuzione. Devono pertanto
miglioramento di entità minore dell'acinesia e un peggio-
essere esclusi pazienti che presentano malattie internisti-
ramento del freezing della marcia [33] oppure una riduzio-
che rilevanti (ipertensione arteriosa non controllata, malat-
ne dell'efficacia a lungo termine, con la necessità di
tie neoplastiche, cardiopatie, malattie polmonari, epatiche
aumentare la dose di L-dopa e conseguente perdita parzia-
e renali) e pazienti teoricamente candidabili, ma estrema-
le dell'effetto anti-discinetico [34]. Questi risultati contra-
mente defedati. Infine, è controindicata l'assunzione di
stanti sono probabilmente dovuti all'estensione relativa-
terapia anticoagulante, antiaggregante o immunosoppres-
mente elevata e alla organizzazione anatomo-funzionale
siva o la presenza di un pace-maker cardiaco.
del GPi; in tale nucleo sono infatti presenti diverse aree
I criteri generali di inclusione sono validi per la SEAF
funzionali con effetti parzialmente contrapposti [35].
talamica, subtalamica e pallidale e per gli interventi di
La SEAF del NST è efficace sulla triade parkinsoniana:
dopo l'intervento le fasi off tendono a scomparire e i movi-menti involontari della fase on e la dose di L-dopa dimi-
Criteri di inclusione per la SEAF del NST
nuiscono in modo significativo [36, 37, 38]. Studi recentisuggeriscono una maggiore efficacia della stimolazione
La SEAF del NST è efficace esclusivamente sui disturbi
del NST rispetto alla stimolazione del GPi [31]; inoltre,
motori presenti nelle fasi off ed il massimo beneficio otte-
solo nel caso del NST è possibile ridurre il dosaggio di L-
nibile è equivalente a quello prodotto da una dose sovra-
dopa [39], mentre dopo l'intervento di stimolazione del
massimale di L-dopa [41]. Il tremore può fare eccezione
GPi il dosaggio rimane sostanzialmente immodificato
perché può non essere responsivo alla L-dopa, mentre può
[34]. Un recente studio multicentrico in doppio cieco (96
essere migliorato, fino alla soppressione, dalla stimolazio-
pazienti trattati con la SEAF del NST, 38 pazienti con la
ne del NST. È pertanto fondamentale, nell'iter di selezione
SEAF del GPi) ha mostrato un'efficacia maggiore nel
dei pazienti, quantificare prima dell'intervento il migliora-
gruppo NST, ad eccezione del miglioramento delle disci-
mento ottenibile con una dose sovramassimale di L-dopa,
nesie che era analogo nei due gruppi [25]. In base a queste
poiché tale miglioramento è predittivo dell'effetto globale
considerazioni si ritiene oggi che la stimolazione del NST
della SEAF del NST.
rappresenti il trattamento chirurgico più efficace della fase
Il test di responsività alla L-dopa viene eseguito al mat-
avanzata della MP.
tino dopo 12 ore di sospensione della terapia antiparkinso-niana, utilizzando L-dopa dispersibile. La scomparsa,durante il test, del freezing della marcia, del tremore e del-l'instabilità posturale rappresenta un buon parametro pre-
Selezione dei pazienti candidati alla terapia chirurgica
dittivo della qualità dell'on post-operatorio. Al contrario,la persistenza del freezing e dell'instabilità posturale rap-
Criteri di inclusione generali
presentano un criterio di esclusione, poiché l'intervento,pur migliorando lo score motorio, non migliorerebbe in
I rilevanti benefici ottenuti attraverso le tecniche di stimola-
modo significativo la qualità della vita del paziente. Allo
zione cerebrale profonda del GPi prima, e del NST più recen-
stesso modo, la presenza di disturbi che non rispondono
temente, hanno incoraggiato l'uso di questa modalità di trat-
alle terapie dopaminergiche (disturbi cognitivi e disauto-
tamento per pazienti affetti da MP in fase avanzata [40]; se
nomici) può rappresentare un criterio di esclusione, se tali
si considera l'elevato numero di pazienti potenzialmente ido-
disturbi incidono in modo rilevante sul quadro clinico. I
nei per la terapia chirurgica, è fondamentale stabilire ade-
pazienti candidati all'intervento devono essere valutati in
guati criteri clinici di inclusione. Altri elementi di rilievo da
fase off dopo la sospensione della terapia da almeno 12
considerare sono la potenziale morbilità e mortalità dell'ap-
ore, devono presentare uno score di almeno 30–40/108 alla
proccio chirurgico, i costi a breve e lungo termine delle pro-
UPDRS motoria e la dose sovramassimale di L-dopa deve
cedure di SEAF e infine il considerevole impegno richiesto
migliorare questo punteggio di almeno il 30–40%. È fon-
allo staff medico, al paziente e ai familiari nel periodo suc-
damentale valutare il grado di autonomia del paziente,
cessivo all'intervento. Per tutti questi motivi è necessario
quantificare i periodi off nel corso della giornata e la gra-
stabilire criteri di selezione adeguati che consentano di iden-
vità dei movimenti involontari durante le fasi on.
tificare quei pazienti che abbiano maggiori probabilità di
In generale, si può affermare che tale procedura chirur-
ottenere un beneficio dal trattamento e di mantenere questo
gica migliora le complicanze motorie della L-dopa soprat-
beneficio nel tempo e che siano idonei, da un punto di vista
tutto attraverso una riduzione dei periodi off e di tutti i tipi
fisico, cognitivo e psichico, a tollerare tutte le fasi dell'inter-
di discinesie che compaiono durante le fasi on. Un recente
vento e del percorso post-operatorio.
studio ha dimostrato che la gravità delle complicanze
I criteri generali riguardano innanzitutto la capacità del
motorie correlate all'assunzione di L-dopa non influenza
paziente di tollerare fisicamente una procedura chirurgica
l'efficacia della SEAF del NST [42].
La terapia della malattia di Parkinson
La terapia chirurgica non è proponibile in pazienti con
Procedura chirurgica
diagnosi di possibile o probabile atrofia multisistemica ein pazienti che manifestano distonie/discinesie a localizza-
Nella MP la ridotta attività dopaminergica nigro-striatale
zione atipica secondarie al trattamento con L-dopa (pur in
determina un aumento dell'attività del NST, del GPi e
presenza di modificazioni motorie ancora significative
della substantia nigra pars reticulata (SNpr), con inibizio-
all'UPDRS dopo test farmacologico acuto).
ne dei nuclei talamici e ridotta attività dei neuroni cortica-
Altro elemento importante in presenza di una risposta
li. Questo spiegherebbe perché l'inibizione funzionale del
ottimale alla L-dopa, è decidere in quale stadio della malat-
NST, ottenibile con la SEAF, determini un miglioramento
tia sottoporre il paziente all'intervento. Dati sperimentali
della sintomatologia attraverso la riduzione dell'output
in vivo suggeriscono la possibilità che l'intervento di sti-
eccitatorio sui neuroni inibitori del GPi e della SNpr e la
molazione cerebrale profonda possa rallentare la progres-
conseguente disinibizione dei neuroni talamo-corticali.
sione di malattia, riducendo il rilascio del glutammato
L'esatto meccanismo di funzionamento della SEAF rima-
attraverso l'inibizione del NST [43]. Questo potrebbe pre-
ne poco noto e le ipotesi più probabili [44, 45] sono: stimo-
vedere la possibilità di estendere l'indicazione all'inter-
lazione preferenziale di fibre inibitorie GABAergiche affe-
vento anche a pazienti con parziale compromissione moto-
renti ai neuroni del target; sincronizzazione stimolo-indotta
ria. Tuttavia, al momento i dati su un eventuale effetto neu-
dell'attività elettrica di una popolazione neuronale responsa-
roprotettivo non sono ancora convincenti, per cui l'inter-
bile dell'invio di un messaggio non decodificabile (jam-
vento non dovrebbe essere proposto in quei casi in cui i
ming); blocco neuronale da depolarizzazione.
sintomi sono ancora ben controllati dalla terapia farmaco-logica. In generale, si può affermare che l'intervento deve
Componenti del sistema di stimolazione
essere rivolto a quei pazienti che presentano fluttuazionimotorie e discinesie non più controllabili dal trattamento
Il sistema di stimolazione è costituito dagli elettrocateteri
quadripolari che vengono posizionati, generalmente bilate-
L'età è un altro fattore che incide sulla selezione dei
ralmente, a livello del target prescelto e connessi, tramite
pazienti; pur non esistendo criteri di validità assoluta, si
un cavo di estensione fatto decorrere nel sottocute, al
tende ad accettare che un'età biologica al di sotto dei 65–70
generatore di impulsi elettrici (GIE) posizionato a livello
anni possa essere l'indicazione più razionale. È stato tutta-
della regione sottoclaveare.
via osservato che i pazienti con esordio giovanile della
Gli elettrocateteri quadripolari sono costituiti da una
malattia, un'età non avanzata di insorgenza della sindrome
struttura portante cilindrica di poliuretano con isolamento in
da trattamento cronico con L-dopa e un'età relativamente
politetrafluoretilene lunga 280 mm e di diametro 1,27 mm. A
giovane al momento dell'intervento sono quelli che traggo-
livello dell'estremità distale sono posti quattro contatti che
no maggior beneficio dalla stimolazione del NST.
costituiscono gli elettrodi veri e propri. Tali contatti, in plati-
La valutazione neuropsicologica è un altro aspetto fon-
no-iridio, coprono ognuno una lunghezza di 1,5 mm. La
damentale nella selezione dei pazienti ed ha lo scopo di
distanza tra i diversi contatti è di 0,5 mm (o 1,5 mm a secon-
individuare coloro che presentano deterioramento cogniti-
da del tipo di elettrodo) e la distanza del contatto distale dalla
vo e/o disturbi psichici. In particolare, è importante valu-
punta è di 1,5 mm. Con tali elettrodi si può calcolare che il
tare l'attenzione selettiva, la memoria a breve e a lungo
raggio della superficie di tessuto stimolato, utilizzando una
termine e le funzioni esecutive frontali. La valutazione
intensità di 2 mA (2 V con una impedenza media di 1000
dello stato psichico deve essere eseguita tramite scale o
Ohm), sia di circa 2–3 mm attorno all'elettrodo in condizio-
questionari validati, idonei all'individuazione di quadri di
ni di stimolazione monopolare [46]. Il GIE è in grado di ero-
depressione grave e disturbi psicotici o di personalità. La
gare una stimolazione continua o ciclica, con impulsi rettan-
valutazione deve essere infine completata con uno o più
golari monofasici, regolabili come durata (60–450 msec),
colloqui psicologici con il paziente e con i familiari.
frequenza (2–185 Hz) e voltaggio (0–10.5V) e può essere
L'esame clinico del candidato deve comprendere una
utilizzato come elettrodo di riferimento qualora si decida di
risonanza magnetica cerebrale allo scopo di escludere la pre-
utilizzare una stimolazione monopolare.
senza di una significativa atrofia e/o di alterazioni vascolaridi rilievo a carico dei nuclei della base. Bisogna precisare
che la presenza di piccole aree iperintense della sostanzabianca non costituisce una controindicazione all'intervento.
La descrizione delle fasi della procedura chirurgica nel-
In alcuni casi può essere utile completare le indagini neuro-
l'ambito delle Linee Guida non ha la pretesa di indicare il
radiologiche con una SPECT cerebrale del flusso (o una PET
modo per eseguire l'intervento, per il fatto stesso che non
del metabolismo con fluorodeossiglucosio), che possono
esiste in assoluto una tecnica d'elezione. Esistono diffe-
evidenziare la presenza di aree di ridotta funzionalità corti-
renti metodiche per individuare il target e diverse strategie
cale. Questo dato è complementare ai test neuropsicologici
per raggiungerlo. Ogni team neurochirurgico-neurologico
per la valutazione cognitiva del candidato all'intervento.
sviluppa le proprie competenze e il concetto di metodo
La terapia della malattia di Parkinson
ideale non è un valore assoluto, ma è relativo alle attrez-
vantaggio di essere una metodica non invasiva, ma le
zature disponibili e alle competenze dell'équipe. Il metodo
immagini ottenute possono essere inficiate dalla distorsio-
ideale per un team può rivelarsi il peggiore o il meno pra-
ne geometrica generata dal campo magnetico e dal casco
ticabile in un'altra sede. L'unico sistema per validare, per-
stereotassico. Tale problema può richiedere opportuni fat-
fezionare o cancellare una metodica chirurgica è la valuta-
tori di correzione [48]. L'uso dei software di fusione di
zione del risultato finale, che, in questo caso specifico, è
immagini TC-RMN consente di ottenere immagini che
da intendersi come beneficio funzionale per il paziente. È
conservano il miglior dettaglio anatomico della RMN e la
questo il fine al quale devono essere indirizzati tutti gli
migliore accuratezza geometrica della TC eseguita con
sforzi di ciascun componente dell'équipe multidisciplina-
casco stereotassico [49, 50].
re. Solo un team multidisciplinare, costituito da neurochi-rurghi funzionali, neurologi con competenze sui disordini
del movimento, neurofisiologi, neuroradiologi e neuropsi-
Il monitoraggio intraoperatorio è una tappa fondamentale
cologi, è in grado di massimizzare i risultati e di ridurre i
della procedura chirurgica, poiché consente di perfeziona-
rischi della procedura chirurgica, rendendo accettabile il
re la localizzazione anatomica e di correggere eventuali
spostamenti del bersaglio chirurgico, dovuti a deliquora-
L'intervento di SEAF del NST viene generalmente con-
zione, penetrazione di aria attraverso l'apertura della dura
dotto in due tempi: durante il primo intervento, eseguito in
madre e manovra di inserimento dell'elettrodo nel paren-
anestesia locale previa sospensione di ogni terapia farma-
chima cerebrale.
cologica antiparkinsoniana da almeno 12 ore, vengono
Le tecniche di monitoraggio comunemente usate sono
posizionati, con tecnica stereotassica, gli elettrocateteri a
la microregistrazione dell'attività elettrica cerebrale e la
livello del NST; durante il secondo intervento, eseguito in
stimolazione. Vi è accordo unanime sulla indispensabilità
anestesia generale a distanza di alcuni giorni dal primo,
della stimolazione, mentre è ancora controversa l'utilità
vengono posizionati il GIE in regione sottoclaveare e i
della microregistrazione, che migliora la precisione del
cavi di estensione per le connessioni con gli elettrodi.
posizionamento chirurgico, ma può comportare un aumen-
Non è compito di Linee Guida generali trattare proble-
tato rischio chirurgico (emorragie), soprattutto nell'even-
matiche tecniche strettamente neurochirurgiche, quali il
tualità in cui si renda necessario eseguire tracce multiple.
montaggio del casco stereotassico, le dimensioni del foro
La registrazione dell'attività elettrica cerebrale per-
osseo sulla teca cranica, i sistemi di fissazione dell'elet-
mette di rilevare, mediante l'utilizzo di opportuni elettro-
trodo alla teca cranica. È invece utile accennare a proble-
di, i potenziali elettrici delle cellule nervose. L'utilizzo dei
matiche di interesse più generale, quali la localizzazione
microelettrodi permette lo studio dell'attività delle singole
neuroradiologica pre-operatoria del nucleo, il monitorag-
cellule e l'analisi della frequenza di scarica e della morfo-
gio neurofisiologico intraoperatorio, il controllo neurora-
logia dei potenziali elettrici. L'utilizzo dei semimicroelet-
diologico post-operatorio e il posizionamento del GIE.
trodi consente invece la ricerca della modificazione del-l'attività cellulare di fondo e, come nel caso dei microelet-
Localizzazione neuroradiologica pre-operatoria del target
trodi, la valutazione della risposta cellulare agli stimoli
Le tecniche di localizzazione anatomica del NST possono
sensitivi periferici e l'evidenziazione di attività ritmiche
prevedere l'impiego della ventricolografia, della TC, della
(ad esempio, attività sincrona con il tremore).
RMN e di software di fusione di immagini TC-RMN.
L'analisi delle caratteristiche elettrofisiologiche dei
La ventricolografia è una metodica di localizzazione
neuroni del nucleo subtalamico consente di identificare 3
indiretta, basata sull'identificazione della commissura
popolazioni di cellule: neuroni con pattern di scarica irre-
anteriore (CA) e della commissura posteriore (CP). L'uso
golare a frequenza di 20–30 Hz con burst ad alta frequen-
degli atlanti stereotassici permette la determinazione della
za (fino a 200 Hz); neuroni con attività regolare tonica a
posizione del nucleo, in funzione della sua distanza dal
frequenza di 50 Hz; neuroni con attività lenta, ritmica
punto di mezzo della linea intercommissurale (CA-CP). La
oscillatoria con burst a bassa frequenza (2 Hz) [51, 52].
ventricolografia è una metodica precisa, ma invasiva (pun-
La registrazione intraoperatoria dell'attività elettrica
tura del ventricolo laterale attraverso un foro di trapano
neuronale consente l'identificazione diretta dell'estensio-
pre-coronarico).
ne e dei confini del nucleo; gli svantaggi sono rappresen-
La TC viene utilizzata come metodica di localizzazio-
tati dai costi del sistema di acquisizione del segnale e degli
ne indiretta, impiegando algoritmi trigonometrici di calco-
elettrodi, dall'aumentata durata dell'intervento chirurgico
lo che consentono l'identificazione del target rispetto ad
e dalla necessità di competenze neurofisiologiche specifi-
un sistema di riferimento (linea intercommissurale e reces-
che. L'impiego della registrazione intraoperatoria non rap-
so infundibolare del III ventricolo) [47].
presenta tuttavia una garanzia di successo dell'intervento
La RMN permette l'identificazione diretta del NST,
chirurgico; essa rappresenta un ausilio utile, che può
utilizzando sequenze T2 con scansioni coronali perpendi-
diventare essenziale nei casi in cui risulti impossibile la
colari alla linea intercommissurale. La RMN presenta il
valutazione del paziente tramite la stimolazione (presenza
La terapia della malattia di Parkinson
di fluttuazioni cliniche durante l'intervento, pazienti non
Esistono attualmente 2 tipi di generatori: a singolo
collaborativi, effetto lesivo intraoperatorio dell'elettrodo
canale (Soletra; Medtronic), con necessità di impianto
con miglioramento dei sintomi motori valutabili in sala
bilaterale, e a doppio canale (Kinetra, Medtronic), che
consente un impianto monolaterale con possibilità di ali-
La stimolazione intraoperatoria (micro- e/o macro-sti-
mentare separatamente i 2 elettrocateteri cerebrali. Lo sti-
molazione) provoca effetti clinici sovrapponibili a quelli
molatore a doppio canale sembra meno sensibile alle
della stimolazione cronica; essa è pertanto predittiva del
influenze dei campi magnetici esterni e pertanto meno sog-
risultato finale dell'intervento chirurgico. Gli effetti clini-
getto a spegnimenti accidentali.
ci determinati dalla microstimolazione e dalla macrosti-
La procedura chirurgica non presenta particolari diffi-
molazione sono analoghi, poiché la diffusione di corrente
coltà tecniche, ma una rigorosa asepsi è indispensabile per
nel tessuto dipende dalla densità di carica che è espressa
minimizzare il rischio di complicanze infettive. I genera-
dal rapporto tra intensità di corrente e superficie dell'elet-
tori di impulsi devono essere sostituiti dopo un periodo
trodo. La microstimolazione è generalmente eseguita tra-
variabile da 3 a 8 anni, secondo i parametri di stimolazio-
mite lo stesso elettrodo con il quale si esegue la microre-
gistrazione ed offre il vantaggio di una minore lesività tis-sutale rispetto alla macrostimolazione. È possibile valuta-
Risultati e complicanze
re l'effetto terapeutico, con identificazione della sogliaterapeutica, e gli effetti collaterali, con identificazione
La SEAF del NST è un trattamento molto efficace dei
della loro soglia di comparsa. In particolare, la stimolazio-
disturbi motori della fase avanzata della MP; il migliora-
ne intraoperatoria del nucleo subtalamico può determinare
mento medio dello score della UPDRS III in fase off è
l'arresto o la riduzione del tremore, il miglioramento della
intorno al 60% [36, 55, 25] con scomparsa pressoché tota-
rigidità e dell'acinesia, la comparsa di discinesie o distonie
le delle fluttuazioni motorie nella maggior parte dei
(di ottimo significato localizzatorio).
pazienti. Per quanto riguarda le discinesie, viene riportato
La comparsa di effetti collaterali a bassa soglia è indi-
un miglioramento variabile dal 60% [36] al 90% [39].
ce di non ottimale posizionamento dell'elettrodo e della
Studi recenti con follow-up a 2 [56] e 3 anni [57] riporta-
necessità di correggerne la posizione. In particolare, la
no rispettivamente una riduzione della dose dei farmaci
comparsa di parestesie indica la diffusione dello stimolo al
dopaminergici pari al 79% e al 65%; inoltre, nel primo stu-
lemnisco mediale (localizzato posteriormente rispetto al
dio, il 50% dei pazienti non assumeva più farmaci dopa-
NST); la comparsa di contrazioni muscolari è dovuta alla
minergici. Il miglioramento della performance motoria e
diffusione dello stimolo alle fibre cortico-spinali (localiz-
delle discinesie, la notevole riduzione della terapia (e dei
zate lateralmente); la comparsa di movimenti oculari omo-
suoi effetti collaterali) si accompagnano ad un migliora-
laterali è imputabile a diffusione dello stimolo medialmen-
mento significativo della qualità della vita dei pazienti
te verso le fibre del nervo oculomotore; effetti di tipo
[58]. Molti pazienti riacquistono un'autonomia pressoché
vegetativo possono essere imputabili a un posizionamento
completa e i miglioramenti descritti si mantengono sostan-
anteriore dell'elettrodo rispetto al NST [53].
zialmente costanti negli anni [59].
I dati precedentemente esposti si riferiscono a valori di
Controllo neuroradiologico post-operatorio
miglioramento medio, ricavati dal miglioramento dei sin-
La presenza di un neurostimolatore è stata tradizionalmen-
goli pazienti; questo significa che nelle varie casisitiche
te considerata una controindicazione all'esecuzione di una
esiste un range di miglioramento e che i pazienti possono
RMN, anche se risultati preliminari sembrano indicare il
rispondere in modo diverso al trattamento chirurgico.
contrario [54]. Attualmente il controllo RMN è solitamen-
Questo può dipendere dai seguenti fattori: (a) esistono
te eseguito dopo la fase di posizionamento degli elettroca-
diverse forme di sindrome parkinsoniana con differente
teteri cerebrali e prima dell'impianto del generatore di
risposta alla L-dopa (la stimolazione del NST provoca un
impulsi, con lo scopo di verificare la posizione degli elet-
miglioramento proporzionale alla risposta pre-operatoria
trodi e l'eventuale presenza di complicanze post-chirurgi-
ad una dose sovramassimale di L-dopa); (b) errori nella
che (ematomi, pneumocefalo).
selezione dei pazienti; (c) elettrodo non posizionato cor-rettamente; (d) follow-up condotto in modo non idoneo.
Posizionamento del generatore di impulsi
Le complicanze possono essere dovute alla procedura
Il generatore di impulsi (GIE) viene posizionato in una
chirurgica e al sistema di stimolazione. La complicanza
tasca sottocutanea ricavata nella regione sottoclaveare e
chirurgica più grave è rappresentata dall'emorragia o dal-
connesso agli elettrodi cerebrali tramite un cavo di esten-
l'ischemia cerebrale, con possibilità di deficit neurologici
sione passato sottocute dalla regione pettorale a quella
permanenti. La frequenza di tali complicanze è general-
cranica. La procedura è eseguita in anestesia generale,
mente dell'1–2%, anche se tali percentuali possono varia-
solitamente a distanza di alcuni giorni dall'impianto degli
re in modo significativo, anche fino all'8%, secondo l'e-
sperienza del team chirurgico e la metodica utilizzata [60,
La terapia della malattia di Parkinson
61]. La mortalità legata alla procedura è inferiore all'1%.
miglioramento significativo dei sintomi parkinsoniani
Le complicanze dovute al sistema di stimolazione sono
[45]. La frequenza di stimolazione ottimale è 130 Hz; la
rappresentate da: (a) rischio di infezione che è stimabile
relazione frequenza-effetto clinico mostra una relazione
intorno al 2% e può richiedere, oltre alla terapia antibioti-
lineare da 50 a 130 Hz e un ulteriore modesto aumento di
ca, anche l'espianto del sistema di stimolazione; (b) l'ero-
efficacia si verifica a 185 Hz. Quest'ultimo valore è indi-
sione cutanea (generalmente sul connettore elettrodo-cavo
cato in alcuni casi per ottenere un miglior controllo del tre-
di estensione); (c) la rottura meccanica dei componenti del
sistema (in modo particolare se la connessione tra elettro-
Lo step più importante dopo l'intervento è il settaggio
do e cavo di estensione è posizionata a livello della
dei contatti dei due elettrodi (test di stimolazione acuta).
mastoide); (d) la migrazione dell'elettrodo. In tutti i casi, è
Tramite tale procedura viene determinato per ciascun con-
necessario espiantare il sistema di stimolazione e successi-
tatto il valore soglia del voltaggio necessario per ottenere
vamente ripetere l'impianto. Si tratta nel complesso di
l'effetto clinico, l'entità dell'effetto clinico e la soglia
complicanze che raramente mettono a rischio il paziente,
degli effetti collaterali.
ma che rappresentano un notevole costo economico per la
Il test viene eseguito dopo la sospensione dei farmaci
necessità di un nuovo sistema di stimolazione.
dopaminergici da almeno 12 ore, utilizzando una frequenzadi stimolazione di 130 Hz e una durata di 60 µs; il voltag-gio viene progressivamente aumentato di 0,2–0,5 V. Il para-metro clinico solitamente utilizzato per valutare l'efficacia
della stimolazione del NST è la rigidità del polso controla-terale. Questo sembra essere il miglior parametro di valuta-
Programmazione del generatore di impulsi elettrici
zione, poiché il miglioramento della rigidità ha una latenzabreve (alcuni secondi) e la rigidità è un sintomo discreta-
Il GIE viene impostato tramite un programmatore esterno
mente stabile, non strettamente dipendente dalla collabora-
in grado di modificare la polarità del contatto attivo e i
zione del paziente. Il miglioramento della rigidità sembra
parametri di stimolazione. La programmazione del GIE
inoltre essere predittivo del miglioramento globale otteni-
nella SEAF del NST deve essere finalizzata ad ottimizzare
bile con la SEAF del NST. Come criterio aggiuntivo può
l'effetto clinico (miglioramento dei sintomi parkinsonia-
essere utile valutare l'effetto sul tremore e sulla bradicine-
ni), a non provocare l'insorgenza di effetti collaterali
sia. Un altro parametro utile può essere l'induzione tramite
dovuti alla diffusione dello stimolo elettrico alle strutture
la stimolazione del NST di movimenti involontari; anche
adiacenti al target e a scegliere un pattern di stimolazione
questo effetto, predittivo di una buona efficacia a lungo ter-
in grado di non provocare un rapido esaurimento della bat-
mine, può essere preso in considerazione per la scelta del
contatto più efficace. In base ai risultati del test di stimola-
La stimolazione può essere monopolare o bipolare; nel
zione acuta viene quindi selezionato il contatto più efficace
primo caso, un contatto dell'elettrodo quadripolare viene
ed avviata la stimolazione cronica.
settato come catodo e il GIE viene utilizzato come elettro-do di riferimento, ottenendo un volume di stimolazione
maggiore, mentre nel secondo caso due contatti vengonosettati rispettivamente come catodo e anodo con una mino-
La SEAF cronica (continua nelle 24 ore) del NST viene di
re diffusione dello stimolo elettrico (minore efficacia, pos-
solito avviata con un pattern di stimolazione monopolare
sibilità di evitare effetti collaterali stimolo-dipendenti).
catodica, con una durata di 60 µs e una frequenza di 130
Per quanto riguarda il voltaggio, il range terapeutico è
Hz. Per quanto riguarda il voltaggio, il valore iniziale è di
compreso tra 1 e 3,6 V; è importante sottolineare che i GIE
solito 0,8–1 V e viene aumentato successivamente di
Itrel II e Soletra non hanno una correlazione lineare tra
0,2–0,5 V/die. Il progressivo aumento del voltaggio viene
voltaggio e consumo della batteria al di sopra del valore di
tuttavia stabilito di giorno in giorno a seconda della pre-
3,6 V, per cui aumenti anche modesti del voltaggio al di
senza di movimenti involontari. A causa della latenza di
sopra di tale valore provocano un elevato consumo della
insorgenza dei movimenti involontari, a volte di alcune
batteria senza un aumento significativo dell'efficacia clini-
ore, è consigliabile dare avvio alla stimolazione cronica al
ca della stimolazione. Il valore di durata dei treni di impul-
mattino, in assenza di L-dopa, e di verificare l'effetto com-
si elettrici solitamente utilizzato è 60 µs; un valore mag-
binato stimolazione NST- L-dopa prima di impostare i
giore (90 µs) può essere utilizzato quando l'effetto clinico
parametri di stimolazione e la terapia farmacologica.
non è soddisfacente anche con un valore massimo di vol-
Dopo 2–3 settimane dall'avvio della stimolazione cro-
taggio (3,6 V). Ulteriori aumenti della durata sono sconsi-
nica il quadro clinico è sufficientemente stabile, per cui il
gliati poiché si verifica una riduzione della finestra tera-
paziente può essere dimesso ed eseguire controlli ambula-
peutica (rapporto tra voltaggio che induce gli effetti colla-
toriali per eventuali modificazioni dei parametri di stimo-
terali e voltaggio che induce l'effetto clinico) senza un
lazione (soprattutto per la progressiva scomparsa dell'ef-
La terapia della malattia di Parkinson
fetto microlesivo e per la riduzione della dose di L-dopa
all'elettrodo (nucleo e fibre del III nervo cranico) suggeri-
con esaurimento della risposta di lunga durata) e della
sce un posizionamento ventro-mediale rispetto al NST.
terapia farmacologica. Dopo alcuni mesi dall'intervento
Anche in questi casi l'utilizzo di un altro contatto, la ridu-
(di solito 3 mesi) il quadro clinico è stabile e il pattern di
zione del voltaggio o una stimolazione bipolare possono
stimolazione viene raramente modificato in modo signifi-
portare ad un compromesso soddisfacente tra effetto clini-
cativo nei mesi-anni successivi.
co ed effetti collaterali.
L'effetto collaterale più frequente, dovuto alla stimola-
zione del NST, è rappresentato dai movimenti involontari;tuttavia, questi tendono a scomparire in seguito alla stimo-
Il miglioramento dei sintomi parkinsoniani è evidente già
lazione cronica, principalmente grazie alla riduzione dei
nei primi giorni dopo l'avvio della SEAF del NST; questo
farmaci dopaminergici. Altri effetti collaterali direttamen-
consente la riduzione del dosaggio dei farmaci dopaminer-
te correlati alla SEAF del NST sono rappresentati dall'in-
gici, anche per evitare l'effetto combinato della stimola-
cremento ponderale che interessa la maggior parte dei
zione e della L-dopa sull'insorgenza dei movimenti invo-
pazienti (scomparsa delle discinesie, maggiore autonomia
lontari. In alcuni casi la terapia può essere sospesa nel-
nell'alimentazione, sistema limbico), dalla deviazione
l'immediato post-operatorio (netto miglioramento della
oculare coniugata (attivazione di fibre del circuito oculo-
sintomatologia parkinsoniana oppure presenza di gravi
motorio che attraversano la regione subtalamica), la quale
movimenti involontari), sebbene questo possa portare a
si adatta rapidamente alla stimolazione e non rappresenta
quadri clinici di apatia-depressione [32].
un problema durante il follow-up, e dall'aprassia dell'a-
La SEAF del NST consente una netta riduzione del
pertura occhi. Sono stati infine descritti alcuni casi di
trattamento dopaminergico, variabile a seconda degli
modificazione del tono dell'umore e del comportamento
studi: 50% [36], 65% [57], 79% [56]. In quest'ultimo stu-
fino a stati maniacali e casi di ipersessualità verosimil-
dio viene inoltre riportato che il 50% dei pazienti non
mente secondari ad effetti della stimolazione sulla regione
assume più farmaci dopaminergici. In alcuni casi, la sti-
limbica del NST (polo infero-mediale) [62, 63]. Per quan-
molazione del NST può peggiorare gli effetti collaterali
to riguarda l'aspetto neuropsicologico, i dati della lettera-
psichici del trattamento dopaminergico con conseguente
tura suggeriscono l'assenza di modificazioni significative
necessità di ridurre l'intensità della stimolazione, la dose
dopo l'intervento [64, 65], ad eccezione di pazienti in età
dei farmaci antiparkinsoniani e di utilizzare, in alcuni casi,
avanzata [66] o di pazienti che manifestavano un deterio-
i neurolettici atipici. Quando il quadro clinico è stabilizza-
ramento cognitivo prima dell'intervento [67].
to e la L-dopa ridotta o sospesa, l'utilizzo di farmaci DA-
L'effetto collaterale più rilevante, conseguente alla
agonisti a lunga durata d'azione (anche a dosaggio medio-
riduzione-sospensione del trattamento dopaminergico, è
basso) sembra essere un utile complemento alla stimola-
rappresentato da una sindrome apatica che può insorgere
zione del NST.
rapidamente dopo l'intervento, soprattutto in pazienti cheassumevano dosi elevate di farmaci, ridotte drasticamente
dopo l'intervento [31]. È tipico di tale sindrome un senti-mento di insoddisfazione dopo l'intervento e la percezione
Gli effetti collaterali della SEAF del NST possono essere
di ottenere un beneficio minore rispetto al miglioramento
dovuti alla diffusione dello stimolo elettrico alle strutture
raggiungibile prima dell'intervento con la L-dopa, nono-
circostanti, alla stimolazione del nucleo e alle modifica-
stante la scomparsa delle fluttuazioni motorie e dei movi-
zioni della terapia dopaminergica.
menti involontari indotta dall'intervento. Sebbene alcune
I più frequenti effetti collaterali dovuti alla diffusione
segnalazioni della letteratura suggeriscano un migliora-
dello stimolo elettrico sono imputabili all'attivazione di
mento della depressione dopo l'intervento di SEAF del
fibre corticobulbari poste anteriormente al NST (ipofonia,
NST [68], sono descritti casi di grave depressione nel post-
disartria) e di fibre corticospinali, che decorrono lungo il
operatorio [69], resistenti ai trattamenti antidepressivi e
bordo laterale del nucleo (contrazioni muscolari, solita-
responsivi all'incremento della dose dei farmaci dopami-
mente della faccia e dell'arto superiore). In questi casi è
nergici. In questi pazienti è raccomandato anche un fol-
necessario ridurre l'ampiezza dello stimolo, utilizzare dif-
low-up psicologico ed eventualmente psichiatrico.
ferenti pattern di stimolazione (utilizzo di un altro contat-
La Tabella 22 propone uno schema generale del fol-
to, stimolazione bipolare) e, in assenza di risultati soddi-
low-up dei pazienti sottoposti ad intervento di SEAF del
sfacenti, sospettare un posizionamento non ottimale del-
l'elettrodo. Analogamente, la presenza di parestesie dovu-te alla diffusione dello stimolo elettrico alle fibre del lem-
nisco mediale deve far considerare l'eventualità di unposizionamento posteriore dell'elettrodo rispetto al NST;
All'atto della dimissione, al paziente viene rilasciata una
la presenza, invece, di movimenti dell'occhio ipsilaterale
tessera di identificazione che contiene informazioni sul
La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 22 Schema di follow-up
visori, radio, videoregistratori, forni a microonde. Sarannoda evitare invece rilevatori di antifurto o dispositivi di
Ricovero post-operatorio (2–3 settimane)
sicurezza (aeroporti), altiforni elettrici, apparecchi per sal-
- Test di stimolazione acuta
datura, sottostazioni elettriche, apparecchiature contenen-
- Attivazione del contatto più efficace
- Progressivo incremento del voltaggio
La maggior parte di eventuali successive procedure
- Progressiva riduzione della terapia farmacologica
mediche non determinano interferenze. È opportuno infor-mare sempre il personale medico di essere portatore di un
Controlli ambulatoriali (fino a 3 mesi)
sistema di stimolazione che andrà disattivato prima di pro-
- Modificazioni dei parametri di stimolazione (scomparsa
cedure chirurgiche o odontoiatriche. Producono elevati
effetto microlesivo)
livelli di interferenza, anche potenzialmente pericolosi,
- Modificazioni della terapia farmacologica
procedure quali la litotripsia, la radioterapia, la risonanza
- Eventuale supporto psicologico
magnetica e soprattutto la diatermia [70].
Ricovero a 3 mesi dall'intervento
- Test di stimolazione acuta (non interferenze dell'effetto
- Valutazione tramite protocollo CAPIT-PD- Modificazione dei parametri di stimolazione
Horsley V (1890) Remarks of the surgery of the central ner-
- Modificazione della terapia farmacologica
vous system. Br Med J 21:125–132
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- Valutazione neuropsicologica-psicologica
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Romito LM, Scerrati M, Contarino MF, Bentivoglio AR,
La terapia della MP non può prescindere dall'approccio far-
Tonali P, Albanese A (2002) Long-term follow up of subthal-amic nucleus stimulation in Parkinson's disease. Neurology
macologico tradizionale con le modalità e le cautele descrit-
te nei capitoli precedenti. È comunque innegabile che il suc-
Martinez-Martin P, Vallderiola F, Tolosa E, Pilleri M,
cesso terapeutico riconosca anche componenti estranee alla
Molinuevo JL, Rumia J, Ferrer E (2002) Bilateral subthalam-
mera efficacia del principio attivo del farmaco.
ic nucleus and quality of life in advanced Parkinson's disease.
Un'informazione corretta, esauriente e adeguata può
Mov Disord 17:372–377
fornire al paziente gli strumenti per affrontare la malattia.
N. Van Blercom D, Charles P, Limousin et al (1999) Long-
Bisogna tuttavia considerare che in alcuni soggetti, soprat-
term bilateral subthalamic nucleus stimulation for the treat-
tutto nelle fasi iniziali del disturbo, un eccesso di informa-
ment of Parkinson's disease. Neurology 52[Suppl 2]:A27
zione sull'eventuale evoluzione negativa della malattia
Obeso JA, Rodriguez MC, Gorospe A et al (1997) Surgicaltreatment of Parkinson's disease. Baillieres Clin Neurol
può provocare ansia e depressione e rivelarsi controprodu-
cente sia per il paziente che per i familiari. In definitiva, un
Dowsey-Limousin P, Pollak P (2001) Deep brain stimulation
paziente consapevole dimostra di possedere una migliore
in the treatment of Parkinson's disease: a review and update.
compliance terapeutica, mentre una corretta informazione
Clin Neurosci Res 1:521–526
dei familiari permette di affrontare più serenamente gli
Kulisevsky J, Berthier ML, Gironell A, Pascual-Sedano B,
aspetti della malattia che coinvolgono la gestione del vive-
Molet G, Parés P (2001) Secondary mania following sub-
re quotidiano [1].
thalamic nucleus deep brain stimulation for the treatment
Il neurologo dovrebbe essere consapevole dei bisogni
of Parkinson's disease (abstract). Neurology 56[Suppl
emotivi del paziente, ma anche del ruolo sociale, della
Romito LM, Raja M, Daniele A, Contarino MF, Bentivoglio
possibilità di mantenere il lavoro, modificando eventual-
AR, Barbier A, Scerrati M, Albanese A (2002) Transient
mente orari, qualità e sede (lavoro domestico). Un altro
mania with hypersexuality following surgery for high fre-
aspetto rilevante riguarda le condizioni emotive e fisiche
quency stimulation of the subthalamic nucleus in Parkinson's
dei familiari, su cui pesa quasi completamente la gestione
disease. Mov Disord (in press)
del malato in fase avanzata: chi assiste un parkinsoniano
Ardouin C, Pillon B, Peiffer E et al (1999) Bilateral subthala-
deve essere in buona salute fisica e mentale per poter
mic or pallidal stimulation for Parkinson's disease affects nei-
affrontare i problemi connessi al ruolo di caregiver.
ther memory nor executive functions. A consecutive series of
Questo vale soprattutto nelle coppie anziane e sole, nelle
62 patients. Ann Neurol 46:217–223
quali il coniuge del paziente può essere affetto da un'altra
Perozzo P, Rizzone M, Bergamasco B, Castelli L, Lanotte M,Tavella A, Torre E, Lopiano L (2001) Deep brain stimulation
patologia. L'assistenza e la cronicità evolutiva del coniu-
of the subthalamic nucleus in Parkinson's disease: comparison
ge malato possono suscitare reazioni depressive nel care-
of pre-and postoperative neuropsychological evaluation. J
giver e comportare la necessità di trattamento farmacolo-
Neurol Sci 192:9–15
La terapia della malattia di Parkinson
tela, perché possono ridurre ulteriormente la pressionearteriosa.
Le associazioni che riuniscono i parkinsoniani ed i loro
Talvolta, nella fase complicata di malattia, si verifica-
familiari possono offrire un aiuto sia psicologico che
no problemi di deglutizione. La difficoltà nel deglutire può
sociale. La frequentazione di altri individui che vivono
richiedere adeguamenti delle abitudini nutrizionali, sce-
esperienze analoghe può ridurre il disagio causato dalla
gliendo cibi e modalità di assunzione che sono indicate nel
consapevolezza della progressione del disturbo; può esse-
paragrafo della disfagia.
re molto utile anche lo scambio di consigli pratici su comeaffrontare i problemi quotidiani legati alla malattia.
Le associazioni generalmente organizzano attività
complementari, ricreative e ludiche che, incoraggiando la
socializzazione, svolgono anche un ruolo terapeutico nontrascurabile. Le associazioni hanno anche l'importante
La MP compromette, anche gravemente, la capacità indi-
compito di consigliare il malato e la sua famiglia nella
viduale di eseguire compiti motori appresi e divenuti auto-
gestione dei problemi di ordine pratico che la malattia
matici, come il camminare, lo scrivere, il voltarsi, il cori-
comporta. Particolare cautela deve essere usata nei con-
carsi e l'alzarsi. Bradicinesia, acinesia, rigidità, freezing,
fronti degli individui negli stadi iniziali del disturbo. In
alterazioni dell'equilibrio e del controllo posturale, disci-
questi pazienti, infatti, il contatto con malati in fase molto
nesie interferiscono infatti diversamente e simultaneamen-
avanzata potrebbe generare ansia o depressione.
te con la preparazione, l'esecuzione, la variazione e laripetizione degli schemi motori. L'obiettivo da perseguireè quindi supplire agli automatismi motori deficitari, ricer-cando strategie motorie alternative per raggiungere il mag-
gior grado possibile di autonomia funzionale, tenendo pre-sente che, più che la capacità di muoversi, è carente la fase
Una nutrizione equilibrata è importante sia in fase di com-
penso terapeutico, sia in fase complicata [3]. Il cibo
Gli studi sui possibili effetti dei trattamenti fisici per la
influenza l'assorbimento dei farmaci ed è pertanto preferi-
MP sono numerosi, tuttavia la disomogeneità dei campio-
bile assumere L-dopa a stomaco vuoto, anche a causa della
ni, spesso poco numerosi, la mancanza di randomizzazio-
riduzione dell'assorbimento della stessa operata dalle pro-
ne, nonché l'eterogeneità delle procedure non ha consenti-
teine, praticamente presenti in ogni pasto. I DA-agonisti
to di selezionare fino ad ora protocolli di trattamento stan-
andrebbero, invece, assunti a stomaco pieno, poiché alcu-
dardizzato [4]. Nei vari studi, si ritrovano esercizi generi-
ni effetti collaterali sono minimizzati da una precedente
ci, ma sono state impiegate anche tecniche di facilitazione
assunzione di cibo. Ai pazienti che assumono prevalente-
neuromuscolare, allungamento e rilassamento, esercizi di
mente L-dopa vengono quindi consigliate diete a contenu-
mobilità globale, stimolazioni sensoriali anche mediante
to proteico ridotto, da assumere con il pasto serale o
strumenti per la stimolazione visiva od acustica. In uno
comunque con quello a cui non segua una richiesta di pre-
studio recente, è stata sottolineata l'utilità di incorporare
stazioni particolarmente impegnative. In realtà, pur con le
stimoli sensoriali esterni in protocolli di trattamento fisico
opportune cautele, la dieta dovrebbe essere varia e bilan-
di pazienti moderatamente disabili, per apprendere nuove
ciata, in modo da assicurare un adeguato apporto calorico.
strategie motorie [5].
Anche la preparazione dei cibi dovrebbe consentire una
Tutte le tecniche applicate hanno un fondamento teori-
rapida digeribilità, in considerazione del ritardato svuota-
co, ma è essenziale identificare i problemi fondamentali
mento gastrico e della riduzione del transito intestinale che
associati a ciascun stadio evolutivo e quindi adattarlo al
la malattia comporta. Carboidrati, digeribili e rapidamente
singolo individuo (Tab. 23). Occorre inoltre sottolineare
trasformabili in energia, insieme a vegetali, fibre e liquidi
come esistano numerose variabili, non solo intrinseche alla
in abbondanza dovrebbero essere ingredienti abituali della
malattia, in grado di condizionare un intervento fisico.
dieta, contribuendo anche a ridurre il rischio di stipsi ed
Espressione clinica della malattia, durata della stessa, trat-
osteoporosi, entrambi facilitati dalla scarsa mobilità che la
tamento farmacologico, età, eventuali patologie concomi-
malattia può comportare.
tanti osteo-articolari e generali, deficit cognitivo, ambien-
Un altro problema affrontabile in parte con provvedi-
te familiare ed abitativo condizionano inevitabilmente le
menti nutrizionali riguarda l'eventuale ipotensione sinto-
possibilità di attuare una terapia fisica, che potrebbe esse-
matica, soprattutto durante i mesi estivi. In questo caso
re orientata ad individuare le strategie adatte a risolvere
l'apporto di sodio e quindi di cibi salati, l'uso di integra-
problemi specifici e a minimizzare le conseguenze delle
tori salini, un ulteriore incremento di liquidi ed il frazio-
namento dei pasti sono provvedimenti da considerare. A
Un'alternativa potrebbe essere rappresentata dalla pre-
tale riguardo i carboidrati vanno assunti con maggiore cau-
venzione, ove possibile, dei deficit funzionali, suggerendo
La terapia della malattia di Parkinson
Tabella 23 Obiettivi della terapia fisica secondo la classificazione
gica in alcuni casi). Ma preservare o cercare di compensare
il cammino, la capacità di cambiare direzione, l'alzarsi esedersi, il rotolare e la capacità di raggiungere e manipolare
oggetti può essere un obiettivo primario della terapia fisica,
- Mantenere la forza muscolare e l'elasticità
perseguibile con esercizi individuali, di gruppo, quotidiani e
- Informare pazienti e caregiver sulla malattia e sulle strategie
ciclici, una volta accertate le limitazioni e le necessità perso-
per prevenire complicazioni secondarie
nali e sociali di ciascun paziente [8].
- Insegnare ai pazienti strategie motorie utili
- Insegnare ai parkinsoniani strategie motorie per minimizzare
l'effetto dei sintomi sui gesti quotidiani
Terapie non convenzionali
- valutare l'ambiente abitativo al fine di facilitare la mobilità
e prevenire le cadute
Secondo uno studio statunitense, il 40% di un gruppo diparkinsoniani seguiti presso un Centro specializzato in
"disordini del movimento" usufruisce di almeno un tipo di
- Insegnare strategie per prevenire le cadute
terapia alternativa [9]. Vitamine, erbe, massaggi e agopun-
- Insegnare a riconoscere le fasi di fluttuazione e predisporre
tura sono le più comuni e sono scelte senza relazione con
opportune strategie di movimento
- Far mantenere regolare attività fisica anche a domicilio,
le caratteristiche della malattia, anche all'insaputa del
eventualmente coinvolgendo anche il caregiver, utilizzando
medico. Un analogo atteggiamento è verosimile anche nel
opportune strategie (stimoli visivi o uditivi, ausili) per man-
nostro Paese e può tradire la ricerca di strumenti alternati-
tenere il controllo posturale e le capacità di manipolare
vi per opporsi ad una patologia evolutiva e degenerativa ad
eziologia non ancora chiarita.
Le pratiche di medicina naturale sono spesso basate su una
concezione olistica, relativamente estranea alla medicina occi-
- Insegnare al caregiver come aiutare il paziente sia ad
dentale, per cui l'applicabilità è spesso difficile da immagina-
eseguire esercizi fisici che nella gestualità quotidiana
re ed è, a volte, affidata al fascino dell'incomprensibile o del-
l'esotico. Vale comunque la pena di sottolineare il possibile
- Allestire strategie per facilitare lo spostamento e l'assistenza
ruolo della fitoterapia, che può essere d'interesse per alcuni
- Prevenire le lesioni da pressione
sintomi della malattia, ma che richiede attenzione particolare
- Mantenere le capacità vitali e prevedere periodici cambi di
per le possibili interazioni con i farmaci correntemente utiliz-
zati. A questo proposito è stata messa in evidenza una signifi-cativa azione antiparkinsoniana di principi contenuti in alcune
fin dalle fasi precoci di malattia strategie che aiutino a man-
piante, tra le quali la Datura stramonium e la Mucuna puriens,
tenere le funzioni più a rischio. Occorre, inoltre, ricordare
quest'ultima già conosciuta nella medicina Ayurvedica, col
che l'attività fisica consente di ridurre gli effetti secondari
nome di "atmagupta", come rimedio per una serie di sintomi
derivanti dalla rigidità e dalla ridotta mobilità. Potrebbe esse-
presenti nei parkinsoniani [10]. Non bisogna dimenticare che
re allora proponibile, fin dalle fasi precoci della malattia, un
la fitoterapia ha fornito, con l'Atropa belladonna, la prima
programma di esercizio fisico, moderato (poiché l'esercizio
terapia sintomatica per la MP [11]. Da ricordare inoltre come
può variamente influenzare l'assorbimento della L-dopa) [6]
godano di una certa popolarità anche tecniche terapeutiche più
ma costante, che includa una passeggiata quotidiana di
o meno antiche e suggestive, che privilegiano la ricerca della
20–30 minuti, esercizi di allungamento, che hanno lo scopo
consapevolezza del proprio corpo e quindi la capacità di con-
di aumentare l'elasticità e la forza muscolare (esercitando
trollo delle funzioni motorie ed emozionali. Su principi analo-
soprattutto i muscoli estensori per controbilanciare le postu-
ghi si basano le tecniche di controllo attenzionale e di stimo-
re in flessione tipiche della malattia), ma anche esercizi per
lazione sensoriale nominate nel paragrafo precedente sulla
migliorare la capacità respiratoria, il controllo posturale e
terapia fisica. Ancora una volta "l'alternativo" può essere più
l'equilibrio, la coordinazione motoria, la velocità e la forza
attraente, ma può anche stimolare il confronto costruttivo tra
del movimento. Di particolare interesse sono le strategie che
modi diversi di perseguire scopi analoghi
privilegiano il controllo attenzionale in modo da renderevolontari i programmi motori e suddividere in sequenze imovimenti complessi, ma anche l'uso di stimoli sensorialiesterni, eventualmente ritmici, per iniziare, mantenere e
variare gli schemi dell'attività motoria [7].
In conclusione, non esistono evidenze sull'efficacia a
1. Whetten-Goldstein K, Sloan F, Kulas E, Cutson T, Schenkman
lungo termine della terapia fisica nella MP, che inevitabil-
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Springer-Verlag 2002
Glossario delle manifestazioni cliniche della malattia di Parkinson
Possono ripetersi più volte durante la giornata e l'impre-vedibilità fa di questi fenomeni sicuramente uno degli
Il termine indica la difficoltà nell'iniziare ed eseguire un
aspetti più gravi ed invalidanti della fase avanzata di
programma motorio. Può assumere le caratteristiche di
malattia. I pazienti possono rimanere completamente
acinesia, cioè assenza di movimento, nelle fasi più avan-
immobili in qualsiasi momento della giornata, in qualsia-
zate della malattia. I segni iniziali sono di solito confinati
si luogo o circostanza.
a gruppi muscolari distali e si manifestano con la micro-
Vanno infine menzionati i cosiddetti off terapia-resi-
grafia: ridotta destrezza e compromissione dei movimenti
stenti o drug-resistant off. Se generalmente l'acinesia di
ripetuti delle dita. Questi ultimi, sono particolarmente dif-
fine dose viene risolta dalla successiva somministrazione
ficili nei pazienti, tanto da compromettere movimenti
di L-dopa, in alcuni casi questo non avviene e la dose del
alternati di prono-supinazione della mano o atti motori
farmaco non sortisce alcun effetto clinico, costringendo il
complessi, quali, ad esempio, allacciarsi i bottoni. Nelle
paziente a lunghi periodi di immobilità. Questo fenomeno
fasi più avanzate della malattia, l'acinesia interferisce in
è particolarmente comune nelle ore post prandiali e pome-
maniera significativa con le normali attività della vita quo-
ridiane, presumibilmente causato dal rallentamento dello
tidiana, come l'alzarsi dalla sedia, vestirsi, lavarsi o girar-
svuotamento gastrico e, conseguentemente, da un ritardo
si nel letto. Anche il capo è generalmente interessato (ipo-
dell'assorbimento del farmaco a livello del piccolo inte-
mimia), così come la voce (ipofonia).
Fluttuazioni motorie
Il termine fluttuazioni motorie è stato coniato per la prima
Il termine descrive l'inabilità di iniziare l'andatura e l'in-
volta nel 1974 per descrivere l'improvvisa perdita di
terruzione della deambulazione, quando il paziente viene
beneficio della L-dopa (on) e la conseguente ricomparsa
distratto, attraversa passaggi stretti o si gira. Il freezing
della sintomatologia parkinsoniana (off). Comprende una
della marcia è la forma più frequente e può manifestarsi
serie di fenomeni associati quali il deterioramento di fine
all'inizio e/o durante la stessa, nel cambiamento di dire-
dose o wearing-off e gli on-off improvvisi o random on-
zione o allorché s'incontri un ostacolo. Il paziente riferi-
sce di sentire i piedi come "incollati" al terreno: il feno-
Il deterioramento di fine dose è senza dubbio più
meno è improvviso e sempre transitorio, ma può giunge-
comune ed è scandito dalle variazioni dei livelli plasmati-
re a determinare il blocco completo della deambulazione.
ci di L-dopa. La ricomparsa dei sintomi parkinsoniani è in
Talora, invece, una volta in marcia, il cammino diviene
questo caso lenta e l'assunzione di una dose di L-dopa
inarrestabile per una liberazione paradossa degli automa-
comporta il ripristino di condizioni di buona motilità.
tismi del cammino: è il fenomeno della ipercinesia para-
Più gravi sono invece i periodi di on-off improvvisi. Si
dossa (festinazione), che compare in genere in concomi-
tratta di periodi di acinesia assolutamente imprevedibili,
tanza di particolari stati affettivo-emotivi. Nelle fasi più
non correlati con l'assunzione del farmaco e che possono
avanzate anche la scrittura e la voce possono essere col-
risolversi spontanamente in un periodo variabile di tempo.
pite da alterazioni tipo freezing.
o di segmenti muscolari del capo.
Instabilità posturale
Le discinesie possono anche assumere carattere "difa-
sico" e comparire all'inizio e alla fine del periodo di effi-
Si associa spesso con il disturbo della deambulazione ed è
cacia della L-dopa. Quelle di inizio dose hanno caratterat-
generalmente l'ultimo dei segni cardinali di malattia a
tere coreico, mentre quelle di fine dose sono prevalente-
comparire. L'instabilità posturale è anche probabilmente il
mente distoniche.
sintomo più disabilitante e risponde solo molto parzial-
Altri movimenti involontari compaiono quando la con-
mente sia alla terapia farmacologica che a quella chirurgi-
centrazione di dopamina è particolarmente bassa, ad esem-
ca. Il disturbo origina da un insieme di fattori, quali perdi-
pio al mattino presto. In questi casi sono soprattutto le
ta dei riflessi posturali accompagnata a rigidità e bradici-
distonie a prevalere: sono definite "distonia di fase off" e
"distonia del mattino presto" (early morning dystonia). Le
La perdita dei riflessi posturali avviene precocemente
distonie di fase off sono durature contrazioni muscolari,
nel corso della malattia, ma diventa disabilitante solo nelle
generalmente di una parte limitata del corpo (quella del
fasi avanzate, quando il paziente perde la capacità di cor-
mattino presto interessa, ad esempio, soprattutto il piede);
reggere la propria postura rapidamente e la tendenza alle
sono spesso dolorose e limitano notevolmente le attività
cadute comincia a diventare più evidente. Talora, le cadu-
te possono comparire in concomitanza con gravi discine-
Raramente i movimenti involontari hanno le caratteri-
sie, nei pazienti con malattia avanzata.
stiche di ballismo o di mioclono. La presenza di mioclonie(brevi e rapide contrazioni muscolari) indotte da L-dopa ègeneralmente indice di un parkinsonismo atipico. Sonofrequenti, ad esempio, nella demenza da corpi di Lewy.
Ipotensione ortostatica
È il più comune dei disturbi neurovegetativi presenti nellefasi avanzate della malattia di Parkisnon. Il termine indica
l'abbassamento di più di 30 mm di Hg della pressione arte-riosa sistolica nel passaggio dalla posizione distesa a quel-
La rigidità nella MP è causata da un aumento del tono
la eretta, con conseguente malessere, vertigini, lipotimie e,
muscolare che può interessare tutti i gruppi muscolari, sia
nei casi più gravi, sincope. L'ipotensione ortostatica è
flessori che estensori. All'esame neurologico, è evidente
spesso asintomatica e può essere registrata come rilievo
come un'aumentata resistenza al movimento passivo di un
occasionale nel corso di una visita di controllo. È partico-
segmento articolare con la caratteristica manifestazione a
larmente comune nei soggetti anziani, soprattutto dopo
ruota dentata. Sebbene la rigidità limiti la velocità d'ese-
pasti abbondanti e nei mesi caldi; se l'ipotensione ortosta-
cuzione di un movimento, non è chiaro quanto contribui-
tica è precoce e marcata, può suggerire una diagnosi di
sca alla disabilità del paziente, che è invece maggiormen-
atrofia multisistemica, malattia in cui questo sintomo è
te influenzata dall'acinesia.
presente nel 90% dei casi. Il sintomo può essere indotto oesacerbato dagli stessi farmaci antiparkinsoniani, in parti-colar modo dai DA-agonisti.
Nella sua forma classica ha le caratteristiche di tremore a
Movimenti involontari
riposo ed è presente circa nel 70% dei pazienti. Se compa-re all'esordio della malattia, è solitamente unilaterale e
Il termine definisce l'insieme delle ipercinesie tipicamen-
coinvolge più frequentemente l'arto superiore piuttosto
te associate al trattamento a lungo-termine con L-dopa. La
che l'arto inferiore. Successivamente, si diffonde a tutto
maggior parte dei movimenti involontari ha il carattere di
l'emilato e quindi alla parte controlaterale, pur mantenen-
discinesia e si presenta quando la concentrazione di dopa-
do sempre una certa asimmetria. Occasionalmente, il
mina e/o DA-agonista è tale da indurre un'eccessiva atti-
paziente riferisce di un tremore interno con solo scarse
vazione dei recettori dopaminergici striatali. Questo tipo di
manifestazioni esteriori. Generalmente, è associato anche
discinesia è definita "discinesia di picco" ed ha un caratte-
ad un tremore posturale, mentre si riduce durante l'esecu-
re prevalentemente coreico o coreo-atetosico. Talvolta
zione di un movimento volontario. Scompare durante il
però la discinesia può accompagnarsi anche, nella fase di
sonno, mentre è peggiorato dagli stati di agitazione ed
massima stimolazione del farmaco, alla distonia di un arto
Source: http://www.fondazionelimpe.it/wp-content/uploads/2015/08/lineeguida2002.pdf
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