I DISORDINI DEL MAGNESIO: LE IPOMAGNESIEMIE E LE IPERMAGNESIEMIE A. GUARIGLIA - R. CASTELLI - B. FERRARI - B. PANFILI Questi ultimi anni hanno visto una crescita prodigiosa delle conoscenze sul magnesio (Mg2+), per cui ora sono megliodefiniti alcuni dei complessi meccanismi che regolano la sua omeostasi, così come si sono ormai acquisite numerosecertezze sul ruolo determinante svolto dallo ione sia nel campo fisiologico sia in quello fisiopatologico e, quindi, cli-nico-farmacologico. Focalizzando l'attenzione sugli aspetti fisiologici, il Mg2+ si è dimostrato elemento fondamentale nel mantenimentodella stabilità strutturale di vari substrati (disposizione dei fosfolipidi di membrana, configurazione sterica delle pro-teine e del DNA) e appare come lo ione più reattivo in ambito biochimico, poiché risulta coinvolto, come cofattoreessenziale, in oltre 300 reazioni enzimatiche, sostanzialmente quelle legate alla regolazione del metabolismo energeti-co e alla sintesi degli acidi nucleici. Il Mg2+ è, inoltre, partecipe di altri importanti processi biologici, come i legamiormoni-recettori, il controllo dei canali del Ca2+, i flussi ionici transmembrana, la regolazione dell'attività dell'adenili-co-ciclasi, l'attività neuromuscolare, il controllo del tono vasomotore, l'eccitabilità miocardica, il rilascio dei neurotra-smettitori ecc. Più di recente, sono state individuate altre importanti funzioni del Mg2+, in particolare, nella modula-zione della produzione dei radicali liberi, nella regolazione della proliferazione cellulare e dei fenomeni di apoptosi.Sul piano fisiopatologico o più strettamente clinico, sembra ormai certo il ruolo svolto dal Mg2+ nella patogenesi dipatologie di particolare impatto epidemiologico, come l'aterosclerosi, il diabete, la sindrome metabolica, l'iperten-sione arteriosa, come pure nello sviluppo di complicanze minacciose in corso di gravidanza (eclampsia), di cardiopa-tia ischemica, di scompenso cardiaco o di altre patologie critiche (v. pazienti in ICU o sottoposti a interventi di car-diochirurgia). In ambito farmacologico, il Mg2+, da tempo riconosciuto come un valido «sintomatico» nel trattamento acuto dell'a-sma, di aritmie minacciose, della preeclampsia e della eclampsia conclamata, ha avuto ora una maggiore definizionedelle sue proprietà farmacodinamiche (v. azione stabilizzante di membrana, effetto miorilassante), potendosi cosìmeglio razionalizzare il suo impiego. A fronte di uno scenario così ampio, per molti clinici il Mg2+ rimane ancora uno ione «misterioso». Ad esempio, non-ostante che già da almeno 50 anni fosse disponibile un metodo semplice e accurato per la sua determinazione, solo direcente si è sentita l'esigenza di inserire il dosaggio del Mg2+ plasmatico tra i test diagnostici routinari dei vari labora-tori. Questo dato, tuttavia, spesso non è compreso nel profilo ematico dei soggetti sottoposti a screening e ciò può veri-ficarsi anche quando sussistano condizioni cliniche predisponenti verso lo sviluppo di specifiche alterazioni di questoione. È quanto viene suggerito da uno studio prospettico pubblicato negli USA agli inizi degli anni '90, ove risultereb-be che solo nel 10-15% di pazienti con franche alterazioni della magnesiemia il problema sia stato correttamente pre-visto e, quindi, individuato con indagini mirate. Il dato è allarmante perché fa avanzare il dubbio che non fossero cono-sciute le potenziali implicazioni cliniche sottese a tali alterazioni. Purtroppo, non abbiamo elementi che ci permettanodi escludere in modo categorico che anche nella realtà attuale questo esempio di evidente «malpractice» non sia piùriproducibile. Pertanto, riteniamo utile approfondire le tante tematiche che interessano il Mg2+, nella speranza che il let-tore si convinca che il conoscerle appartiene alla fondamentale formazione di base e non, quindi, all'esclusiva compe-tenza degli «specialisti».