Impaginato italus hortus
Review n. 10 – Italus Hortus 16 (4), 2009: 1-22
Gestione dell'energia radiante nelle piante da frutto: utilizzazione, foto-
protezione e foto-danno. Quali implicazioni per la produttività?
Pasquale Losciale*, Emanuele Pierpaoli e Luca Corelli Grappadelli
Dipartimento di Colture Arboree, Università di Bologna, via Fanin 46, 40127 Bologna
Ricezione: 16 dicembre 2008; Accettazione: 24 aprile 2009
Light energy management in fruit
tus, although is not able to cope with the excessive
species: utilization, photo-protec-
incoming energy, therefore photo-damage occurs.
tion and photo-damage. What impli-
Each event increasing the photon pressure and/ordecreasing the efficiency of the described photo-pro-
cations for productivity?
tective mechanisms (i.e. thermal stress, water andnutritional deficiency) can emphasize the photoinhibi-
Abstract. The energetic basis of orchard productivi-
tion. Likely in nature a small amount of not damaged
ty lies in the interaction between the tree and sunlight.
photo-systems is found because of the effective, effi-
The light intercepted by a plant is linearly related to
cient and energy consuming recovery system. Since
the amount of dry matter it produces. This concept
the damaged PSII is quickly repaired with energy
drew the evolution of the new, intensive orchard
expense, it would be interesting to investigate how
planting systems, although this dependence seems to
much PSII recovery costs to plant productivity. This
be more subordinate to planting system rather than
review purposes to improve the knowledge about the
light intensity. At whole plant level not always the
several strategies accomplished for managing the
increase of irradiance determines productivity
incoming energy and the light excess implication on
improvement. One of the reasons can be the plant
photo-damage in plants. Furthermore the chlorophyll
intrinsic un-efficiency in using energy. Generally in full
fluorescence measure technique is described. This is
light only the 5–10% of the total incoming photosyn-
the most useful method, particularly because it can be
thetic photon flux density (PPFD) is allocated to net
used in vivo as well and it is possible to quantify and
photosynthesis. Therefore preserving or improving
discriminate the contribution of pathways in which the
this efficiency becomes pivotal for scientist and fruit
incoming photon pressure is engaged. Finally some
growers. Net photosynthesis increases with light until
cases of light excess linked with abiotic stresses and
the saturation point and additional PPFD doesn't
particular physiological condition on fruit species are
improve carboxylation. In several parts of the world,
under clear sky the PPFD reaches commonly 2,000µmol photons m-2 s-1 or above, and about 50% of the
Key words: Photosynthesis, photo-damage, Non
incoming light is enough for reaching the saturating
Photochemical Quenching, electron alternative trans-
point in most plant species. On the other hand, about
ports, light excess.
half of the available light may be in excess. Eventough a conspicuous energy amount is reflected ortransmitted, plants can not avoid to absorb photons in
excess. The chlorophyll over-excitation promotes thereactive oxygen species (ROS) production increasingthe photoinhibition (photo-damage) risks. The danger-
Il comparto frutticolo vive in costante evoluzione
ous consequences of photoinhibition forced plants to
dovendo fronteggiare sempre nuove esigenze tecniche
evolve a complex and multilevel machine able to dis-
e di mercato che fanno aumentare i costi di produzio-
sipate the energy excess quenching heat (Non
ne, senza un corrispondente incremento dei prezzi al
Photochemical Quenching), moving electrons (water-
frutticoltore. Tale condizione stimola ricercatori e
water cycle, cyclic transport around PSI, glutathione-
frutticoltori a cercare metodi più efficienti per ottene-
ascorbate cycle and photorespiration) and scaveng-
re produzioni quanti/qualitativamente soddisfacenti a
ing the generated ROS. The price plants must pay for
costi ridotti. La maggiore disponibilità dei fattori della
this equipment is the use of CO and reducing power
produzione ed il miglioramento genetico, finalizzato
with a consequent decrease of the photosynthetic effi-
all'ottenimento di cultivar di taglia ridotta, hanno per-
ciency, both because some photons are not used for
messo lo sviluppo di nuove forme di allevamento
carboxylation and an effective CO and reducing
adatte agli impianti ad alta densità per utilizzare al
power loss occurs. The wide photo-protective appara-
massimo la superficie coltivabile. Il concetto principa-
le da cui la frutticoltura ad alta densità ha preso le
Losciale
et al.
mosse è stato l'esistenza di una relazione lineare tra
fattore fondamentale per il profitto dell'azienda agri-
intercettazione luminosa e produttività. Tuttavia in
cola (Goedegebure, 1981). Per ottenere produzioni
condizioni radiative soddisfacenti, quali quelle pre-
quanti/qualitativamente remunerative sono stati via
senti nel bacino mediterraneo, la produzione areica è
via ottimizzati e resi più efficienti molteplici aspetti
sembrata maggiormente legata alla densità di impian-
agronomici come la gestione del suolo, la scelta della
to più che alla intensità della radiazione incidente.
cultivar, la gestione della concimazione, dell'irriga-
Una quantità di luce eccedente la capacità di utiliz-
zione e della difesa, infine la scelta della forma di
zo da parte delle foglie innesca processi foto-ossidati-
allevamento e della densità d'impianto più congenia-
vi capaci di distruggere il sistema fotosintetico (fotoi-
nibizione) con immaginabili ripercussioni sulla car-
Secondo il principio proposto da Monteith inizial-
bossilazione e sull'allocazione dei fotosintati verso la
mente per piante di pieno campo, la produzione di
riparazione piuttosto che a vantaggio della produzio-
sostanza secca organicata è funzione lineare della luce
ne. Il risultato è una minore efficienza e potenziale
intercettata (Monteith, 1977). Tale concetto, verificato
produttività degli impianti.
in seguito per i frutteti (Lakso, 1994) ha guidato la
In un contesto generale, che pone grande enfasi
frutticoltura moderna nello sviluppare forme di alleva-
sulla sostenibilità delle pratiche agricole e della sem-
mento aventi lo scopo di intercettare il maggior nume-
pre più razionale utilizzazione delle risorse disponibi-
ro di fotoni possibile. La massima efficienza di un
li, diviene molto importante verificare l'esistenza e
frutteto in termini di intercettazione luminosa e pro-
l'entità di fenomeni connessi ad una non ottimale uti-
duttività è ottenuta combinando forme di allevamento
lizzazione della luce, per gli effetti che ciò può avere
aperte e distanze di impianto ridotte, in modo tale da
sia sulla produttività che sull'uso efficiente della
ridurre la quantità di luce incidente al suolo, percepita
risorsa acqua. Le conoscenze in queste problematiche
come luce persa o come uno spreco di energia
sono state limitate per molti anni ad esperimenti con-
(Grossman e DeJong, 1998). Fermo restando che l'ec-
dotti in laboratorio, per la loro complessità e per la
cessivo auto-ombreggiamento da parte delle foglie
mancanza di strumentazioni portatili che si potessero
potrebbe avere conseguenze negative sull'attività car-
utilizzare in campo. Negli ultimi anni, fortunatamente,
bossilativa e sulla produzione finale delle piante
questa limitazione strumentale è largamente scompar-
(Taylor e Geisler-Taylor, 1989; Loreti e Massai,
sa, aprendo le porte a nuovi studi che, seppur di base,
2002), il frutteto ideale dovrebbe avere la peculiarità
promettono un ampia e rapida trasferibilità ai frutteti
di garantire una copertura continua di foglie su tutta la
specializzati presenti in Italia.
superficie di terreno occupata (Palmer, 1980).
In questa
review viene descritto il processo di
A parità di specie frutticola e cultivar l'intercetta-
fotoinibizione ed i diversi meccanismi di protezione e
zione luminosa di un frutteto è determinata dal pro-
riparazione che le piante hanno evoluto. Inoltre il
dotto tra la densità di flusso fotonica incidente e LAI,
lavoro riporta la principale metodologia utilizzata per
a sua volta funzione di forma di allevamento e densità
la determinazione del grado di fotoinibizione e foto-
di impianto. La stessa intercettazione luminosa
protezione in vivo ed alcuni casi colturali osservati su
potrebbe essere ottenuta, ad esempio, riducendo il
piante da frutto in cui l'eccesso luminoso è stato asso-
numero di piante per ettaro e aumentando la pressione
ciato a stress abiotici ed a particolari condizioni fisio-
fotonica in ingresso. Da diversi studi effettuati è
emerso che per le piante da frutto la produzione areica
è maggiormente legata alla densità di impianto più
Densità di impianto, forma d'allevamento, inter-
che alla pressione fotonica intercettata (Lakso, 1994).
cettazione luminosa e produttività
In pesco (
Prunus persica L.), specie presente nella
maggior parte delle aree frutticole italiane, piante alle-
Nello scenario globalizzato della frutticoltura
vate a "Vaso", "Cordone", "KAC-V" (
Kearney
moderna risulta essere decisamente arduo stabilire
Agricultural Center Perpendicular-V) e "HiD KAC-
quali siano le migliori strategie produttive e commer-
V" (
High Density KAC-V), aventi densità di impianto
ciali da seguire per affrontare un mercato ad elevata
rispettivamente di 299, 919, 919 e 1.196 piante per
concorrenza. Un aspetto, indicato da molti analisti del
ettaro, hanno evidenziato la stessa
crop efficiency,
settore come prerogativa essenziale ed imprescindibi-
(rapporto tra sostanza secca dei frutti e area della
le per il successo, è la qualità della produzione
sezione del tronco). Inoltre "KAC-V" e "Cordone",
(Calabrese
et al., 2007). Allo stesso tempo non è pos-
con stessa densità di impianto, hanno mostrato risulta-
sibile trascurare la produttività di un frutteto poiché la
ti simili per quanto riguarda resa e grammi di sostanza
quantità di frutta prodotta e vendibile risulta essere il
secca di frutta per metro quadro di suolo, nonostante
Energia radiante nelle piante da frutto
la forma a "Cordone" avesse intercettato più luce di
dine nere, capaci di ridurre la radiazione incidente del
"KAC-V" (Grossman e DeJong, 1998).
18-25% non ha sortito alcun effetto su consistenza
della polpa, contenuto in solidi solubili ed acidità tito-
Intercettazione luminosa, anatomia fogliare e qua-
labile. Solo nella cv Jonagold, in cui l'espressione del
lità delle produzioni di pesco
colore è debolmente legata alla componente genetica,
è stata riscontrata la posticipazione della raccolta di
La luce riveste un ruolo di fondamentale importan-
una settimana ed una minore intensità del sovracolore
za anche per le caratteristiche anatomiche della pianta
(Widmer, 2001).
e per la qualità dei frutti. Su piante di nettarina della
cv ‘Nectagrand 1' allevate a "palmetta libera" le
Più luce = più fotosintesi?
foglie posizionate alla sommità della chioma hanno
evidenziato un maggior accumulo di amido nei cloro-
Misure di fotosintesi netta effettuate su singola
plasti, più strati di cellule a comporre il tessuto a
foglia hanno evidenziato che la carbossilazione netta
palizzata, maggiore spessore e densità di stomi delle
aumenta in maniera lineare con la densità di flusso
foglie all'ombra poste nei palchi inferiori (Baraldi
et
fotonico incidente fino al raggiungimento di uno stato
al., 1994). Foglie cresciute al sole, inoltre, hanno fatto
stazionario. L'intensità luminosa oltre la quale la foto-
registrare valori più elevati di peso secco specifico,
sintesi non subisce alcun incremento è detta punto di
concentrazione azotata, conduttanza stomatica, con-
saturazione. Questo fenomeno fu rilevato già da
centrazione di carboidrati e fotosintesi netta rispetto a
Bohning e Burnside (1956) su foglie di diverse specie
foglie sviluppatesi all'ombra nonostante le prime con-
di interesse agronomico ed ecologico e da Jensen e
tenessero meno clorofilla totale (Kappel e Flore,
Bassham (1966) su cloroplasti isolati. Nella vite (
Vitis
vinifera L.), il livello di luce saturante è stato rilevato
Per quanto riguarda i parametri qualitativi la mag-
tra 750 e 1.000 µmol fotoni m-2 s-1 (Escalona
et al.,
giore intercettazione luminosa in peschi allevati a
1999); in melo la saturazione è raggiunta ad intensità
"Palmetta" rispetto a piante a "
Free spindle" ha cau-
luminose molto variabili, tra 400 e 1.000 µmol fotoni
sato una maturazione più precoce dei frutti (Loreti
et
m-2 s-1 in funzione diretta del contenuto di azoto nelle
al., 1989). I caratteri qualitativi non sempre sono
foglie (Cheng
et al., 2001). Per il pesco il punto di
risultati linearmente correlati alla intensità luminosa.
saturazione è indicato tra 700 e 900 µmol fotoni m-2 s-
Prove condotte in pesco hanno mostrato una relazione
1 (Kappel e Flore, 1983) ed in actinidia (
Actinidia
diretta tra pezzatura, colore e disponibilità di luce
deliciosa [(A.Chev.) C.F.Liang. & A.R.Ferguson]) la
solare, tuttavia pigmentazione di fondo e sovracolore
PPFD saturante è attestato tra 700 e 1.000 Ìmol fotoni
rosso delle pesche sono risultate moderatamente lega-
m-2 s-1 in funzione delle condizioni luminose di cresci-
te alla luce. Gli autori hanno concluso che, probabil-
ta della foglia (Greer e Halligan, 2001).
mente, anche basse intensità di luce, come quelle dif-
La fascia climatica di tutto il bacino del
fuse all'interno della chioma, sarebbero state suffi-
Mediterraneo è caratterizzata da assolate giornate pri-
cienti a garantire un buon sviluppo della colorazione
maverili ed estive in cui si registrano livelli di PPFD
rossa (Corelli Grappadelli e Coston, 1991). Sulla cv
ben più alti di quelli saturanti. Le piante, quindi,sono
‘Redhaven' è stato rilevato che il 17% dell'irradianza
esposte ad un'irradianza superiore a quanta può essere
totale era sufficiente per avere più del 70% della pig-
utilizzata per la carbossilazione durante molti giorni
mentazione rossa e che con un'esposizione pari al
nell'arco dell'intera stagione (Corelli Grappadelli e
47% della luce totale incidente si raggiungeva lo stes-
Lakso, 2007). Un eccesso di energia incidente sulla
so livello di colorazione dei frutti controllo completa-
pianta potrebbe determinare una più frequente e rile-
mente esposti. Inoltre dalla stessa prova è emerso che
vante manifestazione del fenomeno della fotoinibizio-
un'esposizione del 16-32% della luce incidente totale
ne (Osmond e Chow, 1988) che sommandosi ad altri
non ha determinato differenze in pezzatura, contenuto
stress di diversa natura (idrico, termico, nutrizionale,
in solidi solubili e consistenza; mentre un ombreggia-
ecc.) e non sempre evitabili, potrebbe avere gravi
mento del 60% a 15 giorni dalla raccolta, pur non
implicazioni sulla capacità fotosintetica delle piante
avendo determinato alcuna differenza per i valori di
(Powles, 1984; Galmés
et al., 2007).
pezzatura, residuo solido solubile e consistenza della
Prove condotte in Israele su piante di tangelo
polpa, ha ridotto il sovracolore dei frutti al 56% di
(
Citrus reticulata Blanco X
Citrus sinensis L.) alleva-
quello registrato su frutti completamente esposti alla
te in vaso a diversi livelli di ombreggiamento hanno
luce (Erez e Flore, 1986). Su diverse cultivar di melo
evidenziato che una riduzione della radiazione inci-
(
Malus domestica Borkh.) l'impiego di reti antigran-
dente del 30% e 60% tramite reti alluminizzate ha
Losciale
et al.
considerevolmente incrementato la sostanza secca di
radici, foglie e fusto rispetto al controllo (tab. 1)
Tuttavia essendo piante giovani, per cui prive di frutti,
Per stress foto-ossidativo si intende una condizione
non è stato possibile valutare l'effetto ombreggiante
capace di formare specie reattive (o attive) dell'ossige-
sulla produzione (Raveh
et al., 2003). Effetti migliora-
no (ROS) in dose critica per la pianta, derivante dalla
tivi sulle
performance fotosintetiche di singole foglie
difficoltà di utilizzare tutta l'energia luminosa in entra-
e piante intere sono stati osservati in melo (fig. 1) e
ta. La costituzione di tali ROS si riscontra nel com-
pompelmo (
Citrus paradisi L.) riducendo l'eccesso
plesso antenna del PSII (LHCII), nel
core complex del
luminoso tramite l'utilizzo di caolino (sostanza inerte
PSII e nel
core complex del PSI (Niyogi, 1999).
riflettente) spruzzato sulle foglie (Glenn
et al., 2001;
Nei primi due siti menzionati la sovra-produzione
Glenn
et al., 2003; Jifon e Syvertsen, 2003).
di ROS è determinata dalla maggiore longevità della
clorofilla allo stato eccitato (singoletto eccitato, 1Chl).
Tab. 1 - Effetto dell'ombreggiamento a diversa intensità e
In condizioni non stressanti, l'eccitazione di una
modalità di realizzazione sull'accumulo di sostanza secca (g)
molecola di clorofilla da parte di un fotone determina
radicale, fogliare, del fusto e totale di giovani piante di tangelo. T-
il trasporto energetico lungo tutto il LHCII fino alla
0= contenuto in sostanza secca nei diversi comparti all'inizio
dell'esperimento. Ogni dato rappresenta la media di 6 repliche e
clorofilla P680 del
core complex del PSII. Quest'ultima
nella stessa colonna valori accompagnati da lettere diverse sono
si eccita e, attraverso il processo di separazione di
differenti per P = 0,05 (Adattato da Raveh
et al., 2003).
carica, cede un elettrone all'accettore successivo: la
Tab. 1 - Shading effect on leaf, stem and root dry mass on young
feofitina. Da questo punto in poi si innesca il trasporto
tangor plants. The shading treatment was performed at different
intensities and manner. T-0= dry matter content at the beginning
elettronico necessario per generare ATP e potere ridu-
of the experiment. Data are average of 6 replicates and in the
cente per la "fase oscura" della fotosintesi
same column, values accompanied by different letters are
(Blankenship e Prince, 1985). In condizioni di eccesso
statistically different at P = 0.05. (Adapted from Raveh et al.
,
luminoso, ovvero quando il trasporto energetico ed
elettronico è più lento rispetto alla pressione fotonica
Sostanza secca (g)
in entrata, tutte le clorofille, incluso il P680, si trovano
nello stato di singoletto eccitato per un tempo più
lungo, poiché nessuna molecola è disponibile per
accettare altra energia (Foyer e Harbinson, 1994). La
clorofilla singoletto, quindi, decade ad un livello ener-
getico inferiore, tripletto eccitato (3Chl). In questo
stato di eccitazione il pigmento è più stabile e longevo
per cui è in grado di interagire con l'ossigeno forman-
do la prima specie reattiva dannosa: l'ossigeno singo-
letto (1O2) (Aro
et al., 1993). Alcune ricerche hanno
suggerito che la prima causa di danneggiamento del
PSII sia lo stesso P680+, l'agente ossidante più potente
nella fotosintesi, capace di ossidare l'acqua. Il P680+,
sequestrando elettroni dal suo intorno molecolare for-
merebbe radicali liberi provocando la frattura della
struttura del
core complex del PSII. Solo successiva-
mente, l'ossigeno penetrerebbe per reagire con 3P680
(Anderson e Chow, 2002).
Nel PSI non si riscontra la formazione di 1O2 in
quanto nel LHCI la vita della 1Chl è molto breve,
mentre nel
core complex il P700 è in grado di dissipare
termicamente gli eccessi energetici anziché decadere
allo stato di tripletto eccitato (Barth
et al., 2001).
Fig. 1 - Assimilazione netta misurata su intere chiome di melo cv
Tuttavia nel centro di reazione del PSI il rischio di
Empire in piena luce (-<-) e trattate con caolino (-•-). Alla stessa
ora del giorno i punti contrassegnati con * sono statisticamente
formazioni di ROS è determinato dalla capacità della
differenti a P=0.05 (Adattato da Glenn
et al., 2003).
ferridossina (Fdx) ridotta di cedere elettroni alternati-
Fig. 1 - Whole canopy net assimilation measured on apple cv
vamente all'NADP+ o all'ossigeno, trasformandolo in
Empire treated (-<
-) and untreated (-•
-) with kaolin. At the same
ione superossido (O -
time of the day the points targeted with * are statistically different
2 ), secondo la cosiddetta reazione
at P=0.05 (Adapted from Glenn et al.
, 2003).
di Meheler (Asada, 1999). Una bassa disponibilità di
Energia radiante nelle piante da frutto
NADP+ rispetto alla pressione fotonica in entrata
determina una sovra-produzione di ione superossido.
I danni derivanti dalla formazione di ROS nei
fotosistemi sono molteplici e dipendono dal loro sito
di formazione. In particolare, nel LHCII si assiste
all'ossidazione dei pigmenti antenna e delle proteine
tilacoidali (Knox e Dodge, 1985); mentre nel
core
complex si evidenzia la compromissione del P680 e
soprattutto la distruzione delle proteine del centro di
reazione, in particolare della proteina D1. Si riscontra,
inoltre, l'ossidazione dei lipidi e, infine, la completa
inattivazione del centro di reazione (Aro
et al., 1993;
Barber e Andersson, 1992). Nel PSI l'eccesso di ROS
comporta la distruzione dei centri ferro-zolfo, l'inatti-
vazione e la degradazione di vari enzimi. I danni a
scapito del PSI sono più ricorrenti in condizioni di
Fig. 2 - Contenuto relativo della proteina D1 in foglie di
Vitis
bassa temperatura, quando l'attività enzimatica è
berlandieri L. mantenute al buio (bianco), irradiate per 60 minuti
ridotta, il trasporto energetico ed elettronico è meno
ad una PPFD di 1900 µmol m-2s-1 (nero) e mantenute al buio per
60 minuti dopo il trattamento luminoso fototoinibitorio (grigio).
veloce e l'energia radiante in ingresso, seppur di
Ogni bara rappresenta la media di 3 repliche + s.e. (Adattato da
bassa intensità, risulta essere eccedente rispetto alle
Bertamini e Nedunchezhian, 2004).
capacità di utilizzo della pianta (Kaiser, 1979). Infine,
Fig. 2 - D1 relative content in Vitis berlandieri L. leaves
maintained in the dark (white bar) after 60 minutes at PPFD of
l'interazione tra ferro libero, derivante da proteine
1900 µmol m-2s-1 (dark bar) and maintained in the dark for 60
danneggiate, e ROS determina la formazione di radi-
minutes after the light photo-inhibitory treatment (grey bar). Each
cali ferro-ossigeno altamente dannosi, aventi come
bar represents the average of 3 replicates + s.e. (Adapted from
target preferenziale la RuBisCO (Halliwell e
Bertamini e Nedunchezhian, 2004).
Gutteridge, 1984). La conseguenza diretta di tali dis-
sesti è la compromissione dell'intero sistema fotosin-
tetico e quindi un decremento dell'attività carbossila-
Sistemi di difesa ed adattamento
sica della pianta stessa (Ort, 2001).
In
Vitis berlandieri Planch., ad esempio, foglie
In un ecosistema tutti gli esseri viventi presenti
esposte ad una intensità luminosa di circa 1.900 µmol
sono quelli che meglio si sono adattati ai fattori abio-
fotoni m-2s-1 per 60 minuti hanno mostrato un decre-
tici e biotici caratterizzanti proprio quell'ambiente. Se
mento della quantità della proteina D1 del 30% rispet-
da un lato la luce risulta essere indispensabile per la
to a piante controllo. Sottoponendo le foglie ad ulte-
vita delle piante, dall'altro questa è un fattore di alto
riori 60 minuti di buio si è ottenuta una quasi totale
rischio per la loro esistenza. Come esiste il fenomeno
riparazione dei fotosistemi (fig. 2). L'efficienza quan-
della fotoinibizione, così si è evoluta in tutti gli orga-
tica di assimilazione di CO2 è ritornata alle condizioni
nismi fotosintetizzanti anche la possibilità di difender-
precedenti lo stress, con la spesa, però, di energia e
si. I meccanismi preposti a tale scopo seguono diverse
CO2 sottratta all'accumulo ponderale di sostanza
strategie riassumibili in: prevenzione, protezione e
secca (Bertamini e Nedunchezhian, 2004).
In Florida altri ricercatori hanno evidenziato che
piante di pompelmo trattate con caolino ed alberi con-
trollo hanno mostrato una diminuzione della fotosin-
Riduzione del flusso fotonico in entrata. In condi-
tesi netta all'incrementare dell'irradianza con un
zioni di elevata irradianza alcune specie sono in grado
decremento considerevolmente più accentuato nelle
di orientare le foglie e modificare conformazione e
piante testimone non ombreggiate. Tale differenza
posizione dei cloroplasti in modo da avere meno
non è ascrivibile ad una diversa concentrazione di
superficie fotosintetizzante in piena luce evitando così
CO2 sottostomatica, pressoché uguale tra le due tesi a
una forte pressione fotonica in entrata (Pastenes
et al.,
confronto nelle ore di massima intensità luminosa
2003; Oguchi
et al., 2003). Purtroppo non tutte le spe-
(fig. 3). Le piante controllo, inoltre, hanno evidenzia-
cie sono in grado di mettere in atto tale meccanismo;
to un grado di fotoinibizione più elevato di quelle
il melo ad esempio evidenzia una scarsa capacità di
trattate con caolino nelle ore più calde ed assolate
muovere velocemente le foglie per sottrarsi all'alta
della giornata (Jifon e Syvertsen, 2003).
densità di flusso energetico (Koller, 1990). Una forma
Losciale
et al.
che prevede lo spostamento sull'LHCI di monomeri
di pigmenti antenna del PSII in modo tale da equili-
brare la pressione fotonica su entrambi i fotosistemi
(Allen, 1995).
Incremento del flusso energetico in uscita. Non
potendo evitare gli eccessi luminosi in ingresso, la
maggior parte delle piante contrappone all'elevata
irradianza un aumento delle aliquote energetiche in
uscita. Lo scopo di tale incremento è la diminuzione
del potenziale intasamento dei fotosistemi.
Aumentando i flussi in uscita, infatti, la pianta riesce a
mantenere gli accettori energetici ed elettronici sem-
pre disponibili per ricevere nuova energia evitando
una vita troppo lunga della clorofilla singoletto ed una
scarsa disponibilità di NADP+. I due meccanismi che
entrano in gioco come scolmatori energetici sono la
dissipazione termica e la dissipazione fotochimica
(Niyogi, 1999).
Dissipazione termica (Non Photochemical
Quenching)
. La dissipazione termica (NPQ) può esse-
re suddivisa in
quenching inibitorio (qI),
quenching
transitorio (qT) e
quenching energetico (qE).
Quest'ultimo rappresenta la principale via di fotopro-
tezione dei sistemi fotosintetici, infatti circa il 75%
dei fotoni captati può essere eliminato attraverso tale
processo (Demmig-Adams
et al., 1996). Il qE interes-
sa tutti i sistemi antenna (in particolare Lhc4 ed Lhc5)
in quanto i pigmenti coinvolti sono fortemente legati a
tali complessi (Ort, 2001). Il meccanismo di dissipa-
zione termica causa dunque una dispersione energeti-
ca che ha lo scopo di ridurre la vita della clorofilla
singoletto evitando la formazione di 1O2 (Niyogi,
1999). Con assenza di stress luminoso o comunque
con un trasporto energetico ed elettronico equiparabile
Fig. 3 - Andamento giornaliero di (a) radiazione
fotosinteticamente attiva (PAR) e temperatura dell' aria, (b)
alla pressione fotonica in ingresso, il pH del lumen
concentrazione intercellulare di CO2 (Ci) e (c) fotosintesi netta
tilacoidale è pari a 6,5 - 7 (Foyer e Harbinson, 1994).
(ACO2) misurati su foglie di piante di pompelmo trattate (-Õ-) o
In queste condizioni la violaxantina (V), carotenoide
meno (-•-) con caolino. Ogni punto rappresenta la media di 4-6
repliche + s.e. Il tratteggio verticale indica il punto di massima
appartenente alla famiglia delle xantofille, è legata al
irradianza giornaliera (Adattato da Jyfon e Syvertsen, 2003).
sito V1 del LHCII; la proteina PsbS, che funge da col-
Fig. 3 - Daily Trends of (a) photosynthetically active radiation
legamento tra il centro di reazione del PSII ed il com-
(PAR) and air temperature, (b) intercellular CO2 concentration
plesso antenna, si trova allo stato deprotonato con una
i) and (c) net photosynthesis (ACO2) on grapefruit leaves treated
with kaolin (-Õ
-) and untreated (-•
-). Each point is the average of
determinata conformazione spaziale. Nel lumen, inol-
4-6 replicates + s.e. The vertical dashed line labels the maximum
tre, la violaxantina de-epossidasi (VDE) è deprotona-
irradiance during the day (Adapted from Jyfon e Syvertsen, 2003).
ta, staccata dalla membrana tilacoidale (fig. 4a) e
quindi in uno stato inattivo (Ort, 2001). In condizioni
di stress foto-ossidativo il pH nel lumen diminuisce
fotoprotettiva molto più praticata dagli organismi
poiché la velocità di formazione di H+ è maggiore di
vegetali è la riduzione del
pool delle clorofille con la
quella di utilizzo (Niyogi
et al., 2004). Si assiste, in
conseguente diminuzione della quantità di energia
primo luogo, alla protonazione della proteina PsbS
captata (Anderson, 1986). Non del tutto confermato,
che cambia il suo assetto sterico (fig. 4b) ed in questa
sembrerebbe invece il cosiddetto "stato di transizione"
nuova forma (primo stadio di
Non Photochemical
Energia radiante nelle piante da frutto
Quenching) è capace di dissipare energia sottoforma
di calore, sottraendola alla clorofilla singoletto
(Morosinotto
et al., 2003). L'incremento ulteriore
della concentrazione di H+ nel lumen del tilacoide
comporta l'attivazione della violaxantina de-epossida-
si (VDE) che, protonata, si lega alla membrana. In
queste condizioni l'enzima opera due successive de-
epossidazioni della violaxantina ad antheraxantina (A)
e, successivamente, a zeaxantina (Z). Tale riduzione
può avvenire grazie all'apporto elettronico dell'acido
ascorbico che viene ossidato a monodeidroascorbato
(MDA) attraverso la catalisi da parte della VDE. Le
due xantofille neoformate, a questo punto, possono
scalzare la violaxantina dal sito V1 e dissipare diretta-
mente l'eccesso energetico tramite calore. Tuttavia la
maggiore quantità eliminata deriva dalla ri-emissione
energetica sottoforma di calore da parte del complesso
quencher zeaxantina e o antheraxantina e proteina
PsbS (fig. 4c) che, avendo cambiato conformazione,
Ciclo delle xantofille
Fig. 4 - (a) In condizioni di pressione fotonica non stressanti il pH
Fig. 4 - (a) When the incoming light is not excessive the
del lumen tilacoidale è pari a 6,5–7. La violaxantina (V) è legata
thylakoidal lumen pH is about 6.5-7. violaxanthin (V) is bound at
al sito V1 del LHCII; la proteina a basso peso molecolare PsbS si
the V1 site on LHCII and the low molecular weight protein (PsbS)
trova allo stato deprotonato con una determinata conformazione
is in a de-protonated state with a particular structure. The
spaziale. Nel lumen, la violaxantina de-epossidasi (VDE) è
violaxanthin de-epoxidase (VDE) is de-protonated and detached
deprotonata, staccata dalla membrana tilacoidale. (b) In condizioni
from the thylakoidal membrane. (b) The lumen acidification,
di stress foto-ossidativo il pH nel lumen diminuisce, la proteina
caused by the photon pressure increase, drives the PsbS
PsbS viene protonata e cambiando il suo assetto sterico è in grado
protonation that changes its structure enabling it to steal energy
di dissipare calore. (c) L'incremento ulteriore della concentrazione
re-emitting heat. (c) A further trans-thylakoidal ∆
pH increase
di H+ nel lumen del tilacoide attiva la VDE che, protonata, si lega
promotes the protonation of VDE which is bound to the thylakoid
alla membrana. L'enzima opera due successive de-epossidazioni
membrane. VDE catalyzes two subsequent violaxanthin de-
della violaxantina ad anteraxantina (A) e zeaxantina (Z) grazie
epoxidation forming antheraxanthin (A) and zeaxanthin (Z)
all'apporto elettronico dell'acido ascorbico (AsA). Le due
oxidizing the ascorbic acid (AsA). A and Z replace violaxanthin in
xantofille scalzano la violaxantina dal sito V1 dissipando
the V1 site re-emitting thermal energy. The highest thermal
direttamente l'eccesso energetico. La maggior quantità di energia
dissipation is accomplished when A and/or Z are connected to the
viene dissipata dal complesso
quencher zeaxantina e o
activated PsbS protein forming a quenching super-complex.
anteraxantina e proteina PsbS che si forma in virtù del
cambiamento conformazionale della proteina che diviene più
affine ad A e Z.
Losciale
et al.
diviene più affine alle due xantofille (Ort, 2001).
luteina epossido (Lx) la quale, attraverso la VDE,
Quando la pressione fotonica diminuisce, Z ed A ven-
viene de-epossidata a luteina (L) avente lo stesso
gono ri-epossidate a violaxantina attraverso la zeaxan-
ruolo della zeaxantina. La particolarità del ciclo Lx L
tina epossidasi (ZE), enzima legato alla membrana
risiede nella minore affinità della ZE per la luteina,
tilacoidale dalla parte stromatica, questo epossida le
questo determina la debole reversibilità della reazione
due xantofille spendendo equivalenti riducenti. La ZE
per cui una protezione di fondo contro gli eccessi
è un enzima sempre attivo nelle condizioni stromati-
energetici (Matsubara
et al., 2004).
che, per cui la sua attività non è limitante per il ciclo
Il ciclo delle xantofille, oltre ad esplicare la sua
delle xantofille che dipende esclusivamente dalla atti-
funzione protettiva, evidenzia un attivo dispendio
vità di VDE e dalla capacità di PsbS di cambiare
energetico in quanto usa equivalenti riducenti per
conformazione, quindi, in definitiva, dal ∆pH transti-
rigenerare acido ascorbico e violaxantina. Tale perdita
lacoidale. (Bouvier
et al.,1996). Ogni evento che
risulta essere comunque il male necessario che la
determina un incremento del ∆pH può contribuire
pianta deve sopportare per proteggersi (Foyer e
all'innesco della dissipazione termica (Björkman e
Harbinson, 1994).
Demmig-Adams, 1994; Gilmore, 1997).
Il
quenching inibitorio (qI) può essere considerato
In melo l'aumento della densità di flusso fotonico
un meccanismo di protezione passiva in quanto i foto-
ha determinato un decremento percentuale del conte-
sistemi inattivi riemettono l'energia assorbita sottofor-
nuto di violaxantina sull'intero
pool delle xantofille ed
ma di calore. La quantità di energia dissipata dai PSII
un corrispettivo incremento della zeaxantina. Questo
danneggiati è direttamente proporzionale alla quota di
andamento è risultato simile per le foglie ed i frutti ma
PSII inattivi (Chow, 1994; Losciale
et al., 2008c).
più marcato in questi ultimi (fig. 5) che, non potendo
Alcune ricerche hanno evidenziato che inibendo tem-
utilizzare l'energia in ingresso per la fotosintesi,
poraneamente la riparazione dei PSII, circa il 10-20%
hanno maggiore necessità di liberarsene tramite dissi-
dei fotosistemi rimane attivo pur incrementando dura-
pazione termica (Cheng e Ma, 2004).
ta ed intensità del flusso fotonico incidente (fig. 6). I
In alcune piante tropicali un ulteriore contributo al
PSII inattivi schermerebbero i sistemi funzionanti dal-
qE è dato dalla presenza di altri pigmenti come la
l'eccesso energetico. In una condizione di mutuo van-
taggio i fotosistemi attivi ripagherebbero tale prote-
zione creando le condizioni di pH ottimale (i.e. evolu-
zione dell'ossigeno) per l'attivazione degli enzimi che
presiedono alla riparazione dei fotosistemi (Chow
et
al., 2005).
La terza e ultima porzione del
Non Photochemical
Quenching è il qT, questa componente è di minore
importanza nella fotoprotezione delle piante superiori
e più rilevante nelle alghe (Müller
et al., 2001).
Dissipazione fotochimica. La dissipazione fotochi-
mica ha lo scopo di evitare l'intasamento dei fotosi-
stemi attivando o accelerando trasporti elettronici
alternativi che agiscono come valvola di sfogo in con-
dizioni di eccesso energetico (Chow, 1994).
• Trasporto ciclico sul Fotosistema I. La sua funzio-
ne principale sembrerebbe quella di garantire un
supplemento protonico nel lumen dei tilacoidi
necessario per il funzionamento della pompa
ATPasi che genera ATP utilizzata nel ciclo di
Calvin-Benson. La ferridossina ridotta, non poten-
do cedere elettroni al NADP+ poiché indisponibile,
Fig. 5 - Andamento giornaliero del contenuto percentuale, rispetto
li indirizza in un ciclo che si chiude con la cessio-
all'intero
pool delle xantofille, di violaxantina (V) e zeaxantina
ne degli elettroni nuovamente al P
(Z) in frutti e foglie di melo cv Liberty. Ogni punto rappresenta la
700 sul PSI (fig.
media di 4 repliche + s.e (Adattato da Cheng e Ma, 2004).
7). Durante tale processo si ha la migrazione di 2
Fig. 5 - Daily pattern of the relative content of violaxanthin (V)
H+ dallo stroma al lumen per ogni elettrone trasfe-
and zeaxanthin (Z) on the entire xantophylls pool measured on
rito aumentando, così, la forza protonmotrice
apple leaves and fruits. Each point represents the average of 4
replicatez + s.e. (Adapted by Cheng and Ma, 2004).
(Joliot e Joliot, 2002). In condizioni di eccesso
Energia radiante nelle piante da frutto
Trasporto ciclico sul PSI
Fig. 7 - La ferridossina ridotta (Fdx), non potendo cedere elettroni
al NADP+ poiché indisponibile, si ossida trasferendo gli elettroni
al Plastochinone (PQ) attraverso una riduzione transitoria del
citocromo b6f (Cytb6f). Con una sua successiva ossidazione il
Plastochinone cede gli elettroni alla Plastocianina (PC) che reagirà
nuovamente con il P700 chiudendo il ciclo. Durante tale processo si
ha la migrazione di 2H+ dallo stroma al lumen per ogni elettrone
Cyclic transport around the PSI
Fig. 7 - When NADP+ is not available to receive more electrons
the ferredoxin (Fdx) reduces the plastoquinone (PQ) with a
transitory reduction of cytochrome b
Fig. 6 - Decadimento della quantità relativa dei PSII funzionali in
6f (Cytb6f). Furthermore PC
reduces the plastocyanin (PC) and finally the electrons are
funzione della
photon exposure (prodotto tra densità di flusso
transferred again to the P
fotonico e tempo di esposizione luminosa) misurato su dischetti
700 closing the cycle. During the process
2H+ for each electron migrate from the stroma to the thylacoid
fogliari di peperone (
Capsicum annuum L.) infiltrate con una
soluzione 1 mM di lincomicina. Tale sostanza inibisce la
riparazione dei PSII che maschererebbe il reale danno. Il
trattamento luminoso è stato effettuato a 3 diverse densità di
di NADP+, la ferridossina ridotta, oltre ad immet-
flusso (460, 900 e 1800 µmol m-2s-1) per differenti tempi di
tere elettroni nel trasporto ciclico sul PSI, può pre-
esposizione (Chow
et al., 2005).
Fig. 6 - The decrease in the functional fraction of PS II with
ferenzialmente cederli all'ossigeno formando lo
increase in photon exposure (light intensity x time of exposure
ione superossido (O -) secondo la reazione di
given to capsicum (Capsicum annuum L.) leaf discs floating on
Meheler. Essendo questa una specie tossica, la
1mM of lincomycin solution able to inhibit the PSII recovery.
Light treatment was given at three irradiances, 460, 900 and 1800
pianta, attraverso la fase perossidasica del ciclo, la
µ
mol m-2s-1 for various durations to vary the photon exposure
rende innocua trasformandola in una specie inatti-
(Chow et al.,
2005).
va: l'acqua (fig. 8). Il
W-W cycle, oltre a permette-
re il trasporto alternativo degli elettroni dall'acqua
all'acqua, prevede la sottrazione di protoni dallo
luminoso si ha un deficit di NADP+ disponibile ad
stroma incrementando, così, il ∆pH transtilacoidale
accettare elettroni dalla ferridossina, per cui il tra-
necessario per la dissipazione termica (Asada,
sporto ciclico viene potenziato al fine di evitare la
cessione elettronica all'ossigeno. Si determina,
• Fotorespirazione
. È ormai unanimemente accettato
così, una via alternativa per gli elettroni e, soprat-
che il processo fotorespiratorio non è un ciclo
tutto, un abbassamento del pH nel lumen che inne-
parassita per la pianta, bensì un trasporto protetti-
sca più velocemente il ciclo delle xantofille (Heber
vo. Se si pensa che per fotorespirare una mole di
e Walker, 1992; Munekage
et al., 2002).
ossigeno e decarbossilare 0,5 moli di anidride car-
• Water-Water cycle (W-W cycle). Ciclo così chia-
bonica si spendono 4 elettroni, risulta essere chiaro
mato poiché alla ossidazione dell'acqua in corri-
che un'altra alternativa per scolmare gli eccessi
spondenza del
cluster che evolve ossigeno (OEC)
energetici sia la fotorespirazione posta a valle del
a monte, corrisponde la formazione di acqua a
trasporto elettronico. Il prezzo necessario da paga-
valle del PSI; il ciclo acqua-acqua è detto anche
re, tuttavia, è la perdita di CO2 carbossilata
reazione Meheler-perossidasi in quanto fonde i due
(Farquhar
et al., 1980). Il meccanismo di fotorespi-
processi. Si stima, inoltre, esso riesca ad utilizzare
razione sembrerebbe assumere una maggiore
circa il 30% del flusso lineare degli elettroni
importanza in condizioni di conduttanza stomatica
(Asada, 1999). In condizioni di scarsa disponibilità
sub-ottimali, in quanto la fotosintesi, ulteriore
Losciale
et al.
Fig. 8 - La Ferridossina ridotta (Fdx) può cedere gli elettroni preferenzialmente all'ossigeno formando lo ione superossido (O -2) secondo la
reazione di Meheler (a). Una superossido dismutasi (SOD), posta sulla parte stromatica della membrana, dismuta O -2 in H2O2 sottraendo
due protoni allo stroma; successivamente l'ascorbato perossidasi trans-membrana (t-Apx) riduce H2O2 ad H2O alle spese dell'acido
ascorbico (AsA) ossidato a mono de-idroascorbato (MDA), seguendo la fase perossidasica del Water-Water cycle (b).
Fig. 8 - Ferredoxin(Fdx) can reduce oxygen forming the super-oxide ion (O -2) according to the Meheler reaction (a). A super-oxide
dismutase (SOD) placed in the stroma side of the thylacoid membrane promotes the H2O2 formation taking 2H+ from the stroma.
Afterwards the trans-membrane ascorbate peroxidase (t-Apx) catalyzes the H2O2 reduction to water oxidizing the ascorbic acid (AsA) to
mono de-hydro ascorbate (MDA) closing the peroxidasic step of the cycle(b .
meccanismo di dissipazione energetica, risulta
ascorbico risulta essere un ciclo
scavenger, poiché
essere in parte inibita (Galmés
et al., 2007).
detossifica lo ione superossido (O -2), un generatore di
Scavenging. Il fotodanno è un rischio così ricor-
∆pH transtilacoidale, in quanto sottrae H+ dallo stro-
rente da costringere la pianta ad adattarsi attraverso
ma, ed un ulteriore trasportatore alternativo di elettro-
vari sistemi che, come un filtro, cercano di recuperare
ni, visto che gli elettroni in gioco sono forniti dal
le reciproche mancanze (fig. 9). Se l'espulsione ener-
NADPH(H+) reso disponibile per una nuova riduzio-
getica prima dell'ingresso nel
core complex del PSII
ne. Il glutatione inoltre, è
scavenger diretto di 1O2,
(qE) si dimostra parzialmente efficace, la pianta sop-
OH
. e protegge i gruppi tiolici degli enzimi dello stro-
perisce attraverso i trasporti elettronici alternativi che
ma (Noctor e Foyer, 1998). I tocoferoli, coinvolti
evitano la formazione di specie reattive dell'ossigeno.
Purtroppo non tutti gli elettroni sono intercettati per
cui si ha una minore, ma pur sempre pericolosa, for-
mazione di ROS. È in questo comparto che si colloca-
no le molecole
scavenger aventi, appunto, il ruolo di
detossificare tali agenti ossidanti (Asada, 1994). Il
primo
scavenger, per abbondanza e molteplicità di
funzioni, è l'acido ascorbico (AsA), presente in gran
quantità all'interno dei cloroplasti, sede dei maggiori
dissesti dovuti all'eccesso luminoso. L'AsA è diretta-
mente coinvolto nel ciclo delle xantofille, nel
Water-
Water cycle come donatore di elettroni, nella rigene-
razione dei tocoferoli e nello
scavenging diretto di
2, O2 e OH
. (Smirnoff, 1996). La ricostituzione
dell'AsA risulta essere, perciò, fondamentale viste le
sue numerose attività. Accanto alla sua diretta ridu-
Fig. 9 - Rappresentazione delle diverse vie di foto-ossidazione,
zione da MDA ad AsA da parte della ferridossina
foto-protezione ed utilizzo della energia radiante assorbita dalle
ridotta, la pianta ha evoluto un ciclo appropriato per
la rigenerazione dell'AsA. Il ciclo glutatione-ascorba-
Fig. 9 - The picture depicts the several pathways of photo-
to, oltre a svolgere il ruolo di ricostitutore dell'acido
damage, photo-protection and utilization of the absorbed
radiative energy.
Energia radiante nelle piante da frutto
direttamente nella inattivazione di 1O
2, O2 , OH
.,
µmol PSII mol-1fotoni, ma a causa dell'alto numero di
risultano essere liposolubili, per cui riescono a pene-
fotoni incidenti nell'arco di un'intera giornata assolata
trare nelle membrane proteggendole dalla perossida-
e al basso numero di fotosistemi ( 1 µmol PSII m-2),
zione (Foyer
et al., 1994). Le ultime specie
scavenger
il fenomeno della foto-inattivazione coinvolge la mag-
prese in considerazione sono i carotenoidi. Nel LHCII
gior parte dei PSII (Chow e Aro, 2005).
si riscontra la presenza di xantofille, tra l'altro
sca-
Il processo di riparazione è molto specifico, solo la
venger dirette della 3Chl e del 1O2 , e di bcarotene,
parte compromessa è ricostituita mentre il resto delle
scavenger di 1O2 (Külbrandt
et al., 1994), mentre nel
sub-unità nel complesso viene riciclato, e consta di
core complex del PSII non si evidenzia la presenza di
diversi aspetti chiave (Komenda e Barber, 1995):
xantofille, molto affini al LHCII presumibilmente per
• alterazione del trasporto degli elettroni dovuta al
la maggiore presenza di clorofilla b, ma solo di bcaro-
tene (Telfer
et al., 1994).
• individuazione di un cambiamento conformaziona-
le che segnala la necessità di eliminare la parte
La complessa macchina foto-protettiva riesce a
• monomerizzazione del PSII e parziale disassem-
ridurre la fotoinibizione, tuttavia il foto-danno non
blaggio degli stessi monomeri al fine di permettere
può essere evitato. A tal proposito gli studi effettuati
l'accesso alla subunità danneggiata;
dimostrano una particolare predilezione al danneggia-
• degradazione e neosintesi della nuova proteina D1;
mento della proteina D1 del PSII (Aro
et al., 1993).
La motivazione risiede, innanzitutto, nella posizione
Le stesse molecole compromesse sembrano rivesti-
strategica della proteina all'interno del PSII. La D1,
re il ruolo di messaggeri per l'attivazione del gene
infatti, si trova tra il complesso che evolve ossigeno
psbA deputato alla neosintesi della proteina D1
(OEC) ed il LHCII, in una zona, cioè, ricca di 3Chl ed
(Lindhal
et al., 2000), mentre la degradazione delle
ossigeno: miscela perfetta per la formazione di ROS.
parti danneggiate è affidata alle proteasi FtSH (fig.
La distruzione mirata, però, è utilizzata per evitare il
10a). Queste ultime sono legate alla membrana tila-
danneggiamento diffuso dovuto alla presenza di
coidale formando un anello esamerico transmembra-
molecole di clorofilla incontrollate che, eccitate, pos-
na. La D1 danneggiata è guidata attraverso questo
sono distruggere il loro intorno molecolare (Krieger-
canale con un processo ATP dipendente e, successiva-
Liszkay, 2005); inoltre la pianta ha sviluppato un
mente, degradata nella parte stromatica tramite la
sistema efficace, efficiente ed altamente conservato
catalisi da parte del gruppo prostetico contenente
per la rapida rimozione e ricostituzione della proteina
zinco della FtSH (fig. 10b).
D1 (Chow e Aro, 2005). Piante poste in condizioni
La pianta, quindi, spende energia non solo per la
ottimali difficilmente mostrano una riduzione netta
neosintesi di D1 ma anche per la sua rapida degrada-
dell'attività dei PSII, non tanto per l'assenza di fotoi-
zione allo scopo di riparare i danni il più velocemente
nibizione ma per l'efficienza del sistema di riparazio-
ne che può essere considerato una delle principali
strategie fotoprotettive (Anderson
et al., 1997).
L'inattivazione dei PSII non è strettamente legata
all'alta irradianza bensì alla dose di luce intercettata
(
photon exposure), ossia il prodotto tra densità di
flusso e tempo di esposizione. Inibendo la riparazione
della D1 è stato possibile valutare il foto-danno reale
altrimenti mascherato (Aro
et al., 1994). La quantità
di PSII attivi si riduce con l'aumento della
photon
exposure, seguendo una funzione esponenziale nega-
tiva, secondo la legge della reciprocità (Jones e Kok,
1966; Park
et al., 1995; Lee
et al., 1999) che afferma
Fig. 10 - Struttura monometrica (a) ed esamerica (b) della
che si può rilevare lo stesso fotodanno diminuendo
proteina FtsH delegata alla digestione della proteina D1
l'intensità luminosa ed aumentando il tempo di espo-
danneggiata. La proteina passa attraverso l'anello esamerico per
essere degradata nello stroma con il dispendio di energia (Nixon
sizione e viceversa (Chow
et al., 2005). Esperimenti
et al., 2005).
condotti allo scopo di valutare il tasso di inattivazione
Fig. 10 - FtsH protease monomeric (a) and esameric structure
dei PSII per mole di fotoni incidenti hanno rivelato
(b). The damaged protein transits across the trans-membrane ring
to be degraded in stroma by the FtsH prosthetic group with
che esso è relativamente basso, dell'ordine di 0,1
energy expense (Nixon et al.,
2005).
Losciale
et al.
possibile (Nixon
et al., 2005). La strategia di rimozio-
vantaggioso dell'emissione di fluorescenza che, a
ne e riparazione dei danni, di vitale importanza per le
parità di energia dissipata, si realizza in circa 10-8 -
specie vegetali, ha indubbiamente dei costi che ricado-
10-9s. Il dato di fluorescenza misurato, Fo, rappresenta
no sull'efficienza di carbossilazione netta del sistema
la fluorescenza minima con foglia adattata al buio ed
fotosintetico. Studi condotti sulla specie di alga
il suo significato fisiologico consiste nel livello di
Anacystis nidulans 625 (
Synechococcus 6301) hanno
fluorescenza emesso dalla clorofilla quando QA è
prospettato l'ipotesi che le cellule in condizioni di
massimamente ossidato ed i centri di reazione del
stress da fotoinibizione, per mantenere la massima
PSII sono completamente "aperti". A questo punto,
capacità fotosintetizzante, debbano indirizzare più
viene somministrato un impulso saturante, ovvero un
energia alla riparazione dei fotosistemi piuttosto che
flash di luce di durata inferiore al secondo con una
ad altri processi metabolici (Raven e Samuelsson,
densità di flusso maggiore di 6.000 µmol fotoni m-2 s-
1, che determina un ingorgo energetico nei sistemi.
L'energia in ingresso risulta essere eccessiva rispetto
Fotodanno e fotoprotezione: metodologie di misura
alla capacità di cessione del QA agli accettori succes-
sivi, per cui il chinone si trova in uno stato sovra-
Accanto alle metodologie biochimiche utilizzate
ridotto, non disponibile ad accettare altri elettroni. Il
per il dosaggio dell'attività enzimatica e la determina-
trasporto fotochimico è bloccato, per cui le uniche due
zione della concentrazione delle principali molecole
vie per la dissipazione energetica sono il calore e la
implicate nei meccanismi fotoprotettivi e foto-ossida-
fluorescenza. Si registra infatti una emissione di fluo-
tivi, la tecnica senza dubbio più utilizzata, anche per-
rescenza, Fm, più elevata di Fo. Fm è la fluorescenza
ché applicabile in vivo, è la misura della fluorescenza
massima con foglia adattata al buio e rappresenta il
della clorofilla con luce modulata (Govindjee, 1995;
livello di energia emesso dalla clorofilla quando QA è
Krause e Weis, 1991; Maxwell e Johnson, 2000).
completamente ridotto ed i centri di reazione sono
Inducendo la clorofilla ad emettere energia tramite
"chiusi". La differenza tra Fm e Fo, standardizzata per
fluorescenza ed avendo a disposizione una strumenta-
Fm [(Fm-Fo)/Fm) = Fv/Fm], rappresenta la massima
zione in grado di leggere tale emissione, è possibile
efficienza fotochimica del fotosistema, cioè la massi-
discriminare le varie destinazioni dell'energia radiante
ma quantità di energia che la clorofilla è in grado di
captata. Il fluorimetro è costituito, essenzialmente da
captare e che potenzialmente potrebbe essere usata
una sorgente luminosa modulabile, un
detector in
per la fotosintesi. Per foglie in condizioni ottimali
grado di misurare l'energia riemessa dalla clorofilla
Fv/Fm è di circa 0,8 - 0,85; valori più bassi indicano la
sottoforma di fluorescenza ed un camera di assimila-
presenza di danni all'interno del PSII o, comunque, un
zione fogliare connessa alla fonte di luce ed al
detec-
non completo rilassamento del sistema durante la
tor tramite fibra ottica in modo da trasmettere l'impul-
notte (Baker e Rosenqvist, 2004; Maxwell e Johnson,
so luminoso modulato alla foglia e la fluorescenza
2000). La diminuzione di Fv/Fm può dipendere da un
emessa al
detector.
abbassamento di Fm o da un incremento di Fo. Il
I protocolli utilizzati per misurare i diversi parame-
primo caso può essere interpretato come l'incapacità
tri di fluorescenza possono essere molteplici; usual-
del PSII di captare la stessa quantità di energia radian-
mente, la prima misura viene effettuata su foglie adat-
te, probabilmente a causa della rottura della proteina
tate al buio o in prossimità dell'alba (
pre-dawn) quan-
D1 (Govindjee, 1995; Maxwell e Johnson, 2000).
do i rilievi sono eseguiti in pieno campo. In questo
L'aumento di Fo è determinato da una bassa capacità
momento il sistema fotosintetico è in uno stato di
del QA di cedere elettroni al secondo accettore QB,
"rilassamento" ovvero tutti i componenti dei fotosiste-
non adducibile ad un eccesso di luce visto che la den-
mi sono riparati ed il chinone A (Q
sità di flusso somministrata è minima. L'incremento
A) è in condizione
di massima ossidazione poiché nessun elettrone giun-
è, probabilmente, derivato dal distacco di una porzio-
ge dalle clorofille a monte. Viene fornito alla foglia un
ne del PSII. Alcuni autori riconducono questo feno-
impulso a bassa intensità (0,1-0,5 µmol fotoni m-2 s-1).
meno ad un meccanismo di protezione ulteriore che
In queste condizioni i pochi fotoni eccitano le clorofil-
evita il raggiungimento del surplus energetico al
core
le del LHCII e l'energia è trasportata fino al P
complex del PSII; altri ricercatori attribuiscono questo
quale subisce una separazione di carica e cede un elet-
incremento ad un effettivo danno che determina il
trone alla feofitina che, a sua volta, riduce il Q
distacco delle due parti del PSII. Tale dissesto, o
sto, essendo completamente ossidato, è disponibile ad
comunque tale evento, risulta essere più ricorrente in
accettare elettroni. Il trasporto elettronico avviene in
condizioni di alta temperatura (Yamane
et al., 2000).
10-12s e quindi risulta essere termodinamicamente più
Dopo aver effettuato le misure di massima effi-
Energia radiante nelle piante da frutto
cienza fotochimica al buio viene fornita luce attinica
alimentare trasporti alternativi come il ciclo glutatio-
tramite fibra ottica o direttamente utilizzando la luce
ne-ascorbato (Demmig-Adams
et al., 1996). ψPSII
solare. Lo strumento registra un primo picco di fluo-
[(Fm'-Fs)/Fm'], infine, è l'effettiva quantità di energia
rescenza: il sistema fotosintetico si trova nel cosiddet-
che attraversa il centro di reazione del PSII, destinata
to stato di "fotoattivazione". In questo momento,
alla RuBisCO, per la fotosintesi e la fotorespirazione,
infatti, si ha un movimento di energia che determina
ed ai trasporti alternativi in uscita dai fotosistemi (fig.
l'eccitazione del P680 e la cessione di una carica nega-
11a) quali il
Water-Water cycle, trasporto ciclico sul
tiva alla feofitina. Il
cluster per l'evoluzione dell'ossi-
PSI e ciclo glutatione-ascorbato (Baker e Rosenqvist,
geno (OEC) però è ancora staccato dal PSII, per cui
2004; Genty
et al., 1989; Govindjee, 1995; Maxwell e
gli elettroni persi dal P680 non possono essere rim-
Johnson, 2000). Conoscendo il valore di ψPSII è inol-
piazzati. La molecola rimane in uno stato eccitato e
tre possibile determinare la velocità di trasporto elet-
dissipa energia tramite fluorescenza. Appena il
clu-
tronico in uscita dal PSII (ETR). In particolare ETR
ster si lega la fluorescenza diminuisce, sintomo di un
risulta essere uguale a ψPSII x PPFDx x 0,5, dove
trasporto energetico lungo i fotosistemi, termodinami-
PPFD è la densità di flusso fotonico incidente, è l'as-
camente più vantaggioso della fluorescenza.
sorbanza della foglia (circa 0,84 - 0,86, Krall e
L'emissione misurata in questo momento è detta Fs,
Edwards, 1992; Schultz, 1996) e 0,5 tiene conto del
energia restituita dal PSII in una condizione di adatta-
fatto che vengono utilizzati due fotoni (uno per ogni
mento alla luce. Quando Fs raggiunge valori costanti
foto sistema) per muovere un elettrone (Genty
et al.,
viene somministrato un altro impulso saturante che
permette l'ottenimento di Fm': fluorescenza massima
Le misure di fluorescenza modulata permettono,
con foglia adattata alla luce. Anche in questo caso
altresì, la possibile scomposizione del NPQ nelle sue
l'impulso saturante ha determinato una sovra-riduzio-
due componenti principali:
quenching da ciclo delle
ne del QA per cui l'energia non può più essere dissi-
xantofille e da fotosistema distrutto. Alcuni ricercatori
pata fotochimicamente ma tramite fluorescenza e
hanno dimostrato che mettendo la foglia al buio dopo
calore. Fm' è, di norma, più basso di Fm e ciò vuol dire
il secondo impulso saturante (Fm') si ha una veloce
che una parte di energia non emessa come fluorescen-
riconversione della antheraxantina e/o zeaxantina in
za viene persa tramite la via termodinamicamente più
violaxantina con la conseguente riduzione della dissi-
vantaggiosa: il calore. La differenza tra Fm e Fm',
pazione termica, mentre la riparazione dei fotosistemi
standardizzata per Fm' [(Fm-Fm')/Fm'] è chiamata NPQ
risulta avere dei tempi più lunghi (Baker e
e rappresenta la quota parte della massima energia
Rosenqvist, 2004; Maxwell e Johnson, 2000; Müller
captata dalla clorofilla (Fv/Fm) dissipata tramite calore
et al., 2001). Dopo aver determinato NPQ totale la
attraverso il ciclo protettivo delle xantofille, e dai
foglia viene posta al buio in modo che la VDE venga
PSII danneggiati che sono anch'essi in grado di cede-
inattivata ed il qE si riduca. Ad intervalli di tempo
re calore. NPQ, quindi, è composto essenzialmente da
regolari vengono lanciati impulsi saturanti determi-
un fattore derivante da un meccanismo protettivo ed
nando il valore di Fv/Fm; man mano che il sistema
uno determinato dalla vera e propria distruzione dei
fotosintetico si adatta al buio aumenta la sua efficien-
complessi fotosintetici. Infine viene spenta la luce
za massima fotochimica e diminuisce NPQ. La media
attinica fornendo luce nel rosso lontano (30 µmol
dei valori di NPQ registrati nei primi 5-6 minuti (qE)
fotoni m-2 s-1 a 720-730 nm per 4 secondi), consenten-
rappresenta la quantità di energia dissipata dal ciclo
do l'attivazione preferenziale del PSI ed il completo
delle xantofille ed è la parte preminente del NPQ tota-
rilassamento del PSII. La fluorescenza misurata in
le. NPQ rilevato dopo 40-60 minuti (qI) indica, inve-
presenza di luce nel rosso lontano (Fo') è la fluore-
ce, l'energia persa tramite calore a causa della non
scenza minima con foglia adattata alla luce. Questo
repentina riparazione dei centri fotosintetici (fig. 11b);
termine non sempre è uguale a Fo pur conservando lo
questa componente, in natura, risulta essere molto
stesso significato fisiologico. Il rapporto (Fm'-Fo')/Fm',
bassa in quanto i fotosistemi vengono continuamente
massima efficienza fotochimica del PSII con foglia
riparati (Chow e Aro, 2005).
adattata alla luce, rappresenta la quantità di energia
L'analisi della fluorescenza secondo i parametri
che resta nel
core complex del PSII e che potenzial-
analizzati consente di ottenere informazioni qualitati-
mente potrebbe essere usata per la fotosintesi. La dif-
ve circa lo stato dei sistemi fotosintetici, tuttavia risul-
ferenza Fs-Fo', standardizzata per Fm' [(Fs-Fo')/Fm']
ta essere difficile valutare la quantità relativa di ener-
indica la quantità di energia che entra nel
core com-
gia impiegata in ogni meccanismo dissipativo o foto-
plex del PSII ma non lo attraversa e quindi potrebbe
inibitorio. Diversi approcci per la ripartizione energe-
essere utilizzata per formare ossigeno singoletto o per
tica (
quenching partitioning) sono stati proposti
Losciale
et al.
Principali parametri ottenuti attraverso misure di fluorescenza modulata e loro significato.
Fig. 11 - (a) Un impulso a bassa intensità viene fornito alla foglia (MB). Il dato di fluorescenza misurato, Fo, rappresenta la fluorescenza
minima di una foglia adattata al buio. Viene somministrato un impulso saturante (SP) registrando una emissione di fluorescenza, Fm,
fluorescenza massima di una foglia adattata al buio. (Fm-Fo)/Fm = Fv/Fm, rappresenta la massima efficienza fotochimica dei PSII.
Successivamente viene fornita luce attinica (AL) e dopo un primo stato di "fotoattivazione" l'emissione di fluorescenza raggiunge uno
stato stazionario, Fs. A questo punto viene somministrato un altro impulso saturante che permette l'ottenimento di Fm', fluorescenza
massima di una foglia adattata alla luce. (Fm-Fm')/Fm' (NPQ) rappresenta la quota parte della massima energia captata dalla Clorofilla
dissipata tramite calore attraverso il ciclo protettivo delle xantofille e dai PSII danneggiati. Fornendo solo luce nel rosso lontano viene
misurato Fo', fluorescenza minima di una foglia adattata alla luce. (Fm'-Fo')/Fm' = Fv'/Fm', massima efficienza fotochimica del PSII con
foglia adattata alla luce, rappresenta la quantità di energia che resta nel core complex del PSII mentre (Fs-Fo')/Fm' indica la quota di energia
che entra nel
core complex del PSII ma non lo attraversa. (Fm'-Fs)/Fm' (ψPSII), infine, è l'effettiva frazione energetica che attraversa il
centro di reazione del PSII, destinata alla Rubisco, per la fotosintesi e la fotorespirazione, ed ai trasporti alternativi in uscita dai fotosistemi
(Adattato da Maxwell e Johnson, 2000). (b) Inattivazione del ciclo delle xantofille in seguito a incubazione al buio delle foglie. La
differenza tra la massima efficienza quantica misurata su campioni non fotoinibiti (FV/FmM) e quella ottenuta dopo un trattamento
potenzialmente fotoinibitorio (FV/Fm) rappresenta la quantità di energia dissipata termicamente dai PSII danneggiati.
qI=
quenching inibitorio; qT=
quenching di transizione; qE=
quenching protettivo energetico (Adattato da Müller
et al., 2001).
Principals calculated parameters obtained by modulated chlorophyll fluorescence and their meaning
Fig. 11 - (a) A low intensity light pulse (MB) is supplied to the leaf, the measured fluorescence (Fo) represents the minimum chlorophyll
fluorescence in dark adapted conditions. At this time a short saturating pulse (SP) is flashed and the increased chlorophyll fluorescence
(Fm) recorded is the maximum fluorescence of dark-adapted leaves. (Fm-Fo)/Fm = Fv/Fm is the maximum quantum yield of PSII. Once the
maximum quantum yield is measured, actinic light (AL) is supplied and after a first "photo-activation" state the fluorescence signal (Fs)
reaches a steady and the Fs value is recorded. A further saturating pulse is furnished obtaining a fluorescence peak Fm': maximum
fluorescence in light-adapted condition. Fm-Fm')/Fm' is called Non Photochemical Quenching (NPQ) and represents the amount of energy
trapped by Chlorophyll and quenched by thermal dissipation associated with inactivated PSII and promoted by the photo-protective Non
Photochemical Quenching via the xanthophyll cycle. Finally the actinic light is turned off and only far red light is supplied. The
fluorescence recorded in presence of far red (Fo') is the minimum fluorescence with light-adapted leaves. (Fm'-Fo')/Fm' = Fv'/Fm' is the
PSII maximal photochemical efficiency in light adaptation condition and represents the energy amount entering into the PSII core
complex. ψ
PSII (1-Fs/Fm') is the effective photochemical efficiency of PSII and represents the energy effectively going through PSII and
used for photosynthesis, photorespiration and the alternative transports. (Fs-Fo')/Fm' represents the energy trapped in PSII but not exiting
from it. (Adapted from Maxwell and Johnson, 2000).
(b) Xanthophyll cycle inactivation after leaf dark adaptation. The difference between the maximum quantum yield of not photoinhibited
samples (FV/FmM) and the maximum quantum yield after a potential photoinhibitory treatment (FV/Fm) represents the energy amount
dissipated by damaged PSII as heat. qI = Inhibitory quenching; qT = Transition quenching; qE = Energy quenching.
(Adapted from Müller et al.,
2001).
(Cailly
et al., 1996; Demmig-Adams
et al., 1996;
Casi e cause di foto-ossidazione e fotoprotezione
Kramer
et al., 2004; Kornyeyev e Hendrickson,
2007); inoltre, associando l'analisi della ripartizione
Lo stress foto-ossidativo è determinato, essenzial-
energetica a misure di scambio gassoso è stato possi-
mente, da una insufficiente velocità di utilizzo di tutta
bile valutare la quantità di energia assoluta e relativa
l'energia in ingresso dovuta ad un eccesso luminoso
utilizzata nella fotoinibizione, dissipazione termica
e/o ad una debole capacità di trasporto fotonico ed
protettiva, trasporti elettronici alternativi, fotorespira-
zione ed effettiva fotosintesi (Losciale
et al., 2008a;
Stress idrico e salino possono innescare fenomeni
Losciale
et al., 2008d).
di fotoinibizione e/o fotoprotezione, poiché la pianta
risponde con la chiusura degli stomi evitando ulteriori
perdite di acqua ma limitando l'ingresso di CO2. Si
viene così a determinare una riduzione dell'attività
Energia radiante nelle piante da frutto
fotosintetica della RuBisCO, inficiando uno dei tra-
sporti elettronici deputati a controbilanciare la pres-
sione fotonica in ingresso (Baker e Rosenqvist, 2004).
Sottoponendo piante di vite a gradi crescenti di stress
idrico, è stata riscontrata una conseguente riduzione
della conduttanza stomatica e quindi un decremento
della fotosintesi netta, dovuta al minor ingresso di
anidride carbonica. Al diminuire della conduttanza
stomatica da 0,5 mol H2O m-2 s-1 fino a valori critici
di 0,1 mol H2O m-2 s-1, i parametri ETR e NPQ non
hanno mostrato variazioni significative, suggerendo
che in condizioni di stress idrico le piante in prova
non hanno evidenziato un trasferimento energetico
dalla dissipazione fotochimica a quella termica (figg.
12a-b). L'energia dedicata al trasporto elettronico è
rimasta la medesima, tuttavia una quantità più bassa è
stata destinata alla fotosintesi, (fig. 12c) ed una mag-
giore aliquota è stata allocata ai diversi trasporti alter-
nativi quali
Water-Water cycle, trasporto ciclico sul
PSI, ciclo glutatione-ascorbato e fotorespirazione.
Solo valori di conduttanza inferiori a 0,1 mol H2O m-2
s-1 hanno indotto un dirottamento energetico dal tra-
sporto elettronico verso la dissipazione non fotochi-
mica (Flexas
et al., 2002).
Temperature elevate possono avviare processi ini-
bitori e/o protettivi; con valori superiori ai 35 °C,
infatti, si assiste all'inattivazione del PSII ed alla
disorganizzazione dei centri di reazione (Havaux,
1993). In Florida, piante di pompelmo trattate con
caolino, allo scopo di ridurre l'energia in ingresso nei
fotosistemi, hanno evidenziato temperature fogliari
più basse rispetto al controllo, soprattutto nelle ore di
massima irradianza (fig. 13a). Attraverso misure di
fluorescenza effettuate ogni ora adattando preventiva-
mente le foglie al buio per 30 minuti, si è potuto evi-
denziare che all'aumentare della temperatura fogliare
la massima efficienza quantica del PSII (Fv/Fm) è
diminuita e la percentuale di fotosistemi inibiti è
aumentata in entrambe le tesi, con valori più accen-
tuati nella tesi di controllo (figg. 13b-c). In questo
caso il calo di Fv/Fm è stato determinato da un aumen-
to di Fo (fig. 13d), segno di una mancata ossidazione
del QA a causa di un distacco fisico dei componenti
del PSII (Jifon e Syvertsen, 2003). Come già anticipa-
Fig. 12 - Andamento di (a) velocità di trasporto elettronico (ETR),
to, questo comportamento, le cui cause sono ancora
(b) Non Photochemical Quenching (NPQ), (c) fotosintesi netta
molto dibattute nel mondo scientifico, può essere
N) in piante di
Vitis vinifera L. a diversi regimi irrigui ed aventi
differenti conduttanze stomatiche. Ogni punto rappresenta la
attribuito ad un meccanismo protettivo ma più verosi-
media di 6 repliche (Adattato da Flexas
et al., 2002).
milmente al fotodanno del PSII.
Fig. 12 - Trends of the(a) electronic transport rate (ETR), (b) Non
Le carenze nutrizionali potrebbero essere la causa
Photochemical Quenching (NPQ), (c) net photosynthesis (AN)
measured on grapevine leaves with decreasing stomatal
di un eventuale rallentamento del trasporto elettroni-
conductance. Each point represents the average of 6 replicates
co, determinando la costipazione dei centri fotosinte-
(Adapted from Flexas et al.,
2002).
tici. L'azoto, ad esempio, è parte integrante delle clo-
rofille e soprattutto della RuBisCO; un suo deficit
Losciale
et al.
concentrazioni di azoto, sottoposte a luce saturante di
1.550 µmol fotoni m-2 s-1, non hanno evidenziato dif-
ferenze per quanto riguarda il valore di Fv/Fm, sempre
superiore a 0,8. In carenza di azoto, quindi, un eccesso
relativo di luce non ha determinato, nel breve periodo,
un fotodanno irreversibile del sistema. Per quanto
riguarda i parametri ψPSII e NPQ, la riduzione di
azoto nelle foglie ha causato la deviazione dell'ener-
gia radiante captata dal trasporto fotochimico verso la
dissipazione termica (fig. 14), evitando danni al siste-
ma fotosintetico (Cheng
et al., 2000). Anche il ferro
assume una funzione rilevante, infatti è implicato
nella sintesi della clorofilla e rientra come gruppo pro-
stetico in molti trasportatori elettronici del sistema
fotosintetico; una sua carenza rende più difficoltosa la
corretta dissipazione energetica (Miller
et al., 1995).
Piante di
Vitis labrusca Bailey, aventi differenti con-
centrazioni di ferro attivo nelle foglie, non hanno
mostrato alcuna variazione di Fv/Fm, sempre intorno ai
valori ottimali, dimostrando che nel breve periodo la
carenza di ferro non ha provocato un fotodanno per-
manente. Irradiando le piante con luce attinica satu-
rante (circa 1.800 µmol fotoni m-2 s-1 ) si è riscontrato
un decremento di ψPSII con valori proporzionali alla
concentrazione di ferro nelle foglie, mentre NPQ e
Fv'/Fm' sono rimasti costanti. Solo alla concentrazione
più bassa si è registrato un rapido incremento di NPQ
ed un corrispondente calo di Fv'/Fm' (fig. 15). La quota
parte di energia dedicabile in parte alla RuBisCO
(ψPSII) è diminuita, mentre quella allocata per la dis-
sipazione fotochimica (Fv'/Fm') e termica sono rimaste
costanti, sintomo della maggior attivazione dei tra-
sporti alternativi anziché del dirottamento di energia
al NPQ. La determinazione dell'attività enzimatica e
della concentrazione delle molecole implicate nel
ciclo glutatione-ascorbato e nello
scavenging generale
ha confermato ciò che si era evidenziato con le misure
di fluorescenza, ossia un andamento inversamente
proporzionale alla quantità di ferro attivo nelle foglie
Fig. 13 - Andamento giornaliero di (a) differenza tra temperatura
fogliare e dell'aria, (b) efficienza fotochimica massima (F
(figg. 16-17). Solo quando le condizioni di ferro-
(c) percentuale di fotoinibizione e (d) fluorescenza minima di
carenza sono divenute massicciamente critiche, le
foglie adattate al buio (Fo) in piante di pompelmo trattate o meno
piante hanno destinato il surplus energetico verso il
con caolino. Ogni punto rappresenta la media di 4-10 repliche +
Non Photochemical Quenching (Smith e Cheng,
s.e. (Jifon e Syvertsen, 2003).
Fig. 13 - Daily pattern of (a) leaf to air temperature difference),
(b) maximum quantum yield (F
Condizioni fisiologiche particolari quali ambiente
v/Fm), (c) photo-inhibition
percentage and (d) minimal fluorescence of darkadapted leaves
di crescita, carico produttivo o tipologia di portainne-
(Fo) measured on grapefruit plants sprayed with kaolin and
untreated. Each point is the average of 4-10 replicates + s.e.
sto, possono determinare diversi tassi di utilizzo del-
(Jifon e Syvertsen, 2003).
l'energia radiante in ingresso con conseguenti riper-
cussioni sulla fotoinibizione e/o sui meccanismi foto-
riduce l'attività totale della RuBisCO e quindi la velo-
protettivi. Prove condotte su actinidia cv Hayward
cità dei processi di carbossilazione e fotorespirazione
hanno evidenziato una diminuzione dell'efficienza di
con una conseguente congestione del sistema (Evans,
trasporto elettronico in uscita dal PSII (ψPSII) ed un
1996). Piante di melo cv Fuji aventi foglie con diverse
corrispettivo incremento di NPQ all'aumentare del
Energia radiante nelle piante da frutto
Fig. 14 - Variazione dei principali parametri di fluorescenza in funzione delle diverse concentrazioni di azoto in foglie di melo cv Fuji
sottoposte ad irradianza di circa 1.550 µmol m-2s-1. (a) massima efficienza quantica dei PSII (Fv/Fm), (b) dissipazione termica (NPQ), (c)
massima efficienza fotochimica dei PSII in condizioni di adattamento alla luce (Fv'/Fm'), (d) efficienza quantica effettiva dei PSII (ψPSII),
(e) frazione energetica intrappolata nel PSII
(Fs-Fo')/Fm' (Adattato da Cheng
et al., 2000).
Fig. 14 - Chlorophyll fluorescence parameters in relation to N content in apple leaves cv Fuji, at irradiance of about 1550 µmol m-2s-1. (a)
maximum quantum yield of PSII (Fv/Fm), (b) Non Photochemical Quenching (NPQ), (c) PSII maximal photochemical efficiency in light
adaptation condition (Fv'/Fm'), (d) effective photochemical efficiency of PSII (ψ
PSII), (e) energy fraction trapped in PSII (Fs-Fo')/Fm'
(Adapted from Cheng et al.,
2000).
flusso energetico in arrivo. Inoltre piante allevate ad
Abbassando il numero dei frutti il tasso di carbossila-
irradianza elevata (circa 1.100 µmol fotoni m-2 s-1)
zione netta tende a diminuire, secondo la teoria dell'i-
hanno mostrato un ψPSII più alto di altre allevate
nibizione da prodotto finale. Dovendo eliminare l'e-
all'ombra (250 µmol fotoni m-2 s-1), sintomo di un
nergia in eccesso non più utilizzata per la fotosintesi
maggior adattamento e capacità di utilizzo dell'ener-
tutti i meccanismi di protezione e fotoinibizione ven-
gia luminosa. Di contro NPQ è risultato più elevato
gono enfatizzati. In pesco cv ‘Stark Red Gold', la
nelle piante d'ombra (fig. 18), poco adattate alla luce,
rimozione dei frutti ha determinato la riduzione della
ed indotte a proteggersi maggiormente attraverso la
fotosintesi netta ed un sensibile incremento del danno
dissipazione termica (Greer e Halligan, 2001).
foto-ossidativo. Tale risposta è stata osservata quando
Anche diverse intensità di carico produttivo
la riparazione della proteina D1 è stata bloccata in
potrebbero determinare effetti sull'utilizzo dell'ener-
modo tale che la neo-sintesi della proteina non
gia radiante in ingresso. I frutti risultano essere il prin-
mascherasse il reale danno ed il processo di riparazio-
cipale
sink dei prodotti della carbossilazione.
ne non de-costipasse il sistema usando i prodotti della
Losciale
et al.
Fig. 15 - Andamento dei principali parametri di fluorescenza in funzione delle diverse concentrazioni di ferro attivo in foglie di
Vitis
labrusca Bailey sottoposte ad irradianza di circa 1800 µmol m-2s-1. (a) massima efficienza quantica dei PSII (Fv/Fm), (b) dissipazione
termica (NPQ), (c) massima efficienza fotochimica dei PSII in condizioni di adattamento alla luce (Fv'/Fm'), (d) efficienza quantica
effettiva dei PSII (ψPSII). Ogni punto rappresenta la media di 5 repliche +s.e. (Smith e Cheng, 2005).
Fig. 15 - Trends of the principal chlorophyll parameters in relation to active iron concentration measured on Vitis labrusca Bailey leaves
at irradiance of about 1800 µmol m-2s-1. (a) maximum quantum yield of PSII (Fv/Fm), (b) Non Photochemical Quenching (NPQ), (c) PSII
maximal photochemical efficiency in light adaptation condition (Fv'/Fm'), (d) effective photochemical efficiency of PSII (ψ
PSII). Each point
is the average of 5 replicates + s.e. (Smith e Cheng, 2005).
fotosintesi (Losciale
et al., 2008b). Risultati analoghi
al pomeriggio le piante innestate su Cotogno C hanno
sono stati ottenuti in pesco cv Yanfengyihao quando
mostrato un grado di fotoinibizione più elevato dei
rami di branchette cariche e scariche sono stati anulati
peri franchi di piede (Losciale
et al., 2008d).
per evitare la migrazione dei fotosintati verso altri
reparti. Le foglie delle branchette scariche hanno evi-
denziato un aumento della fotoinibizione e la riduzio-
ne della fotosintesi netta (Li
et al., 2007).
I casi studio riportati avvalorano maggiormente la
In pero (
Pyrus communis L.) l'uso del Cotogno C
notevole importanza dei processi biochimici e fisiolo-
come portinnesto conferisce un habitus nanizzante a
gici che sottendono alla fotoinibizione e fotoprotezio-
diverse cultivar. Tale comportamento potrebbe essere
ne. La pianta, paradossalmente, si difende dall'ecces-
determinato principalmente da una ridotta conducibi-
so luminoso relativo alle sue capacità dissipatorie
lità idraulica riscontrata al punto di innesto (Corelli
spendendo energia. Al mancato utilizzo della radiazio-
Grappadelli
et al., 2001). Piante della cultivar Kaiser
ne solare, infatti si associa l'effettiva perdita di ener-
franche di piede hanno mostrato conduttanza stomati-
gia e di sostanza secca dovuta alla distruzione e rico-
ca e tasso di fotosintesi netta fogliare più elevati di
stituzione delle parti danneggiate, alla fotorespirazio-
peri innestati su Cotogno C (EMC). Essendo stata sot-
ne ed alla spesa di potere riducente determinata dal-
toposta alla stessa radiazione incidente, la tesi EMC
l'attivazione dei cicli protettivi. Ciò nonostante se in
ha incrementato la dissipazione termica NPQ.
vitro i meccanismi della fotoinibizione e fotoprotezio-
Tuttavia il
Non Photochemical Quenching non è stato
ne sono in gran parte chiari, in vivo l'effetto del solo
in grado di proteggere completamente i fotosistemi e
eccesso luminoso o della sua interazione con altri
Energia radiante nelle piante da frutto
Fig. 16 - Andamento delle attività dei principali enzimi implicati nel ciclo Glutatione-Ascorbato misurate a diverse concentrazioni di ferro
attivo in foglie di
Vitis labrusca Bailey sottoposte ad irradianza di circa 1800 µmol m-2s-1. (GR) glutatione riduttasi, (SOD) superossido
dismutasi, (DHAR) de-idroascorbato riduttasi, (MDHAR) mono de-idroascorbato riduttasi. Ogni punto rappresenta la media di 5 repliche
+s.e. (Smith e Cheng, 2005).
Fig. 16 - Activity of the main enzymes involved in the Glutathione-Ascorbate cycle in relation to active iron concentration measured on
Vitis labrusca Bailey leaves at irradiance of about 1800 µmol m-2s-1. (GR) glutathione reductase, (SOD) superoxide reductase, (DHAR)
de-hydro ascorbate reductase, (MDHAR) mono de-hydro ascorbate reductase. Each point is the average of 5 replicates + s.e.
(Smith and Cheng, 2005).
Fig. 17 - Andamento delle concentrazioni dei principali prodotti e reagenti implicati nel ciclo Glutatione-Ascorbato misurate a diverse
concentrazioni di ferro attivo in foglie di
Vitis labrusca Bailey sottoposte ad irradianza di circa 1800 µmol m-2s-1. (AsA) acido ascorbico,
(DAsA) de-idroascorbato, (GSH) glutatione ridotto, (GSSG) glutatione ossidato. Ogni punto rappresenta la media di 5 repliche + s.e.
(Smith e Cheng, 2005).
Fig. 17 - Content of the principal metabolites involved the Glutathione-Ascorbate cycle in relation to active iron concentration measured
on Vitis labrusca Bailey leaves at irradiance of about 1800 µmol m-2s-1. (ASA) ascorbic acid, (DAsA) de-hydro ascorbate, (GSH) reduced
glutathione, (GSSG) oxidized glutathione. Each point is the average of 5 replicates + s.e. (Smith and Cheng, 2005).
Losciale
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NeuroImage 17, 1384 –1393 (2002)doi:10.1006/nimg.2002.1241 Human Vestibular Cortex as Identified with Caloric Stimulation in Functional Magnetic Resonance Imaging Oliver Fasold, Michael von Brevern, Marc Kuhberg, Christoph J. Ploner, Arno Villringer, Thomas Lempert, and Ru Department of Neurology, Charite´, Humboldt-University, D-10098 Berlin, Germany